CAPITOLO 5

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Durante le sue spedizioni ai fronti Annabeth aveva visto davvero di tutto: arti strappati via da esplosioni, sangue e viscere sparse sul terreno, corpi dilaniati dai detriti.
Spesso i feriti gravi di cui si occupava non facevano nemmeno in tempo ad essere caricati sulle camionette dirette all'ospedale che perdevano la vita.
Purtroppo questo era il destino che attendeva la maggior parte di chi veniva soccorso dopo scontri particolarmente violenti.
Tuttavia questo ragazzo li smentiva tutti, non si spiegava come fosse riuscito a sopravvivere ad un attacco così feroce, con ferite simili. Il suo improvviso risveglio aveva portato Annabeth ad osservarlo con gli occhi increduli e spalancati, come se aspettasse un'imminente reazione da parte sua: dopotutto, era abbastanza comune uno spaventoso miglioramento di salute prima della dipartita del paziente, per questo voleva accertarsi che fosse cosciente e vivo per i prossimi cruciali minuti prima di avvisare qualcun'altro.
Riusciva a malapena a vedere il luccichio del riflesso del sole negli occhi del ragazzo sotto il bendaggio che gli avevano avvolto addosso per tenere sotto controllo le ustioni.
Percy non aveva più aperto bocca dopo quel "grazie" rantolato faticosamente, il respiro era tuttavia stabile e i muscoli abbastanza rilassati, cosa che fece abbassare la tensione anche ad Annabeth stessa..
Il momento, tuttavia, durò solo qualche istante, venendo interrotto da una voce graffiata:
《A-acqua, sete.》
Annabeth si guardò attorno, alla ricerca di qualche risposta da dargli per non "agitarlo":
《Riposati, va tutto bene, chiamo qualcuno che ti porti dell'acqua》
Mentre gli sussurrava quelle parole, sentì dei passi farsi sempre più vicini: Will, assieme ad altri medici, stava facendo il controllo dei pazienti mattutino.
Sbucò leggermente fuori dalle tende bianche dello scompartimento, sventolando un braccio per farsi notare senza disturbare gli altri pazienti.
Will… Will, vieni subito, ho bisogno di te-
Il ragazzo si congedò dai colleghi raggiungendo con una corsetta l'amica:
《Annabeth, tutto bene?》
La ragazza fece un cenno con la testa al lettino, annuendo lentamente con la testa.
Will sbuffò divertito, mentre si avvicinava a Percy che cantilena gracchiante di volere la sua acqua.
《Non so chi abbia come suo custode, ma sicuramente gli vuole davvero bene per averlo fatto sopravvivere ad un intervento così》
《Che vuoi dire?》
Will si ravanò nella taschino del camice bianco, tirandone fuori una fiaschetta d'acqua che versò gentilmente sulla bocca di Percy per farlo bere.
《L'intervento che ha subito è stato uno dei più complicati che abbia mai fatto: emorragie interne, schegge conficcate nei tessuti delle gambe, onestamente, per i mezzi che abbiamo, sono stupito sia ancora in grado di parlare.》
Annabeth si voltò in direzione di Percy che aveva ripreso a dormire non appena aveva ingoiato l'ultimo sorso d'acqua.
Tastò le bende che aveva addosso con grande delicatezza, disegnando con le dita i punti di sutura che si potevano percepire al tatto.
《Bisogna cambiare le garze, sono sudate e impregnate del sangue spurgato, rischia di infettarsi così.》
Will approvò con il capo, sorridendo soddisfatto.
Si dileguò a passo svelto per tornare poco dopo con il materiale per procedere con la medicazione.
《Fallo tu, so che hai molto più talento di quello che dimostri, mi fido di te.》
Annabeth sorrise a quelle parole e, gonfiando il petto d'orgoglio, afferrò gli attrezzi studiandoli uno ad uno nelle sue mani.
Rivolse uno sguardo a Percy, ancora dormiente, posandogli una mano sulla fronte per spostare una ciocca di capelli:
《Stai tranquillo, cercherò di farti provare meno dolore possibile》
Scostò le pesanti coperte poste sopra di lui per tenerlo al caldo, sbattendo leggermente le palpebre quando si accorse che non era stato vestito con la solita camicia da notte che fornivano all'ospedale.
Si legò i capelli nella sua solita coda e si inumidì le labbra con la lingua quando iniziò a tagliare con le forbici le bende che si erano leggermente attaccati alla pelle viva.
I suoi occhi saettavano pensierosi da una parte all'altra, studiando centimetro per centimetro il suo corpo e i minimi spasmi che faceva.
Tanto era concentrata che non si accorse che Percy si era ridestato non appena il freddo lo aveva colpito quando gli aveva allontanato le coperte.
Era incuriosito da tutto quel movimento che stava avvenendo attorno a lui, per questo motivo aveva deciso di aprire gli occhi ancora leggermente ed osservarequello che gli stava accadendo, cercando non disturbare la ragazza mentre aveva un paio di forbici tra le mani liberandolo da quelle garze.
Annabeth si sistemò dietro ad un orecchio una ciocca bionda che le pendeva davanti alla faccia, scrollandosi le mani soddisfatta del lavoro svolto fino a quel momento.
Osservò le enormi cicatrici sul corpo del ragazzo, sospirando appena mentre prendeva la tintura di iodio per disinfettarle.
《Sono ridotto piuttosto male eh?》
La ragazza si irrigidì di scatto, girandosi verso di lui.
Percy accennò ad una risata leggermente rantolata.
《Dovresti vedere la tua faccia: ha la stessa espressione di qualcuno che ha visto un fantasma》
Annabeth, afferrò un batuffolo di ovatta, intingendolo nel liquido.
《Beh, onestamente, dopo tutto quello a cui sei sopravvissuto non escluderei questa tua natura》
Si sedette sul lato del lettino, cominciando a disinfettare i punti.
《Onortatissimo》
《Sei sempre così spiritoso? Quasi quasi ti preferivo quando dormivi》
I muscoli dell'addome del ragazzo si contrassero leggermente ad una pressione troppo forzata sulla cicatrice.
《Tu invece sei sempre così delicata o è un talento innato?》
Annabeth accennò un ghigno provocatorio, premendo di nuovo, leggermente nella zona che di cui si stava occupando.
《Direi talento innato》
Percy tossì leggermente al fastidio che aveva provato, sorridendo di rimando:
《Allora sono stato fortunato ad essere assegnato a te, non oso immaginare le altre》
《Non farti venire troppi pensieri, dopotutto, devi riposarti》
Il ragazzo scosse la testa affondandola nel cuscino e, alzando debolmente un braccio, ammise la sua resa, era effettivamente troppo stanco per continuare a controbattere con così tanta foga.
《Touchè》
La ragazza sorrise vittoriosa, mentre tagliava l'ultima garza pulita da applicargli addosso.
《Le ferite stanno guarendo bene e ti stai riprendendo più in fretta delle nostre previsioni, per mia fortuna, non dovrai stare qui tanto.》
Di rimando ricevette uno sbuffo divertito.
《Annabeth Chase, piacere di conoscerti》
Gli porse la mano che venne prontamente ricambiata:
《Percy, Percy Jackson, il piacere è mio.》

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