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Pov: hyunjin

Mi fermo davanti alle scale interne del primo piano.

Mentre penso che a questo punto non ho altra scelta che dirglielo,  un singhiozzo soffocato arriva alle mie orecchie.

Mi giro verso t/n, alla quale fino ad ora ho sempre dato le spalle.

- t/n... -dico sussurrando spaesato, la ragazza è davanti a  me che cerca invano di trattenere le lacrime.

- per favore, non possiamo ritornare come eravamo prima?  mi manca il mio migliore amico - 

Dice con la voce che le trema.

I suoi occhi, adesso più lucidi di uno specchio appena pulito, fissano ininterrottamente i miei.

I capelli le ricadono disordinati sul voto, arrossato dal pianto.

Le lacrime che scendono sul suo viso sembrano non volersi fermare.

Resto a guardarla con un nodo alla gola, che pian piano inizia sempre a farsi più fastidioso.

Sia la gola che il naso iniziano a bruciare, nel tentare di trattenere le lacrime.

I miei occhi iniziano a pizzicare, e a diventare appannati, fin quando la prima lacrima solca la mia guancia, scivolando sul mio viso, seguita da un'altra e un'altra ancora, fino a che il mio volto non ne è ricoperto per intero.

Faccio alcuni passi in avanti fino a far scontrare i nostri corpi in un abbraccio delicato.

Le mie braccia circondano le spalle della ragazza che ancora non aveva smesso di piangere, e che se ne sta davanti a me in silenzio, con le mani congiunte, quasi come se mi pregasse di esaudire il suo desiderio.

ah il mondo sa essere davvero crudele, come potrei dirglielo in questo momento...

- anche a me manca la mia migliore amica- dico sorridendo,  prendendo finalmente una decisone.

Pov: t/n

- anche a me manca la mia migliore amica-

Appena sento quelle parole alzo immediatamente la testa.

Sento hyunjin stringermi le spalle in un abbraccio, scaldando non solo il mio corpo ma anche il mio cuore.

Adesso mi sento così sollevata, che non riesco a smettere di sorridere.

Ho di nuovo il mio migliore amico, e anche se non sapevo cosa era successo, non l'avrei più fatto allontanare.

Ci stacciamo dall'abbraccio e ci sorridiamo a vicenda.

Sono così contenta di aver chiarito con hyunjin prima del suo compleanno, penso che le cose da adesso in poi andranno finalmente per il verso giusto.

- a proposito di sabato scorso, mi dispiace- si scusa hyunjin.

 Mentre penso a cosa fosse accaduto sabato scorso, hyunjin rinizia a parlare.

- alla fine non ti ho chiamata, mi dispiace- spiega meglio il biondo.

ahh, intende la chiamata.

Sono successe così tante cose che l'avevo completamente dimenticato.

- Non importa, me ne ero già dimenticata- dico mentre mi asciugo le ultime lacrime che sono rimaste sul mio viso.

Vedo hyunjin star per dire qualcosa, ma non riesce nemmeno ad iniziare a parlare che la campanella inizia a suonare.

- Se non mi sbaglio adesso abbiamo ginnastica, ci andiamo insieme?- chiedo a hyunjin, che nel frattempo ha girato leggermente la testa verso le scale.

Pov: hyunjin

- Ci andiamo insieme?- mi chiede t/n dopo che la campanella smette di suonare.

Ci penso alcuni secondi.

- Tu va avanti, io arrivo subito- informo la ragazza, che mi guarda dubbiosa, ma alla fine fa come le ho detto e si avvia verso la palestra.

Quando la vedo girare l'angolo in fondo al corridoio inizio a parlare.

- Per quanto ancora vuoi rimanere lì..... Kim Seungmin?- dico girandomi verso la rampa di scale che porta al secondo piano.

Seungmin fa capolino, restando a guardarmi appoggiato al corrimano in acciaio.

- Dipende, pensavo che le cose sarebbero diventate interessanti , e invece... -rivela il ragazzo mentre sorride provocandomi, ma ormai so com'è fatto Kim seungmin.

- Seungmin, smettila oggi non è giornata- avverto il castano, facendogli capire che se continua a provocarmi non l'avrei presa bene come faccio solitamente.

- Va bene, scusa, scusa- dice alzando le mani in segno di resa.

- Però sai, sarebbe stato veramente interessante, avresti dovuto dargliela-

A quelle parole stringo il foglio che ho nella mano sinistra, fino ad appallottolarlo.

- Non hai sentito quello che ha detto?- dico avvicinandomi ad un cestino accanto al muro del corridoio.

Il castano resta in silenzio abbassando leggermente la testa, a vedere quella reazione mi viene da sorridere, è raro vedere Kim seungmin che non sa come rispondere.

Sospiro, e per un attimo mi sento sollevato, alla fine lo sapevo che non gliel'avrei detto, mi ero solo convinto di potercela fare.

- Va bene così, è così che doveva andare- dico buttando il foglio, ormai ridotto ad una pallina di carta, nel cestino davanti a me.

- Stai bene?, ne vuoi parlare? - mi chiede seungmin con tono preoccupato.

- Grazie seungmin, ma sto bene, in realtà ho appena realizzato che stavo per fare una cosa davvero egoista- confesso io al mio amico d'infanzia.

- Ti sbagli, non c'è niente di egoistico in quello che volevi fare, anzi per come la penso io era meglio se lo facevi veramente- mi rispose seungmin, scendendo le scale e arrivando davanti a me.

Tra noi due cala il silenzio finché una bidella non urla dal fondo del corridoio.

- LA CAMPANELLA E' GIA SUONATA, ANDATE IN CLASSE- 

Dopo aver detto ciò torna a parlare al telefono, girando in un'altro corridoio.

Sento seungmin sospirare alcuni secondi dopo.

- Ci vediamo hyunjin, fatti forza-  dice mentre mi da alcuni colpetti di incoraggiamento sulla spalla.

Annuisco e lo seguo con lo sguardo mentre sale le scale.

Resto ancora per un pò nel corridoio che senza le nostre voci è diventato silenzioso.

Do un'ultimo  sguardo al foglio appallottolato in cima al cestino, dopodiché mi avvio anch'io verso la palestra.

Ero pronto a lasciarmi tutto alle spalle se non fosse che non mi ero accorto di qualcosa, meglio dire di qualcuno.

Che fin a quel momento  era restato avvolto nell'ombra, creata del muro delle scale che portavano al pian terreno.

Aveva ascoltando attentamente ogni singola parola che era stata detta in quel corridoio, mentre il suo volto rimaneva impassibile pian piano che elaborava la situazione.

Quello che non potei vedere era proprio quella persona che una volta essersi accorta che me ne ero andato, si era avvicinata silenziosa e furtiva al cestino dove avevo buttato il foglio.

Afferrò la solitaria pallina che ornava il cestino, posta in cima a tutti gli altri fogli.

La aprì delicatamente, col fiato sospeso per la troppa curiosità.

La figura restò ferma nello stesso punto per qualche minuto.

Una volta finito di leggere il contenuto del foglio, si guardò intorno assicurandosi che nessuno stesse guardando, e con la stessa delicatezza con la quale l'aveva aperto, lo ripiega e lo infila nella tasca dei pantaloni.

E con molta calma se ne andò, salendo tranquillamente le scale.

Brittle | lee Minho x readerWhere stories live. Discover now