TI VOGLIO TROPPO🌵

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-Ben

Un leggero vento fresco mi smuoveva i capelli e si insinuava sotto il cappotto lungo che avrebbe dovuto scaldarmi ma, oltre a soffocarmi, mi rendeva completamente esposto al freddo di quella sera.

E io stavo tremando, eccome, ma non per il gelo nelle ossa, bensì per ciò che i miei occhi lucidi e offuscati avevano davanti.

Da quando Alex aveva fatto sapere a tutti di essere gay chiunque aveva sempre avuto segretamente una cotta per lui si era fatto avanti.

Ovviamente io me ne stavo dietro le quinte a guardarlo mentre si baciava un ragazzo al giorno e il mio cuore si sgretolava nella sua stretta, ma cos'altro avrei potuto fare?

Non avevo mai provato gelosia nei suoi confronti, forse perché non lo avevo mai visto baciarsi nessuno, che fossero ragazzi o ragazze.

Ma adesso...era come se lo facesse apposta dopo il mio rifiuto di rendere pubblica qualsiasi cosa ci fosse tra di noi.

Forse ero io che volevo pensarla così, sperando di essere ancora nei suoi pensieri. E che in qualche modo la ragione delle sue azioni dolorose fosse collegato a me.

Certo era una ripicca bella e buona nei miei confronti ma almeno era nei miei confronti e non in quelli di tutti quegli idioti che gli sbavavano dietro.

Lui aveva detto che gli piacevo, quindi le ragioni potevano essere due: voleva farmi ingelosire o semplicemente non gli piacevo davvero come lui piaceva a me.

Il punto era che io ne ero completamente ossessionato, e vederlo con altre labbra sulle sue dopo che anche le mie avevano sfiorato quei petali rosa e morbidi che aveva come bocca, mi faceva male, sentivo fisicamente delle strette al petto.

Lo volevo, e sapere che non potevo averlo per colpa mia, per colpa di una paura che albergava dentro di me, mi faceva infuriare.

Avevo paura, era una vita che rinunciavo alle cose per timore di sbagliare o di risultare un fallimento.

Soprattutto agli occhi di mio padre.

Cercavo di essere accettato da lui, sin da quando ero nato Henry era sempre stato l'unico perfetto, e io solo "l'altro fratello".

Se avesse scoperto chi ero veramente non mi avrebbe più nemmeno guardato in faccia, mi avrebbe cacciato di casa.

Perché non potevo essere come Henry? In quel caso mi avrebbe accettato, se solo fossi stato normale.

Quindi, nonostante volessi così tanto essere solo suo, di Alex, e che lui diventasse solo mio, non potevo.

Semplicemente avrei dovuto rinunciare anche a lui.

Era una verità che forse non sarei mai stato in grado di accettare.

Non feci caso alle piccole lacrime che mi puntellarono gli zigomi, mi rendevano solo più ridicolo di quanto già non fossi.

Ma alla fine nascondermi dal mondo, da me stesso, a cosa mi aveva portato?

Mi aveva portato solo in una strada buia, fredda, ad assistere ad Alex che se ne stava avvinghiato a un bimbetto dai capelli rossi e un gusto orribile nel vestire.

Non mi ero neppure accorto di aver cominciato ad avanzare verso i due, poggiati contro il muro grigio di un palazzo.

Le mani di Alex lo toccavano come avevano toccato me.

Sfioravano la pelle di un viso che però non era il mio.

Fu un misto di sensazioni negative che mi fremevano sotto pelle a controllare i miei movimenti. A far sì che le mie dita si stringessero attorno al cardigan blu elettrico e slabbrato del ragazzo, per poi scaraventarlo contro il cemento umido di pioggia.

Probabilmente dentro di me sapevo che lui non aveva colpe, infondo nemmeno Alex le aveva, l'unico colpevole ero io, ma al momento era come se il mio cervello avesse smesso di funzionare.

Iniziai a prenderlo a pugni in ogni punto che mi capitava sotto tiro. Non sentivo la voce di Alex che mi intimava di fermarmi, o le sue mani che provavano a farmi alzare dal corpo ormai stremato del ragazzo.

-Ben, ma che cazzo...?-

Mi spintonò all'indietro facendomi barcollare, ma afferrò il colletto del mio cappotto prima che cadessi a terra anche io.

Rimasi ammutolito davanti al suo sguardo di rimprovero.

-Ma che ti prende Ben? Tu non sei questo.-

-Non lo so nemmeno io chi sono Alex. E probabilmente non lo saprò mai.-

-Ben- si avvicinò pericolosamente al mio viso, mentre le mie labbra iniziavano a tremare per la vicinanza del suo calore con il mio corpo.

Un calore che solo una volta avevo sentito ma che da quel momento ne avevo avvertito la mancanza per un tempo che mi era parso troppo lungo da sopportare.

-Non puoi chiedermi di nascondermi. Se tu vuoi farlo fa pure, vivi nella vergogna. Ma io non posso starti accanto in quel modo. Finché non sarai pronto per farti vedere da tutti davvero per quello che sei, non ci potrà essere nessun noi. Ti aspetterò Ben...-

posò una mano sulla mia guancia, ormai coperta di lacrime per la verità di quelle parole, una verità che non volevo vedere.

Una consapevolezza amara: se lui non era al mio fianco la colpa era mia. -ti aspetterò, ma fino a quel momento non puoi pretendere che io non mi faccia una vita mia.-

Ricambiai il suo sguardo, rabbrividii davanti ai suoi occhi scuri a causa del buio ma che nonostante non ne potessi scorgere il colore, mi facevano l'effetto di sempre.

-Non posso chiederti di aspettarmi Alex, lo vorrei ma non sarei mai così egoista, non con te.-

-Non ti aspetto perché me lo chiedi tu, ma perché lo voglio io.-

-E se io non riuscissi mai a superare la mia paura? Se tu dovessi aspettare per sempre? Non me lo perdonerei...-

La disperazione nel mio tono era ben udibile. Ne ero certo, la sentiva anche lui.

Solo in quel momento mi ero reso conto di quanti fossi stato stupido a pensare che il suo comportamento fosse solo un modo per ferirmi.

-Aspetterei per sempre. Ma so che ce la farai Ben, credo in te. E a quel punto potremo stare insieme.-

-Scusami Alex, davvero. Non avrei dovuto fare questa scenata è solo che...-

Era stato infantile prendermela con lui.

-Non c'è bisogno che ti scusi. Tu mi piaci Ben, davvero. E se per stare insieme dovrò aspettare una settimana, un mese, un anno...lo farò. Se siamo destinati finiremo insieme. E io lo so, lo sento che è così.-

-Grazie, davvero.-

Si allontanò piano dal mio corpo scosso dai singulti, per poi aiutare il povero ragazzo ad alzarsi. Si caricò un suo braccio sulla spalla e per un'ultima volta voltò il viso nella mia direzione, prima di allontanarsi con passi lenti.

"La nostra era solo una separazione momentanea", dissi a me stesso.

Avrei superato tutte le barriere che ci dividevano, avrei trovato un modo, se non per me stesso almeno per lui.

Aveva fatto un passo nella mia direzione, mi aspettava a metà strada. Adesso era compito mio raggiungerlo.

Dovevo solo trovare il modo.

Scusate per il ritardo nella pubblicazione, la prossima settimana spero di essere più precisa

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Scusate per il ritardo nella pubblicazione, la prossima settimana spero di essere più precisa.
A presto.
Hcaep👑

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