🍃Capitolo due 𒀭

6 3 0
                                    

Erdie era fuggita via, librandosi nella notte di un paese che non le apparteneva. Preda di un tumulto di sentimenti contrastanti.

Riprese forma umana quando giunse nel cuore della zona urbana, dove le case in terracotta sembravano fondersi tra loro. Le strade erano in pietra, resa lucida dall'umidità che vi si era posata, a differenza delle vie in terra battuta arida e polverosa del suo Egitto. 

L'aria era profondamente diversa, più pesante e carica di odori di spezie; niente in comune con il profumo dei fiori e degli oli* che infestavano la sua terra. Non conosceva il nome del paese in cui il Lord l'aveva condotta, ma desiderava già ardentemente fuggirgli lontano.

La sete bussò al suo petto, implacabile e smaniosa. La gola reclamava calore, le vene sangue caldo con cui riempirsi. Ancora una volta il volto del Grande Sacerdote, l'uomo che le posava addosso i suoi occhi sfacciati, tornò alla carica risvegliando zone del suo corpo che non credeva potessero più chiedere attenzioni.

Le capitava spesso di assistere a questi momenti di intimità tra gli uomini: in essi aveva scorto passione, cenni di poesia oppure un semplice bisogno che molto spesso sfumava nel disgusto.

Quelle scene rubate non le avevano prodotto alcuna reazione, non aveva mai desiderato provare certe emozioni. Il bisogno le stava fiorendo ora, quando gli occhi abissali di quell'uomo non facevano altro che torturarle la mente, il corpo e i pensieri. Voleva il suo sangue, esigeva il suo corpo e questo bisogno la stava logorando.

Nutrirsi. Doveva nutrirsi di qualcuno e sicuramente avrebbe fatto tacere in parte la sua natura. Si afferrò violentemente la testa per disperazione, solo gli umani potevano sentire il bisogno di accoppiarsi: la loro natura mortale glielo imponeva per la conservazione della loro specie. Un vampiro non poteva provare simili desideri verso un umano, era sbagliato. Tutto ciò che è inutile e sbagliato.

Giunse accanto ad un'abitazione di campagna fatta con mattoni di fango essiccato. Penetrò nel cortile e saltò sul tetto. Da una feritoia vide un uomo e una donna che giacevano in letti separati.

Si stranì: in Egitto gli sposi dormivano in un unico grande letto, simbolo della loro eterna unione sia nella veglia che nel sonno. 
Intonò un canto lieve, unica eredità rimastale del suo padre biologico, per attirare uno di loro fuori dai sogni e catapultarlo nel suo incubo.

L'uomo fu l'unico a svegliarsi. Rimase incantato nel vedere la vampira al chiaro di luna, brillante come una dea avvolta da abiti di lino e cinture intrecciate con l'oro, e sfiorata appena da una brezza gentile.

Lui disse qualcosa, ma Erdie non conosceva la sua lingua

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Lui disse qualcosa, ma Erdie non conosceva la sua lingua. Però il linguaggio del corpo era lo stesso in ogni dove. Quell'uomo era ormai completamente assorbito dal potere della vampira.

Entrò con disinvoltura, la stanza era priva di decori, ma trasudante di fumo e fuliggine; c'erano tappeti dai colori vivaci e vasi finemente decorati. Nessun simbolo di augurio, nulla che potesse concedere conforto all'animo come avveniva nelle case Egizie decorate con disegni di amuleti per placare le paure del cuore.

Fiore di sabbia, miasma Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora