{UN NUOVO BETA}

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[...]

《Che cosa hai intenzione di fare adesso, Derek?》Mormorai, osservando la scena da lontano, di fianco a lui.
《Non lo so》Sospirò, aggrottando le sopracciglia. 《L'unica cosa certa è che ora devi occuparti di lui》Ordinò, indicando con lo sguardo il povero ragazzo che si dimenava tra le foglie del bosco, ignaro del suo destino.
Io ghignai solo, divertita ancora una volta dalle sue scelte.

[...]

Primo giorno di scuola del secondo anno, niente di entusiasmante. Almeno non quanto scappare dai Cacciatori nel tragitto verso la scuola.
Per fortuna, a rallegrare la mattina, c'era la caccia al nuovo Beta. Era arrivato un Alpha in zona, e continuava ad uccidere persone, e ovviamente stava a me e Derek ucciderlo, prima che i Cacciatori pensassero che fossimo noi il problema. E proprio quell'Alpha, ieri sera, aveva morso un ragazzo. Scott McCall, per la precisione. Sedeva di fianco a me a inglese, e visto che c'è lo avevo alla prima ora avrei potuto tenerlo d'occhio.

Appena entrai a scuola, mi misi subito a cercarlo. Era tranquillo, troppo tranquillo per sembrare un licantropo appena trasformato. Camminava per i corridoi con il suo solito amico, e l'unica cosa che mi fece capire che era effettivamente lui il ragazzo che avevo visto l'altra sera è stato quando al suono della campanella si spaventò, tappandosi le orecchie. A quel punto ghignai, e lo seguii a passo svelto verso l'aula di inglese.

《Come ben sapete, è stato ritrovato un cadavere nel bosco,》 Iniziò il professore, scrivendo qualcosa alla lavagna, 《e sono sicuro che le vostre menti adolescenziali stiano già pensando agli scenari più macabri per l'omicidio di questa persona,》Mi scappò un sorriso beffardo all'udiere la parola "persona", perchè sapevo che non era una persona qualunque, ma mia cugina. Era mia cugina Laura il cadavere...Derek non me lo aveva detto direttamente, ma io lo sapevo. E sapevo anche chi era stato.
Il professore aveva continuato a parlare, ma io non avevo prestato attenzione e l'unica cosa che mi fece riprendere il filo della situazione fu la porta dell'aula che si aprì.
Entrarono un insegnante e una ragazza, che sembrava avere un'aria familiare. 《Ragazzi, lei è la nostra nuova studentessa, Allison Argent. Datele un buon benvenuto, mi raccomando》La presentò l'insegnante, prima di sorridere all'altro docente e lasciare l'aula. "Ma certo...è una Argent" Pensai, facendo riferimento alla sua faccia familiare.
Scott McCall, quando Argent si sedette dietro di lui, gli porse una penna. Subito non capii, poi la mia mente fece riaffiorare una conversazione che avevo sentito ma non ascoltato, avvenuta poco prima. Infatti Allison aveva detto di aver dimenticato la penna, al telefono con la mamma, e Scott probabilmente lo aveva sentito. Che idiota. Non ci arrivava da solo che era un comportamento fuori dal normale, in ogni caso? Insomma, anche una persona comune rimarrebbe confusa. "Ci sarà molto lavoro da fare con lui..."

Dopo le lezioni c'erano gli allenamenti di La Crosse, e dato che McCall faceva parte della squadra mi diressi verso gli spalti.
Il primo problema arrivò quando l'arbitro fischiò, perché lui, chiaramente, si spaventò e si coprì le orecchie, prendendosi una pallina in faccia. Tuttavia, il coach lo aveva messo in porta, e lui, dopo quel primo momento di confusione, parò tutti i lanci, e dico tutti, anche quelli dei più forti. A quel punto doveva essere chiaro anche per lui che qualcosa stava cambiando.

Il pomeriggio tornai a casa, ma Derek non era lì. Comunque non mi feci domande, e salii le scale, entrando poi nell'unica stanza che Derek si era permesso di sistemare (per modo di dire) dove per lo meno il pavimento teneva e il soffitto non gocciolava, che fungeva da camera per me.

Il mattino seguente mi svegliai più presto del solito, e decisi quindi di andare a fare un giro nel bosco, giusto per individuare qualche nuova trappola e avvertire poi Derek.

Camminavo, camminavo, camminavo. Più camminavo, più mi saliva una specie di strano presentimento. Fino a quando, in lontananza, non notai un ragazzo, che vagava scalzo e nudo, se non per un paio di pantaloncini. Quel ragazzo si rivelò McCall, dopo averlo osservato meglio. Subito pensai al peggio, poi mi ricordai che anche a me succedeva da piccola, che mi svegliassi nel bosco. È una specie di istinto animale, succede a tutti. Ma il nostro Scott è stato un po' più sfortunato, perché quel giorno mi ero svegliata con una particolare voglia di spaventare qualcuno. Quindi, seppur da lontano, iniziai a correre a quattro zampe, così da farmi confondere per un animale. Correvo a una ventina di metri dietro di lui, e se ne accorse solo quando gli ringhiai contro. Quindi iniziò a correre, il più veloce che poteva, e io continuavo a rincorrerlo. La leggera nebbia che circondava il bosco mi offuscava abbastanza per farmi avvicinare ancora abbastanza da farlo spaventate ancora di più. Lo rincorsi ancora, fino a quando non saltò una recinzione, che si rivelò essere quella del giardino di una casa. Quindi, dopo aver realizzato, mi allontanai velocemente.

《Te lo giuro, era un lupo! Mi stava inseguendo!》 Sentii la voce di Scott, tra la folla di adolescenti fuori da scuola, quindi aguzzai le orecchie.
《È impossibile, te l'ho già detto: In California non ci sono lupi. Da decenni ormai》Spiegò Stiles Stilinski, il suo migliore amico.
《Allora saranno tornati!》 Replicò di nuovo Scott. Io ascoltavo da lontano, con un ghigno sulla faccia.

Anche quel pomeriggio mi recai al campo da La Crosse per tenere d'occhio il nuovo Beta, che non stava giocando molto bene. Infatti, all'inizio si fece mettere a tappeto da Jackson. Poi, però, appena gli darono la palla, attraversò tutto il campo, passando sopra a chiunque gli si parasse davanti. Giocava proprio come un professionista...con un lupo mannaro, anzi. Arrivò fino alla porta e segnò. Tutto il pubblico si alzò per fargli il tifo, e lui venne sommerso dai compagni. Stava iniziando a cambiare.

- Eileen Hale - "survivors gotta live with the trauma"जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें