so di non essere perfetta

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Giselle non sapeva quanto di preciso aveva corso e quante persone si era sentita lamentarsi mentre tirava loro gomitate mentre correva.
E aveva perso il conto di quante volte aveva sentito il telefono vibrare nella tasca della giacca.
In quel momento non le interessava minimamente.
Voleva solo stare il più lontano possibile, ma non sapeva dove andare.
All'orfanotrofio? No, pessima idea
Da Alvin? No, non voleva disturbarlo
Da Isabel? No, non aveva l'indirizzo
Alla panetteria da papà? No, le avrebbe fatto domande e sicuramente si sarebbe arrabbiato peggio di babbo e sinceramente non aveva intenzione di scontare una punizione peggiore di quelle che leggeva nei libri quando stava all'orfanotrofio dove si arrivava anche a mettere le mani addosso ai bambini sculacciandoli sul sedere.
Sapeva che i suoi genitori non sarebbero mai arrivati a quel livello, lo diceva sempre anche Darcy,ma la paura che potessero farlo la spaventava
Si sentiva persa e non sapeva che cosa fare.
La sua corsa iniziò a scemare quando arrivò a quello che le sembrava un piccolo parco dove c'era poca gente e trovò una panchina sotto una quercia e si sedette per prendere fiato.
Si tolse il telefono dalla tasca e vide 35 chiamate perse da babbo e 20 da papà.
E dei messaggi da Darcy.
Giselle sospiró e spense il telefono per evitare che potessero usare la geolocalizzazione e trovarla.
Non voleva parlare con nessuno, voleva stare da sola.
Teneva lo sguardo chino verso il basso e vide le sue mani tremare mentre venivano bagnate dalle sue lacrime ripensando a quello che era successo a casa.
Babbo non le credeva che Doris avesse torto, anche se sapeva che non doveva darle quello schiaffo, Doris aveva convinto tutti che Giselle era cattiva e che l'aveva picchiata facendo cadere la.colpa su di lei.
Ricordava ancora Doris che rideva soddisfatta dando il cinque ad Alice usciti dall'ufficio del preside e le facce allibite dei suoi compagni che avevano saputo della sua sospensione.
E non osava immaginare come aveva reagito Isabel, non aveva avuto il coraggio di guardarla in faccia.
Poi quand'era uscita Doris le aveva sussurrato " fai i bagagli cara, nessuno ti crederà mai!".
Giselle strinse ancora di più i pugni contro la giacca piangendo ancora di più e sentendo la guancia segnata dallo schiaffo di Louis farle più male.
Giselle: io...io...so di non essere perfetta ma...diamine....era meglio se rimanevo all'orfanotrofio....sto rovinando le vite di tutti.....
In quel momento sentì una presenza alle sue spalle e pregò non fossero i suoi genitori.
Isabel: Giselle?! Perché piangi? Che ci fai qui?
Giselle sgranò gli occhi e si girò vedendo la sua amica assieme a una donna che immaginò fosse la sua madre adottiva.
Giselle: I... Isabel...
X: Isabel, la conosci?
Isabel: sì, è Giselle, la mia migliore amica, te ne ho parlato...
X: ah sì, mi ricordo... bè, lieta di conoscerti, sono Marian, la mamma di Isabel
Giselle: l..lieta di conoscerla
Isabel: che hai? Sembri sconvolta...
Giselle: ho litigato con il mio babbo e sono scappata di casa....non voglio andare a casa ma non so dove stare
Marian: perché non vieni con noi? Così magari vediamo cosa fare, e avviso i tuoi...
Giselle: NO! Non voglio che lo sappiano, non ora
Marian: oh, d'accordo, su vieni
Giselle lasciò la panchina dopo essersi assicurata di avere ancora il telefono in tasca, prese la mano che Isabel le stava tendendo e le tre lasciarono il parco andando verso la casa di Isabel.

Continua...

Povera Giselle

E ora?

Che accadrà?

Alla prossima!

Just A Little Piece Of Love {Larry Stylinson}जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें