5. When I wake up, I'm afraid

Start from the beginning
                                    

Arden comparve dalla porta aperta del piccolo studio, affacciandosi incuriosito dal rumore dei miei passi.
«Avalon.»

Avevo un senso della giustizia che a volte mi rendeva spudorata spingendomi a fare che cose non avrei mai fatto, se non fossi stata annebbiata dai fumi della rabbia.

«Vedo che adesso se lo ricorda, il mio nome.»

«Sei già la figlia di Quincy e Cordelia Wingrave.
Il tuo cognome è inciso praticamente ovunque. Far sapere a tutti che vivi anche sotto il mio stesso tetto non è una grande idea.»

Il ragionamento non faceva una piega, ma ai miei occhi era stato ugualmente scortese.
Ero offesa con lui.
Molto più di quanto fosse ammissibile da una che lo aveva appena conosciuto.

«Come mai mi cercavi?»

«Avrebbe potuto evitare di umiliarmi pubblicamente. Le ricordo qualcuno che la picchiava da piccolo?»

«Niente di tutto ciò. Anzi, hai un bel faccino.. niente di indimenticabile, ma è interessante. Penso che te lo dicano in molti.»

Sempre più offesa.

«Dovrebbe suonare come un complimento?»

«Niente affatto. Non ne avrai, da me.»

Mi abbassai la gonna nervosamente, mentre vedevo il suo sguardo abbassarsi per una frazione di secondo sulle mie gambe.

«Mia madre è una campionessa olimpionica di insulti. Non potrebbe mai batterla.»

«Mi rendo conto che tu sia cresciuta con personaggi estremi.»
Si sistemò la cravatta con Draven e Gremory sulla punta della lingua, mentre notavo che la indossava allentata con i primi due bottoni della camicia sganciati, e anelai ancora quel soffio di vento fresco che mi cancellasse certi bollori dalla testa.

«Che problemi ha miei miei confronti? Perché sono stata esclusa dal tirocinio?»

«È solo che non sopporto i raccomandati.»
Il suo sguardo mi inchiodò sul posto, non lo ressi e quasi non girai i tacchi per scappare da quel luogo.
«Guardami, Avalon. Tuo fratello ha ragione, vengo dal nulla. Mi sono fatto da solo. Sono diventato uno degli avvocati più influenti del Canada con la forza delle mie mani. E tu invece? Quali competenze avresti?»

Se fossi riuscita a entrare in tribunale da patrocinante, avrei ereditato duecentocinquanta milioni di sterline.
Duecentocinquanta milioni.
Una somma che farebbe girare la testa a chiunque.
Un miliardo diviso quattro.
Eppure, sarei rimasta per sempre la ragazza che per quanto ci provasse, non riusciva mai a piacere a nessuno.

«Dovrebbe vedermi come una studentessa come tutte le altre. Io sono tutto tranne che quello che lei pensa.»

Una lunga pausa mi fece pensare che ci stesse realmente riflettendo su.
Mi trovai a pensare che fosse di una bellezza eterea, ma allo stesso tempo vibrante di un fascino torbido, come una statua eternamente perfetta e immobile nella sua fierezza.

«Ci sono decine di insegnanti in questa scuola con cui fare ottimi tirocini in altre materie. Perché ti fa così impazzire che tu non sarai con me?»

I segni del tempo sul suo viso erano a malapena accennati e un'ombra di barba gli scivolava lungo il collo, donandogli un aspetto meno principesco, a differenza di quel ciuffi dorati ai lati delle tempie.

«Perché penso sia ingiusto il motivo per cui mi ha esclusa.»
«Voi studenti di legge siete ossessionati dalla giustizia.»

Si sedette su una poltrona color senape con un scintilla negli occhi, mentre io mi rendevo conto che lui sarebbe stata l'ennesima persona a cui sarebbe piaciuto umiliarmi, e io non ne avevo bisogno.

𝑾𝒀𝑺𝑻𝑬𝑹𝑰𝑨Where stories live. Discover now