🍃Capitolo otto𒀭

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Si sentiva spesso una musica dolce e soave diffondersi in tutto il tempio. Erdie la seguì in silenzio, consapevole di giungere proprio nelle stanze private del gran sacerdote.
Era lì che teneva rinchiuse le sue innumerevoli mogli, donne che, a detta di Ur, da lì non erano mai ascite. Però si raccontava che fossero le più belle di tutta la terra di Sumer, fanciulle comprate o strappate alle famiglia per la loro impareggiabile bellezza e offerte al Gran Sacerdote.

Erdie era davvero curiosa di osservarle e scoprire se la loro bellezza fosse davvero così degna di nota.

L'immortale tramutò il suo corpo in quello di una delicata colomba e voló verso le feritoie dell'enorme sala, entrando con disinvoltura.
Il Sommo Sacerdote era disteso nella grande vasca, cosparso di oli profumati e circondato da donne che davvero sembravano delle dee.

Le attenzioni delle fanciulle erano delicate e profonde mentre massaggiavano il suo petto giovane

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Le attenzioni delle fanciulle erano delicate e profonde mentre massaggiavano il suo petto giovane. Si inabissavano a turno nelle acque calde e profumate per dargli piacere senza sosta.

La vampira rimase incantata da quella scena, arrossendo nel comprendere ciò che stava osservando. La lussuria era qualcosa che l'aveva sempre affascinata, ma l'imbarazzo e il pudore l'avevano sempre frenata. Cosa avrebbe pensato di lei suo padre se si fosse fatta toccare così da un uomo? O, forse peggio, un uomo l'avesse violata in quel modo?

Il Sacerdote sembrava totalmente perso nel piacere, eppure si accorse presto di Erdie. La osservò con quei penetranti occhi scuri, uno sguardo che lei ricambiò tentando in ogni modo di nasconderne l'imbarazzo.

Aveva osservato altre volte i movimenti lascivi delle danzatrici, o delle donne di piacere. Ma mai le aveva emulate. Speró di esserne all'altezza mentre avanzava verso l'enorme vasca.
Il Gran Sacerdote congedò le sue moglie, facendo loro liberare la sala in gran fretta.

«Mi preferite da sola? » domandò sardonica la vampira, attenta ad utilizzare solo la lingua egizia, per non far trapelare che ormai sapesse parlare fluentemente la loro.

L'uomo chinò il capo, guardandola con sfrontato desiderio. Si morse il labbro viaggiando con lo sguardo su quelle forme perfette e candide. Per quanto gli fossero state donate le donne più belle del mondo, Erdie non aveva rivali.

«Saresti l'unica che potrei preferire» rispose lui, con un tono decisamente lascivo.
Si erano osservati già altre volte, fra i corridoi dell'enorme tempio, sguardi che duravano attimi, a cui Erdie aveva deciso di non dare peso. Tuttavia, in quella circostanza così intima, quelle scene iniziarono a rotolarle nella mente.

Gli uomini erano sempre più inclini ai racconti se preda dei loro istinti, si ripetè mentalmente. Era una lezione che le avevano sussurrato in Egitto, quando ancora era umana. Avrebbe potuto usare i suoi poteri, ma in quel momento era così concentrata nel non mostrare imbarazzo che temeva di non riuscire ad utilizzarli.

Con movimenti sinuosi, accentuati dal sottile lino, Erdie raggiunse la grande vasca inginocchiandosi sul bordo umido, accanto al Sacerdote.
I loro occhi si incrociarono, quel nero ipnotico nascondeva qualcosa di indecifrabile; lo osservò forse troppo a lungo, poiché in essi le sembrò quasi di scorgere qualcosa di simile ad un ricordo.

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⏰ Last updated: 7 days ago ⏰

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