48/ l'ho persa

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                                 Pov Matteo

Ha fatto male, tanto, ma me lo aspettavo.
Non riesco nemmeno a guardare in faccia Ginevra, mi limito solo a mettermi sul balcone a fumare una canna mentre lei prende tutta la sua roba.
Sono incazzato nero, sia con lei che con Giorgio.
Ho visto in questi mesi come la guardava e tante volte ho avuto sospetti, ora torna tutto, tutte le volte che Ginevra non mi parlava per poi scopare, le volte che sparivano insieme, ogni cosa.
Di solito le canne mi aiutano a calmarmi ma stavolta non ci riesco, sono nero dalla rabbia.
Potevo aspettarmi una cosa del genere da tutti ma non da lui, da Giorgio, il mio cazzo di migliore amico.
Mentre penso a questo sento la porta sbattere, se n'è andata, stavolta per sempre, non come le solite litigate dove poi tornavano sempre l'uno dall'altra.
Quando sento quel rumore della porta che si chiude ho un vuoto enorme al cuore.
L'hai persa Matteo, non tornerà più, lo sapevi, perché ci stai male allora?
Ah sta zitta, non cominciare, fa male perché cazzo mi aveva giurato amore eterno, ho fatto qualsiasi cosa per quella cazzo di donna e lei ha fatto come tutti, se n'è andata.
Matte smettila, non hai saputo darle le attenzioni che voleva ed è andata da qualcuno che gliele ha date.
"Quel qualcuno era il mio cazzo di migliore amico" urlo tirando un pugno sul muro del balcone.
Non ne posso più, non riesco più a tenermi tutto dentro.
Dio Santo quanto vi odio, vaffanculo Giorgio, vaffanculo Ginevra, non riesco a crederci che mi avete fatto questo.
"Che cazzo ho fatto di male dio?" Urlo tirando ripetutamente dei pugni al muro così forti da farmi sanguinare le nocche.
"Perché? Perché a me? Non credo di aver sbagliato, ho fatto tutto per te Ginevra, perché mi fai questo? Perché Giorgio? Anche tu, tu che eri l'unico da cui non me lo sarei mai aspettato" dico in ginocchio davanti alla mia scrivania con le lacrime amare che rigano il mio viso.
Dopo un bel pianto liberatorio tutto il dolore è uscito fuori, ma la rabbia è ancora lì.
Guardo la foto di me e Ginevra che ho sulla scrivania e la lancio per terra, poi prendo il telefono e chiamo Giorgio.
"Ao Matte dimme" risponde Giorgio,
"Dobbiamo parlare, tra mezz'ora al parco di fronte casa tua" dico e riattacco.
Adesso basta, non mi terrò più niente dentro.

SBAGLIARE INSIEME / mostroWhere stories live. Discover now