15. Denmark Tanny

Comincia dall'inizio
                                    

-"Che fai?"- chiese una voce femminile che mi fece sobbalzare.

-"Niente!"- feci finta di nulla.

-"Okey..su la maglietta"- disse avvicinandosi.

-"Va bene.."- acconsentii ancora scettico e mi sedetti sul divanetto lì vicino tirando su la maglia.

-"Dev'essere disinfettata!"- continuò lei osservandola.

-"Aspetta quello è alcool?!"-

-"Sì, è il rimedio migliore, l'ha usato poco fa pure Lydia"- fece per rassicurarmi.

-"Sì ma erano ferite più piccole. Erano..erano semplici graffi ma questa.."-

-"Non ti preoccupare John ci penso io, tu pensa solo a non muoverti"- era più facile a dirsi che a farsi.

-"Ok, chiudi gli occhi, conto fino a tre, uno..due.."- al posto del tre mi arrivò una scarica di bruciore allucinante. Non riuscendo a resistere tirai un urlo abbastanza forte, fortunatamente Sarah mi tappò la bocca.

-"Shhh! Ma che stai facendo?!"- mi sussurrò arrabbiata.

-"Mio dio.."- sospirò.

-"Scusa.."- mi sentii in imbarazzo, io? John b Routledge in imbarazzo con una ragazza? Ma che diavolo mi stava facendo Sarah Cameron? Pensai.

-"Non avevo mai sentito qualcuno piagnucolare così"- riprese a parlare lei.

-"Ahià, togli, ferma!"- le diedi uno schiaffetto sulla mano.

-"Chiedi scusa"- mi guardò indignata lei ma pur sempre nascondendo il suo sorrisetto divertito.

-"Scusa, scusa..."- quell'aggeggio infernale mi stava facendo impazzire. Per cercare di distrarmi cominciai a guardare altrove e il mio sguardo cadde di nuovo su quel ritratto. E così imposseduto da un'innata curiosità le chiesi cosa sapeva riguardo ad esso.

-"C‐chi è il tizio sul muro?"- balbettai a causa del bruciore.

-"Ah, Denmark Tanny, il fondatore della Tenny Hill"- rispose la bionda continuando a smanettare con il batuffolo di cotone.

-"Il fondatore?"-

-"mhmm"- annuì confermando.

-"Come può uno schiavo, fondare una piantagione di cotone?"- chiesi.

-"Era un uomo libero"-
-"Era una specie di mistero, è apparso dal nulla e ha comprato tutte le terre quì intorno con l'oro...."- continuò con la sua spiegazione.

-"Aspetta un attimo..."-

-" La Royal Merchant "- dimmo in contemporanea guardandoci negli occhi.

-"Denmark Tanny....io ricordo quel nome...era sulla Merchant.....ma..non ci furono superstiti....Cos'altro sai su di lui?!"- le chiesi in preda all'adrenalina.

-"Ehm..quando ci trasferimmo trovammo un diario, un almanacco, un mucchio di carte...Ward ha donato tutto agli archivi degli studenti a Chapel Hill"- concluse di spiegare Sarah.

-"Possiamo andarli a vedere se vuoi...mio padre ha il permesso per entrare"- mi informò.

-"Davvero?!"-

-"Certo, perché no?"- corsi ad abbracciarla, avevo ricevuto finalmente una bella notizia. Forse saremmo riusciti ad andare più a fondo con questa storia.

-"Ehm..non lo fare mai più"- disse lei staccandosi e ridacchiando imbarazzato.

-"Ehm..sì scusa"- dissi per poi prenderle il polso e trascinarla fuori....nuova avventura arriviamo!

...

Dovevamo prendere dei biglietti per arrivare a Chapell Hill, ma...ovviamente con la mia solita sfortuna i biglietti erano terminati.

-"Ehh adesso?"- mi chiese scoraggiata la bionda.

-"Ehmm seguimi!"- le presi di nuovo la mano.  Era diventata una sorta di abitudine ormai.

-"Ok! Sì, certo ok..."- disse raggiungendomi.

-"Sei mai stata sul rimorchiatore?"- le chiesi.

-"Un cosa? Non dirai sul serio!"- esclamò.

-"Senti dobbiamo salire su questa chiatta, ci penso io"- le dissi -"sono i miei amici tu aspetta"- continuai

-"Ehm..ok"-

Sarah

John b era andato a parlare con i suoi "amici" mentre io ero quì, ferma ad aspettarlo.

-"Allora?"- chiesi vedendolo avvicinarsi.

-"sono..pieni.."- disse con un colpo di tosse palesemente finta, cercando di non farsi sentire dalla sottoscritta.

-"Cosa? Non ho capito? Chi?.."- lo stavo prendendo in giro e devo dire che ne era valsa la pena, le sue espressioni facciali erano tipo...fantastiche.

-"Ti odio!"- esclamò lui arrendendosi.

-"E poi, che c'è, hai un'idea migliore?"- chiese poi sfidandomi.

-"Certo!"- Sfida accettata. Lo superai andando a recuperare degli impermeabili giallo canarino che erano appoggiati lì nelle vicinanze, ne porsi uno a John b, che lo indossò subito senza fare domande, "bravo bimbo" pensai.

-"Ok, ora prendi una bombola, sbrigati!"- gli dissi, lui seguì perfettamente le istruzioni seguendomi a passo svelto.

Eravamo dentro, ci eravamo riusciti eravamo entrati nella barca senza che nessuno se ne accorgesse. Seguimmo un corridoio che ci portò in una cabina dove vi erano delle luci rosse. Dopo un pò sentimmo un tonfo che ci fece barcollare. Fortunatamente la presenza di John b mi sorresse non facendomi cadere, lo guardai sorridente.

-"Ci stiamo muovendo!"- dissi emozionata. Quella era forse una delle cose più folli che feci in tutta la mia vita.

.....

Stavamo chiacchierando mentre attendavamo di arrivare a destinazione quando John b si fece un pò serio e mi porse una domanda diversa dal solito.

-"Hai presente le balene, quando fanno quei suoni profondi?"- lo guardai incuriosita -"che fa tipo..."- fece un verso alquanto strano ma allo stesso tempo carino.

-"Sì, perché?"- domandai ridendo.

-"Beh è così che comunicano da un lato all'altro dell'oceano....ed ecco, io...lo so che può sembrare davvero strano ma.....io sento mio padre che mi chiama...come se volesse il mio aiuto, come se ne avesse bisogno..."- concluse.
Sentii un crac nel mio cuore...mi dispiaceva un sacco per lui...

-"Ma..io non lascierò che i miei sentimenti influiscano con la missione"- continuò con uno strano accento russo, penso per sdrammatizzare la situazione che si era andata a creare.

-"No, no compagno"- dissi con lo stesso accento.

-"decisamente no..."- continuai questa volta senza l'accento.

Lo osservai mentre chiudeva gli occhi, cercando di riposare, di dimenticare i suoi problemi. Sembrava tormentato dai suoi pensieri, dalle sue preoccupazioni. Da tutto ciò che gli girava intorno. Come biasimarlo.
Quanto avrei voluto aiutarlo, in qualsiasi cosa o modo, risparmiargli quel dolore... ma sapevo che qualsiasi cosa avessi fatto o detto, non sarei mai riuscita a colmare completamente il vuoto che si era ormai impadronito del suo cuore. Che lo stava consumando lentamente.

𝐎𝐜𝐞𝐚𝐧 𝐁𝐥𝐮𝐞 𝐄𝐲𝐞𝐬 ┊𝑱𝑱 𝑴𝒂𝒚𝒃𝒂𝒏𝒌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora