ATTRAZIONI SEGRETE❄️

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-Ben

Avevo sempre pensato che qualcosa in me non andasse.

Da piccolo ero sempre stato troppo timido.
Crescendo avevo notato quanto trovavo difficile stringere amicizia con le persone.

Ma soprattutto mi aveva fatto paura capire che non provavo niente a baciare le ragazze.
Potevano essere delle più belle...il mio cuore non si muoveva.

Mentre con lui era diverso.

Alex era un giocatore nella mia squadra di basket.
Lo avevo notato subito.
D'altronde non era un segreto la sua bellezza.
L'avrebbe notata chiunque.

Ma probabilmente gli altri ragazzi gli avevano dedicato solo un'occhiata veloce, come avrei dovuto fare anche io.

Che invece avevo imparato a memoria ogni suo gesto, come quando con le dita raggiungeva il ciuffo castano per scompigliarlo, o quando rideva e portava la testa all'indietro mordendosi il labbro.

Ogni volta che mi investiva con quegli occhi color resina io mi ci perdevo dentro.

E lo invidiavo.

Era sempre così dannatamente perfetto.
I capelli scuri sempre in disordine, eppure sembravano messi apposta in quel preciso modo; il fisico scolpito che mi ripromettevo di non ammirare ogni volta che me lo ritrovavo davanti mentre facevamo la doccia dopo l'allenamento, ma finivo sempre per rimirare quegli addominali mozzafiato, cercando di non farmi notare ovviamente.
Il suo nasino piccolo, le labbra piene, le braccia forti e muscolose...

Solo di una cosa ero certo: non avrei dovuto avere questi pensieri su di lui.
Come non avrei dovuto sentire mancarmi la terra sotto i piedi quando mi era vicino, o balbettare quando veniva a parlarmi con la sua voce roca e seducente.

E di certo durante gli allenamenti mi era difficile rimanere concentrato.
A volte lo beccavo a fissarmi di nascosto, ma probabilmente era solo perché mi trovava uno stupido e aveva notato che non gli staccavo gli occhi di dosso.

Erano cinque anni che facevo finta di non provare nulla per lui, mi autocommiseravo ogni momento della mia vita pensando a quando fossi ridicolo e cercavo di evitarlo il più possibile per non finire per fare delle figuracce in sua presenza. Come ad esempio non riuscire a nascondere le scintille che mi saettavano nelle iridi quando lo guardavo.

Non lo avevo ancora detto ad Allison e a Nath, ogni volta mi riproponevo di farlo ma poi qualcosa mi fermava.

Imbarazzo.

Paura di essere giudicato.

Mi fidavo di loro ma una parte di me trovava difficile aprirsi, cosa avrebbero pensato di me?
Però glielo avrei detto.
Prima o poi...glielo avrei detto.

Infilai nell'asola l'ultimo bottone e mi guardai allo specchio. Avevo accettato di andare a quella stupida festa solo perché avevo saputo che ci sarebbe stato anche lui. Eppure adesso il pensiero di vederlo mi provocava un'ansia sconsiderata.

Passai una mano nel ciuffo biondo, che prontamente mi ricadde sugli occhi.

Scesi le scale, concentrandomi sul rumore degli scalini in legno che scricchiolavano, cercando di non pensare a lui.

Il suo viso però si fece spazio tra i miei pensieri, bello e sorridente come sempre. Era inutile cercare di allontanare dal mio cuore quei sentimenti dolorosi, loro rimanevano sempre aggrappati lì.

-Tesoro, dove vai?- La voce di mia madre mi arrivò dal salotto, svoltai l'angolo e la trovai stesa sul divano con un libro tra le mani. I lunghi capelli biondi erano raggruppati in una crocchia disordinata e gli occhi nocciola mi fissavano attenti.

Fairy TalesWhere stories live. Discover now