I fondatori

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Raggiunta la sommità delle scale, si ritrovarono davanti alle due ante sbarrate del portone d'ingresso, sotto un piccolo terrazzo coperto, sostenuto da colonne scure e rotonde che rendevano il luogo perfetto per un film horror ambientato nell'antica Roma.

Cristina immaginò un vampiro aggrappato al soffitto del terrazzo piombarle addosso come un pipistrello e sbranarla: sarebbe stato orribile, eppure un sollievo. Un brivido le corse lungo la schiena facendole stringere le gambe nude e rimpiangere di non aver accettato di indossare il pantalone.
Si accorse allora che Cornelius era alle sue spalle e le stava fissando il culo.
Tirò la felpa all'ingiù e si fermò. «Va' avanti.»

Cornelius obbedì. «Scusa, ma non sono un pervertito. Ho provato a non guardare, ma è impossibile.»

Cristina sogghignò. «Guarda avanti.»

Cornelius si spiaccicò a terra inciampando sull'unico gradino che precedeva il portone, si rimise in piedi svelto come un gatto - un gatto molto diverso da Bradipo - e agitò le mani come a dire "calma". «Sto bene.» Strinse i denti e si massaggiò il ginocchio. «Sto benissimo...»

Le ante del portone si aprirono mostrando altre scale, altre statue, altre colonne cilindriche, e un uomo anziano avvolto in una tunica blu notte e due giovani donne adornate come dame ottocentesche che camminavano fianco a fianco su un pavimento in marmo pieno di intarsi che rappresentavano calici, lupi, forche, nodi celtici, occhi rinchiusi in cerchi concentrici, triangoli, simboli sconosciuti e altre forme che ricordavano le fiamme, il sole e la luna.

L'uomo anziano si fermò davanti a Cristina. «Benvenuta, signorina Spring. La scomparsa di sua madre ci addolora infinitamente.»

Cristina lo guardò negli occhi pronta a gridargli in faccia che voleva tornare a casa; ma non ci riuscì, intimidita dallo sguardo severo di quel volto rugoso e barbuto, cosparso di peli ispidi e grigi.

Le due giovani donne unirono le mani come in una preghiera. «Benvenuti al collegio straordinario Dolomiti,» dissero all'unisono.

La donna dai capelli rossi e ricci allargò le braccia e ruotò su se stessa come una ballerina un po' brilla travestitasi da dama dell'ottocento per una festa di Halloween. «Per i prossimi cinque anni, questa sarà la vostra casa e l'amerete con tutto il cuore e l'anima.»

L'altra donna, dai capelli neri raccolti in uno chignon, parve molto più sobria: accennò un inchino e fece segno con la mano guantata di seguirla lungo il corridoio adiacente alle scale, verso la luce del giorno che sbucava dalla porta spalancata all'orizzonte. «Io sono Clarissa.» Indicò l'altra donna e si incamminò. «Lei è Alouette e...» Si voltò verso l'anziano. «Lui è Cesio, il primo fondatore.»

Cesio allargò le braccia e le mosse come a dire "avanti, seguiamola". «Queste due donne sono fondatrici esattamente quanto lo sono io.» Affiancò Di Maggio. «Tu, Sandro, puoi venire con noi: ho del vino che devi assaggiare assolutamente.» Sfilò tre libricini dalla tunica. «E non preoccuparti per i ragazzi: scopriranno i dormitori e ci raggiungeranno in aula magna per la cerimonia di apertura.» Si fermò sulla soglia della porta e consegnò i libricini ai ragazzi. «Qui troverete la mappa del collegio e dei dormitori. Gli studenti sono già nelle loro camere da diverso tempo, quindi vi consiglio di correre. Avete un'ora per raggiungere l'aula magna, dove presenteremo il nuovo anno scolastico.» Strizzò l'occhio a Cristina. «Spero si trovi bene con la compagna di stanza che le abbiamo assegnato.»

La porta si chiuse alle loro spalle, e i ragazzi si ritrovarono soli in quello che sembrava un quartiere in miniatura, pieno di bungalow e aiuole e stradine che ricordavano quelle di un parco divertimenti.

Cristina sfogliò il libricino. «Via degli specchi, numero cinque.» Lo infilò nel tascone della felpa, afferrò il trolley e seguì Marius e Cornelius lungo il vialetto. «Potreste aiutarmi a trovare via degli specchi: ho le mani impegnate e non posso leggere la mappa.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 28, 2023 ⏰

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