{IN TRAPPOLA PT.3}

5 0 0
                                    

Dopo la lite, Lydia chiamò la polizia, ma gli chiusero il telefono in faccia.
Allison stava uscendo di testa, insieme a Lydia. Stiles continuava a oscillare lo sguardo da me a Scott. E Jackson sembrava che sapesse più di quello che potesse sapere. Io...io non sapevo più cosa fare. Ero io la Hale, quella "esperta", ma non sapere, non conoscere, insomma essere nell'ignoranza pura mi faceva sentire schiacciata.
Continuavano a fare domande a Scott, e l'unica che rivolsero a me fu: 《Perché Derek ci vuole uccidere?》Io quindi alzai lo sguardo, e mi sentii subito sovrastata da tutte quelle attenzioni.
《Non è stato Der...》Cercai di ripetere, ma Jackson mi interruppe. 《Sì, sì. Abbiamo capito, non è stato lui. Ma tu hai qualche idea per cui dovrebbe commettere un omicidio di massa, se fosse lui?》
Io lo folgorai con lo sguardo, e poi risposi: 《No. Non ce l'ha. Perché non è stato lui》Ripetei comunque, e il ragazzo sbuffò. A ripensarci adesso, sì, aveva molte ragioni per compiere un omicidio di massa, ma ciò non voleva dire che lo avrebbe fatto. Non lui per lo meno.
《Va bene. Adesso basta. Diamoci tutti una bella calmata, ok?》Si intromise Stiles, prendendo me e Scott da parte.
《Fantastica idea quella di scaricare tutto su Derek, eh?》Notò Stiles a bassa voce, ironicamente.
《Veramente, non sapevo che dire. Mi dispiace Eilie, lo giuro》Cercò di giustificarsi, Scott.
《Sta zitto》Ordinai io, subito dopo.
《Okay, di nuovo. Basta. Dobbiamo trovare un modo per uscire viv da qui》Intervenne Stiles.
《Ma siamo vivi! Avrebbe già potuto ucciderci. Sembra che...ci voglia mettere in trappola》Riflesse poi Scott.
《Cos'è? Vuole fare un banchetto?》Mormorò il ragazzo.
《No, Scott ha ragione. Voglio dire, io ho ragione. In pratica...Vuole vendetta. Anche se non ho capito bene per cosa, ancora》Mi intromisi io, annuendo.
《Forse la famiglia di Allison?》Notò Stiles. E quando lo disse mi si attivò nel cervello un lungo processo di realizzazione, quasi mi dovessi convincere che qualcun'altro fosse sopravvissuto e tornato per cercare vendetta. Scenario che avevo già considerato ma che avevo negato alla mia mente di credere.
Per fortuna, a fermare quel processo ci pensò Jackson. E questa è l'unica cosa per cui gli sono grata, davvero.
《Okay, imbecilli. Nuovo piano. Stiles chiama suo padre e dice di mandare qualcuno con un fucile decente. Siamo d'accordo?》
Stiles puzzava di insicurezza. Puzzava sempre di insicurezza, in realtà, ma in quel momento molto di più.
《Ha ragione. Digli la verità se necessario, ma chiamalo》Intervenne Scott, sprondando il suo amico.
《Facciamo che lo chiama senza dire la verità, ok?》Sorrisi io, anche se quel sorriso era tutt'altro che di felicità.
Stiles sospirò. 《Non voglio vedere mio padre che viene sbranato》Quindi si voltò, scuotendo la testa. Jackson si avvicinò a lui, prendendolo per una spalla, ma Stiles si girò e gli tirò un pugno bello forte, in faccia. Io e Scott ci misimo davanti a Stiles, anche se non dicemmo niente contro di lui perché Jackson se lo meritava.
Però, poi, Stiles tirò il telefono fuori dalla tasca e lo mise all'orecchio.
《Ehi, papà. Sono io...e c'è la segreteria. Devi richiamarmi appena puoi, anzi, immediatamente》Disse Stiles dopo un po' di secondi. Subito dopo, sentimmo due colpi contro la porta. Tutti si ritirarono, lontano dalla porta.
《Siamo a scuola, papà, siamo a scuola》Continuò lui, in un apparente calma. I colpi alla porta continuavano, e io non sapevo minimamente che cosa fare. Si iniziarono a staccare delle viti, e delle sedie caddero. Ero un cazzo di lupo mannaro e non potevo proteggere un gruppo di adolescenti.
《Le scale della cucina》Propose dopo un po' Stiles.
《Ma salgono soltanto》Notò poi Scott.
《Sempre meglio che qui》Quindi, prima che le porte cedettero, ci misimo a correre per la cucina e poi per le scale, continuando a salire, fino a che arrivammo in un aula di chimica.
Scott bloccò la porta con uno sgabello, anche se sapeva benissimo che era come usare una formica per fermare un elefante.
《Jackson, quanti ce ne entrano nella tua macchina?》Chiese Scott.
《Cinque, se ci si stringe un po'》
《Cinque? Ma hai visto che porche hai? Non ci si starà nemmeno in tre》Obbiettai io, conoscendo il modello della macchina.
《Non è quello il punto, non c'è modo di uscire di qui senza attirare l'attenzione》Continuò Stiles.
《Preferisci rimanere qua a morire?》Obbiettai, non ricevendo nessuna risposta.
Poi, Scott notò una porta d'emergenza vicino alla lavagna.
《Porta sul tetto. Usando le scale antincendio arriveremo nel parcheggio in un attimo》Riflesse, a bassa voce, facendo sentire solo me e Stiles.
《È chiusa》Constatò Stiles, provando ad aprirla.
Scott riflesse per un momento. 《Il bidello ha la chiave!》
《Vuoi dire il cadavere?》Domandò Stiles.
《Posso fiutare l'odore del sangue》Proposi poi io, trovando Scott favorevole.
《Be', mi sembra una pessima idea. Altro?》Tentò Stiles, ma io e Scott eravamo già verso la porta d'uscita annunciando a tutti il nostro piano.
《Dite sul serio?》Chiese Allison, più a Scott che a me.
《È il piano migliore. Se vogliamo andarcene, qualcuno deve prendere la chiave》La rassicurò lui.
《No! Non puoi andare, sei disamato》Obbiettò ancora la ragazza. Lui quindi si guardò intorno, in cerca di un qualcosa simile ad un arma, e trovò quel bastone di metallo che usano i professori per indicare le cose alla lavagna.
《Questo andrà bene》Annuì lui. E io scossi la testa, guardando per terra e  perdendo le speranze.
《Deve esserci qualcos'altro》Insistette Stiles.
《C'è, infatti》Si intromise Lydia, attirando tutta l'attenzione su di sé. Quindi guardò verso un armadietto pieno si botticine e cose strane.
《Vorresti fargli una doccia con l'acido?》Chiesi basita io.
《No, tirargli una bomba》Spiegò, come se fosse ovvio. 《Qui c'è tutto il necessario per creare una molotov con auto-innesco》
Fuoco. Il mio cervello si spegneva ogni volta che sentivo qualsiasi cosa che potesse portare fuoco. Tutti i ricordi che avevo di quella sera venivano a galla solo pronunciando la sola e innocente parola fuoco.
《No》Ordinai io, dopo aver fissato per un minuto il vuoto, intanto che avevano continuato a dialogare e cominciato a costruire la bomba.
《Cosa no?》Chiese confuso e senza pazienza Jackson.
《Ho detto no!》Alzai la voce, e così Lydia smise di mescolare ingredienti strani. 《Niente fuoco》Sussurrai. La mia mente era in tilt. Era come se avessi scritto al posto degli occhi "error 404", tipo un robot in corto circuito.
《Eilie, capiamo la tua situazione, ma non mi sembra il momento adatto per tirare fuori i tuoi disturbi post traumatici》Si lamentò Stiles, e per quanto avessi voluto tirargli un pugno mi trattenni.
《Ho detto niente fuoco》Ripetei, scandendo le parole.
《E che cosa dovremmo fargli? Le carezze!? Muoviti e continua questa roba》Ordinò Jackson, esasperato.
Mi si creò un nodo in gola. Volevo continuare a parlare, ma non ci riuscivo. La paura stava sovrastando la rabbia e la rabbia stava sovrastando il buon senso. Quindi, stetti ad osservare, con i ricordi che mi passavano per la mente offuscando la situazione presente.

《Ecco, ne ho fatte due》Disse Lydia, mettendomi una bottiglietta di vetro in mano. Io ero ancora immobile, fissando spaventata l'oggetto. 《Dovete semplicemente lanciargliela contro e questa farà il suo dovere. Okay?》
Scott annuì, e io feci un versetto distratto. Lydia a quel punto sbuffò e fece il giro del tavolo dove si era appoggiata, avvicinandosi a me.
《Va bene, adesso devi darti una svegliata》Ordinò, tirandomi due schiaffi gentili sulle guance subito dopo. Io spalancai gli occhi, probabilmente svegliata dagli istinti di difendermi dagli schiaffetti.
《Va meglio?》Chiese poi.
《Credo di sì...》Mormorai, sbattendo forzatamente le palpebre, per riprendermi.
《Bene, adesso andate》
Ci dirigemmo verso porta, e io spostai lo sgabello per aprirla, ma di nuovo Allison fermò Scott, prendendolo da un polso.
《No, è una follia, non potete farlo. Non potete andare là fuori》
Io quindi sbuffai, e aspettai che Scott le disse l'ultima cavolata romantica e potessimo andare.
《Vuoi aspettate che il padre di Stiles ascolti la segreteria?》Replicò Scott.
《Potreste morire, non lo capisci?》
《Allison, qualcuno deve farlo》Continuò. Quindi Scott fece per allontanarsi di nuovo, e io lo seguii, ma Allison lo fermò nuovamente.
《Oh, Dio santo, Allison! Smettila! Se vuoi morire qui allora muori da sola, ma noi stiamo cercando un modo per sopravvivere, quindi smettila di provare ad impedirlo!》Sta volta fui io a sbottare, liberandomi anche della tensione di prima. Allison si tacque subito, e dopo che Scott la rassicurò ancora una volta con un sorriso triste, finalmente uscimmo dalla stanza.

- Eileen Hale - "survivors gotta live with the trauma"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora