Capitolo 14

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La Festa Di Fine Anno


Lo interruppi «No, di Nano non me ne frega nulla, è di tua sorella che mi interessa» dissi «È inutile, non mi ascolta, e scommetto che il tuo amico non ascolta né te o suo fratello» disse Guzmán. Aveva ragione, Nano non voleva ascoltare nessuno, era davvero una testa calda «Allora tu puoi fare qualcosa per aiutarla? Magari potresti parlare con i tuoi genitori e impedire che lei se ne vada» ipotizzai, rimase per qualche secondo in silenzio, poi scosse la testa

«Io potrei anche provarci, ma sarebbe inutile, che vada anche su Marte, sulla Luna, mi sono stancato di aiutare chi vuole saltare da un dirupo, vuole saltare? Bene, se sopravvive almeno impara» concluse rassegnato alzandosi dal banco da cui era seduto «Ma è tua sorella» insistetti «Mattheo vuoi sapere una cosa? Lei ci ha derubati, ricattati, trattati di merda, sia a me, alla mia famiglia, e a te. E allora perché tu e il tuo amico non parlate con il fratello di quest'ultimo? Per lo stesso identico motivo» concluse, e se ne andò, lasciandomi incapace di dire altro.

Mentre andavo agli spogliatoi per prepararmi ripensai al fatto che si, Samuel aveva cercato di parlare con il fratello, ma era stato tutto inutile. Era rimasta solo Marina da convincere.

Mentre mi cambiavo Ander venne da me «Mattheo, per caso hai sentito Omar?» chiese «No, non me lo fanno vedere» risposi. Da dopo che c'era stato quell'incidente non ero più uscito di casa con gli amici, mi ero chiuso in camera mia rifiutandomi di vedere il mondo. E suo padre lo aveva messo in punizione.


Finito di cambiarmi andai a cercare mia sorella per andare insieme alla festa, la trovai mentre scendeva le scale che collegate al corridoio principale

Era davvero bella: indossava un jeans a zampa d'elefante e una t-shirt nera, con i suoi stivali col tacco eleganti. Io invece mi ero messo un paio di jeans come lei (non a zampa) molto semplici, con le converse e una camicia nera

«Chiara, hai sentito Nano?» chiesi «No, non gli nemmeno scritto» rispose. Notai che aveva una faccia infastidita «Che ti prende?» chiesi «Ho incrociato Lu mentre parlavo con Guzmán, dice che portava "allegria" tra noi due» rispose. Non dissi nulla e ci recammo in palestra:

Era stata addobbata con palloncini gialli e bianchi, lucine e un grande striscione con su scritto FIESTA DE FIN DE CURSO, e in angolo avevano sistemato il tavolo con gli snack e le bevande. La festa iniziò alle 19, non aveva senso rimuginare su quello che era successo, tanto valeva distrarsi.

La serata tutto sommato non fu male, ballai un po' con Chiara, Ander e alcuni compagni di classe. Riuscii a distrarmi con la musica che era davvero coinvolgente, e il cibo era davvero buono.

Fino alle 21:15 andò tutto bene, fino a quando non furono annunciati i vincitori di alcune prestigiose borse di studio. Il premio finale fu una sorta di Venere senza testa, attestato per uno studente del penultimo anno, il vincitore o la vincitrice avrebbe vinto una borsa di studio per la Florida. La vincitrice non era altro che Marina, nella palestra tutti applaudirono, compresi io e mia sorella.


Lei salì sul palco, indossava un vestito nero con dei brillantini, e degli stivali con il tacco bassi. Prese in mano il microfono per parlare «Salve. Vi ringrazio per il premio ma credo che lo meritasse di più qualcun altro, la verità è che io non molto di cui essere orgogliosa quest'anno. Anzi, vorrei approfittare per chiedere scusa, perdonatemi per il male che ho causato: ho deluso le persone che amo, quelle che mi hanno dato tanto in poco tempo. Ho provato a evitarlo, ho cercato di essere una buona figlia, una buona sorella, e una buona amica. E a provare ciò che provavi per me Mattheo» a sentire il mio cuore si fermò mentre la guardavo dritta negli occhi «E magari avessimo avuto la macchina del tempo per ricominciare, ma sono stata me stessa, una testa dura, sempre spericolata, e sempre in mezzo ai guai. Mi dispiace» concluse.

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