1. How can you die carelessly?

Start from the beginning
                                    

Per l'amor di Dio, non che io non sappia cosa sia, ma non l'ho mai davvero sperimentato sulla mia pelle: qualche toccata, qualche tipo da stuzzicare e da cui essere stuzzicata, qualche palpeggiamento, ma niente di che. Solo una volta provai ad andare oltre, ma il dolore era così lancinante quando sentii la presenza di un maschio dentro di me che non ebbi il coraggio di proseguire. Non sanguinai nemmeno.

Il maniero mi aveva vista crescere, sotto la vista degli occhi di mio padre, dei suoi colleghi quando venivano a trovarlo per qualche partita, sotto lo sguardo attento delle domestiche, e di mia madre e delle sue amiche che ogni giorno mi dicevano che assomigliassi in tutto e per tutto a lei, con i miei capelli biondi ondulati in natura e gli occhi enormi in cui vi si risiedevano due gemme di apatite che cambiavano il colore in base al mio umore e al tempo, matiallomenes, ecco come li chiamano un paio di occhi così. Un giorno sono blu intenso, l'altro tendono al ceruleo.

Il maniero mi ha vista essere neonata e bambina. E poi quella bambina è diventata adolescente e quell'adolescente stava per compiere vent'anni. Ha visto le mie forme prendere vita, ma non troppo.

Due gambe snelle che avevano determinato la mia altezza, l'uno e sessanta scarso che raggiungevo era normale per le ragazze della mia età, ma a differenza loro io non sarei cresciuta più di così. Costretta a vedere una vita dal basso e mai dall'alto.

Che fosse una lezione morale?
Come una specie di metafora volta a farmi capire di essere condannata a vedere gli altri raggiungere il successo e io ad accontentarmi delle briciole?

Poi c'erano i fianchi, troppo sporgenti per il mio gusto e che nascondevo con delle maglie lunghe prese da un armadio che conoscevo fin troppo bene, che avevano un odore che mi mancava da tanto tempo.

Mi avevano insegnato a nascondere i fianchi e i glutei, erano quelle le due caratteristiche che il mio corpo valorizzava. Avevo il corpo di una prostituta che anche con poche tette riesce a farti girare la testa, o almeno così avevano detto i miei vecchi compagni di scuola.

Sì, avevo le tette un po' piccole, ma questo almeno non mi dispiaceva, potevo indossare qualsiasi vestito senza sembrare indecente, e non l'avrei sopportato, perché con il mio viso da bambina potevo davvero sembrare una sgualdrina bella e fatta, portarmi dei soldi a casa dopo aver finito un amplesso o uno spogliarello.

Altra cosa che mi piaceva di me stessa erano le lentiggini sulle mie guance e sul mio naso, alcune meno visibili di altre. Creavano una costellazione immaginaria, che qualcuno, che aveva fatto parte della mia vita fino a poco tempo prima, collegava con una penna nera, per disegnare delle vere costellazioni.
Collegava i puntini tra di loro e ad opera finita mi spiegava le costellazioni che aveva appena disegnato.
Questa è l'Orsa Maggiore, questa qui è Cassiopea.
Questa è Perseo, quest'altra è Andromeda.
Oggi ti ho fatto la costellazione del Cancro e del Capricorno, i nostri segni zodiacali.
Cambiava costellazione da scegliere ogni volta che lo faceva.

Ed è grazie a lui che imparai a memoria le forme che prendevano le stelle nella notte, non dai libri e nemmeno guardando in alto verso il cielo. Me le disegnava in faccia. Anche quando non era in vena di farlo, perché magari aveva avuto una giornataccia, ma appena mi vedeva con gli occhi supplichevoli di una ragazzina che aveva fatto un brutto incubo o che era stata appena invasa da quei maledetti mostri che le regnavano in testa e che avevano dato il via a un attacco di panico.

Dio, se solo sapesse chi sono diventata dopo la sua mancanza, se solo sapesse che sono dovuta andare in terapia perché quei piccoli grandi bastardi che vivevano nella mia mente avevano preso la meglio dopo ciò che avevo dovuto subire. 
Le pillole che ho dovuto ingerire, le amicizie che ho stretto, le stesse da cui mi avrebbe raccomandato di stare alla larga perché vanno a troppe feste e bevono troppo alcool, le notti insonni che ho dovuto passare, in cui a macchiare di nero il mio viso c'ero ormai solo io.

𝑹𝑬𝑪𝑲𝑳𝑬𝑺𝑺.Where stories live. Discover now