Capitolo 4

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POV: Noah

Cercai di confortarla mettendole la mano sulla spalla, lei inaspettatamente ricambiò il gesto appoggiandosi con la testa sulla mia:

"Perché finiamo sempre in mezzo a ste cose noi?" Chiese;

Non riesco a quantificare quanto fossero vere quelle parole. Ogni volta che accadeva qualche casino io e lei eravamo sempre in mezzo, come delle calamite che attraevano i guai.

"A quanto pare siamo molto fortunati"

Eviterei di descrivervi lo sguardo che mi ha lanciato, un pugno sullo sterno da farmi gelare il sangue.

Rimanemmo in silenzio per tutto il resto del viaggio fino a quando non arrivammo, finalmente, alla nostra scuola, entrammo assieme e venimmo investiti da una marea di adolescenti che iniziavano risse e di compiette felici che amoreggiavano vicino agli armadietti (già dal primo giorno? Seriamente?).

Per un momento ebbi un'allucinazione, credetti di vedere una donna di una bellezza sovrannaturale appoggiata su un armadietto con le braccia incrociate, aveva dei fantastici capelli scuri la pelle chiara e gli occhi verde acqua, di una tonalità perfetta, la mia preferita che ogni volta che guardavo mi ricordava subito... qualcosa o qualcuno di bello e di perfetto per me.
Mi soffermai per qualche secondo, quanto bastava per osservare i suoi lineamenti, così marcati ma comunque dolci leggeri.

Mi sentivo strano, quel volto mi sembrasse così familiare.

Mi osservava con uno sguardo malizioso come se avesse appena scrutato tutti i miei pensieri, mi stropiccia gli occhi e quando li riaprii la donna è sparita.

Astrid stava scuotendo il mio braccio con l'intento di attirare la mia attenzione, abbasso lo sguardo verso di lei e noto che ha un'espressione interrogativa: "tutto ok?"

Aprii la bocca ma uscii solo un "si" incerto.

Riprendemmo a camminare per i corridoi fino ad arrivare alla nostra nuova classe, all'interno c'era solo un'altro ragazzo.

Entrammo insieme e occupammo i banchi in seconda fila, il ragazzo si girò verso di noi e iniziai a studiarlo, i suoi capelli erano scompigliati di un color nero carbone, i suoi occhi sembravano emanare fuoco ardente e il suo sguardo catturava quello dell'individuo che stava osservando, era come se mi stesse ipnotizzano.

Fu Astrid a rompere in contatto ipnotico che avevo con lui apparendo dal nulla alle sue spalle, "Piacere Astrid Lavi, lui è il mio amico Noah, te come ti chiami?"

A volte mi domandavo se quella ragazza avesse la capacità di teletrasportarsi perché non era la prima volta che appariva dal nulla alle spalle di qualcuno come per magia. Lo dico per esperienza.

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