COMPAGNIE🧸

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-Nathalie

Mi faceva male la testa.
Davvero tanto.

Ma dopo tutti quei bicchieri d'acqua che Noah mi aveva fatto bere un po' mi era passata la sbronza.

Non aveva creduto alla promessa di Allison.
Non sarei mai stata bene.

Ma una parte di me sperava davvero che potesse avere ragione.

-Ti porto di sopra.- Noah era freddo e distaccato come sempre. Per un attimo mi era sembrato preoccupato ma, parliamoci chiaro, lui preoccupato?

Per me poi?

Si avvicinò e mi sollevò tutto d'un colpo, un braccio nella piega delle ginocchia e l'altro sotto il mio collo mentre la mano mi reggeva la testa penzoloni cercando di tenerla ferma.

Poggiai l'orecchio sul suo petto, seppur spaventata di potergli dare noia e che lui mi urlasse contro.

Non sarei riuscita ad affrontarlo.

Ma sorprendentemente non reagì.

Iniziò a salire le scale, io oscillavo contro di lui, mentre il battito calmo del suo cuore beava il mio orecchio di quella dolce melodia.

Non avevo le forze per odiarlo o per ordinargli di allontanarsi da me, o per ordinare a me stessa di mantenere le barriere necessarie con lui.

Mi fece sdraiare sul letto, poi, senza che gli avessi chiesto nulla, si sedette accanto a me.

-Sei sempre stata così pazza?- Voleva fare conversazione ora?

-Mh no.- Non sembrò importargli che la mia voce fosse bassa, roca e stanca, mi guardava e sembrava persino interessato.

Come se aspettasse che proseguissi.

I suoi cambi d'umore mi disorientavano. Prima sembrava mi aiutasse solo perché si sentiva e obbligato e subito dopo mi dedicava tutta la sua attenzione.

Portai le mani unite sotto la guancia e mi misi a osservarlo di rimando.

Nella stanza non c'era molta luce, era accesa solo la lampada sul comodino affianco al letto che rifletteva sul suo profilo perfetto e sul suo aspetto sempre impeccabile.

-Perché ti comporti così?-

-Mia madre...- ingoiai un groppo in gola. Non seppi perché ma proseguii.

-Mia madre è morta a causa mia. Durante il parto ha preso una malattia mortale. Grazie a delle cure è riuscita a rimanere in vita per otto anni...ma era impossibile salvarla.-

Non ribatté. Rimase a guardarmi impassibile.

Forse, nonostante fosse ben visibile che anche lui si portava dietro molto dolore, questo era troppo da reggere anche per lui.

Non c'erano parole che avrebbero potuto cambiare la realtà, nessuna frase di circostanza mi avrebbe fatta sentire meglio.

Forse, quindi, era meglio rimanere in silenzio.

Forse era stato l'alcol.

Raccontai a me stessa che fu solo quello l'unico motivo per il quale avevo svelato a Noah una cosa che nemmeno la mia migliore amica sapeva.

Pensavo potesse capirmi.

Afferrò la coperta del letto e la tirò su a coprirmi fin poco sotto il mento.

Mi tremò il cuore.

Sentii una scarica elettrica che mi attraversava, perché quel gesto celava una dolcezza che da lui non mi sarei mai aspettata.

Fairy TalesWhere stories live. Discover now