Capitolo 28

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La Rissa E La "Storia Di Valerio"

In questo capitolo sarà presente sia il POV di Chiara che di Mattheo


Mattheo's POV

Mentre facevo le indagini, e mi sentivo ormai un detective, Omar, grazie all'aiuto di Valerio, gli aveva trovato un posto come barista al teatro Barcelò, e al tempo stesso lui e Rebe stavano legando come migliori amici.

Dopo la scoperta della sera precedente, dovevo dire a Guzmán quello che avevo scoperto, probabilmente sarebbe rimasto scioccato del fatto che era stato Polo.

Quel giorno andai a scuola in bici, e lo trovai sul ponte della scuola mentre era solo. Non gli parlavo da tantissimo tempo, ma ero pronto agli insulti. Pedalai e scesi dalla bicicletta pronto ad affrontarlo

«Guarda un po', ciao italiano» disse mentre mi avvicinavo, rimasi calmo davanti a tale provocazione «Ascoltami, di chiedo di lasciare in pace la mia famiglia e quella del mio amico» dissi «Questo è ironico detto da te» disse mentre mi guardava dall'alto verso il basso con quel fare che io odiavo. Mantenni la calma «Vedo che ti dispiace che ho un problema con l'assassinio di mia sorella» aggiunse guardandomi dritto negli occhi. Non distolsi lo sguardo mentre ero fronteggiavo, odiavo il contatto visivo, in risposta dissi la verità

«È stato il tuo amico Polo idiota» dissi serio, lui si tolse lo zaino di dosso «Ma che cazzo stai dicendo?» chiese infuriato, mi afferrò per le bretelle e per la giacca mentre mi spingeva verso la ringhiera del ponte «È già una giornata di merda! E ti ci metti pure tu a provocarmi!» disse rosso di rabbia «È stato Polo!» continuai a urlare «Ti butto di sotto se non la smetti!» urlò Guzmán mentre inarcavo la schiena, con tutta la rabbia nelle vene avevo anche la paura di cadere in acqua, non so quanto fosse alto

«Ascoltami!» ripetei esasperato, lui si voltò di scatto verso di me «Voleva recuperare l'orologio di Carla, ma Christian non ha potuto dire la verità!» Dissi, lui mi spinse ancora, ero sicuro che ora avrei davvero fatto un tuffo

«Ragazzi fermatevi!» urlò il professore di letteratura dalle scale, io e Guzmán ci fermammo e guardammo nella loro direzione: il professor Thomas si avvicinò a noi con un suo collega dai capelli bianchi, il tutto mentre Lucrecia ci guardava. Doveva essersi accorta di quello che stavamo facendo, e per evitare il peggio aveva trovato i rinforzi al momento giusto


«Voi due siete recidivi, non permetterò che succeda un'altra volta» disse la preside a braccia conserte. Azucena era stata avvisata di tale cosa proprio quel giorno, e ora stavano parlando con lei nel corridoio della scuola, mi sentivo imbarazzato, mai in tutta la mia carriera scolastica ero finito in presidenza «Non sono stato io, lui mi ha aggredito» disse Guzmán arrabbiato mentre cercava di giustificarsi, io non dissi nulla «E la verità?» chiese la preside rivolgendosi a me, prima che potessi rispondere, Lucrecia intervenne mentre era seduta a braccia conserte sulla panca del corridoio

«In realtà è stato Guzmán ad aggredire Mattheo» disse lei «Ma che stai dicendo?» chiese Guzmán esasperato «Non ci provare, ultimamente non ti riconosco, sei diventato molto violento» rispose Lucrecia «Devono essere le cattive compagnie» aggiunse

«Anche tu non la passerai liscia» disse la preside puntandomi il dito contro «Voglio parlare con tua madre»

Oh no, stavolta non avevo scampo, non mi ero mai comportato così, mi sentivo una merda «E tu Guzmán sei sospeso per due giorni» aggiunse «Ma cosa sta dicendo? Ci sono gli esami» protestò «Tre giorni, in presidenza con me» disse la preside seria, poi se ne andò con Guzmán che la seguiva. Rimasi da solo a fissare il nulla

Elité |❝La Vita Cambia❞|Where stories live. Discover now