64. Responsibility

Start from the beginning
                                    

Distesa sul letto della sua camera d'albergo di Austin, che stava per lasciare per prendere l'aereo per Città del Messico, cercava di rimettere insieme le idee. Il weekend in Texas non è andato poi così male, eppure si sente svuotata, triste, come se non si fosse sentita al suo posto, come se per tutto il tempo avesse sentito la nostalgia di quello che manca.

Allora ripensa alla gara prima, quella in Qatar, dove tutto era andato anche peggio, ma almeno lì, senza Daniel, era riuscita a fare bene il suo lavoro.

Il problema principale era il caldo, lavoravano con il buio e comunque non c'erano meno di trenta gradi, e l'umidità. Poi quella cosa a forma di enorme centro commerciale che hanno appena costruito attorno al circuito, con tanto di pavimenti in marmo e scale mobili... ovviamente con l'aria condizionata: così tutti i lavoratori della Formula Uno, piloti inclusi, passavano tutto il giorno lì dentro, a diciannove gradi, e appena uscivano per salire in macchina si sentivano svenire per il caldo.

Sì, era stato pericoloso.
Domenica sera, durante la gara, tanti piloti avevano cominciato a sentirsi male: Elsa e il suo collega se n'erano accorti a metà gara, guardando i dati che ricevevano dai sensori dei parametri vitali che i piloti hanno nei polsini della tuta.

"Mark, stanno per svenire almeno in tre di loro, e non riesco nemmeno a controllare i parametri di tutti contemporaneamente"

Elsa non sapeva che fare. Urlava in radio verso il suo collega, ma anche lui non sapeva che fare.

"Chiamo la direzione gara" le dice Mark, e preme il pulsante della radio, che di solito usano per coordinare l'uscita della safety car.

"WHAT?" - "OUR DATA ARE CORRECT, IS YOU F**** RACE THAT IS WRONG!" - "IF SOMEONE GETS HURT TODAY, I WILL BE THE END OF YOUR CAREERS."

Elsa sentiva Mark che urlava alla radio ma non poteva sentire cosa gli stessero dicendo dall'altra parte.
Ma Mark non urla mai con nessuno, e se ora sta per strapparsi le cuffie e lanciarle contro il tavolo dopo aver minacciato i direttori di gara che se qualcosa sarebbe andato storto avrebbe fatto di tutto per farli cacciare dalla Formula Uno per sempre, allora è grave.

"Cosa ti hanno detto?" gli urla Elsa nelle orecchi senza passare dalla radio dopo essersi tolta le cuffie anche lei, mentre le macchine continuano a sfrecciare a trecento all'ora sul rettilineo davanti a loro.

"Dicono che c'è un errore nei sensori e che sono i nostri dati ad essere sbagliati. Che non prenderanno in considerazione l'idea di fermare la gara o i piloti a meno che non gli diamo le prove che i dati sono reali. Sono un branco di idioti."

"Ma i dati sono reali per definizione, i sensori non possono essersi rotti tutti contemporaneamente!"

"È QUELLO CHE GLI HO DETTO, MA NON CAPISCONO UN CAZZO!"

Elsa lo guarda, disarmata, non sa proprio che dire. Potrebbero passare tutto il gran premio ad urlarsi nelle orecchie e non risolverebbero nulla. Mark continua a guardare gli schermi senza rimettersi le cuffie, Elsa invece prende le sue e comincia ad ascoltare i canali radio dei piloti, continuando a guardare i parametri, che giro dopo giro, peggiorano.

È solo il ventitreesimo giro, ma sente Logan in radio dire "I'm feeling pretty sick"
Elsa continua ad ascoltare con la massima concentrazione, ma non sente nessuna risposta a quella frase, come se venisse ignorato o se fosse stata lei ad aver sentito male.

Ma qualche giro dopo lo sente ripetere: "I'm not feeling very well at all".
E questa volta l'ingegnere risponde: "Are you happy to continue?"

Logan risponde di si, e l'ingegnere continua a fare il suo lavoro. Lo chiama ai box, e poi gli chiede ancora se sta bene. Logan risponde che vuole continuare.

Are You Ok || Formula 1Where stories live. Discover now