3. Mi serviva un tuo abbraccio

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Pov Ginevra

Raggiungo Giorgio sul terrazzo, vedo una sagoma nera fumare vicino alla ringhiera. Mi avvicino e gli do' una pacca sulla spalla, si volta a guardarmi e mi sorride.
"Ginny. Manco mi ero accorto che eri qui" dice gettando la sigaretta fuori dal terrazzo.
"Lo vedo. Stavi sovrappensiero?"
"Sì" ammette. "E ho scritto anche qualche riga mentre ti aspettavo"
Inarco le sopracciglia. "Wow!" esclamo. "E che cosa hai scritto?"
Mi porge il suo telefono con lo schermo acceso.
Leggo la nota.
Oggi ho cattive intenzioni
Quindi levati dai coglioni, guardo fuori
Mentre aspetto solo che il tempo peggiori
Io sono perso e tu mi ignori, siamo soli
Questo vento porta in alto e dopo strappa gli aquiloni
E se ne vanno via sempre i migliori
Io devo essere proprio una merda, un bastardo senza valori
Perché se amo, amo male, tu fai bene se mi odi
Un muro senza foto a cui ho lasciato solo i chiodi
Resto a fissare le parole, anche dopo aver letto tutto quanto. Mi viene da piangere, mi fa commuovere il suo modo di scrivere. "Parole toste, Gio" gli ridò il telefono.
"Sì, ma niente di speciale"
"Niente di speciale? Quello che scrivi mi arriva tutto dritto dentro al cuore. Ti sento. E sento tutta la sofferenza dietro a quelle parole Gio"
Mi abbraccia all'improvviso. Fa un sospiro lungo. "Mi serviva" sussurra.
"Cosa?" chiedo, sussurrando anch'io.
"Mi serviva un tuo abbraccio"
Ci stringiamo dondolando abbracciati.
"Ti senti meglio adesso?"
"Sì, decisamente"
Mi accarezza la schiena dolcemente, senza essere per niente invadente.
"Quanto profumano i tuoi capelli" dice annusandomeli.
"Anche te esageri con lo shampoo" dico annusando i suoi.
Ci stacchiamo dall'abbraccio dopo non so quanti minuti. Riprendiamo a parlare staccati, uno di fianco all'altro, con la schiena poggiata sulla ringhiera del terrazzo. "Vuoi?" mi passa una sigaretta.
"Grazie" dico facendomela accendere da lui. 
I suoi occhi vengono illuminati dalla fiamma dell'accendino. Riesco a vedere il riflesso del fuoco nelle sue iridi.
"Comunque con quello che hai scritto prima puoi tranquillamente farci una canzone" affermo mentre fumo.
"T'e piaciuto quello che ho scritto, sì?" sorride mentre lascia uscire il fumo dalle narici.
Annuisco. "E certo. Che domande fai"
Restiamo in silenzio un po'.
Questa sera percepisco qualcosa di strano nell'aria.
Non so esattamente che cosa.
Nei nostri silenzi sento parole, come se Giorgio volesse dirmi qualcosa.
Sono curiosa. Chissà cosa sta pensando mentre mi fissa.
"A che pensi, Gio?" chiedo curiosa.
Scuote la testa e alza le spalle. "In questo momento non penso a niente"
Cosa vorrà dire questa risposta? Mah. Posso dire che questo ragazzo, conoscendolo da un po', è tanto enigmatico. È come una matrioska.
Devi scoprire tu se nella risposta c'è un'altra risposta.

SBAGLIARE INSIEME / mostroWhere stories live. Discover now