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Pov. Brian

Nei giorni a seguito dell'inizio del gioco nulla va secondo i piani, per lo meno nella famiglia Paris, la famiglia a capo.
Mio padre è il fratello del creatore di questo gioco e io... beh... ne approfitto.

In questo momento sto suonando il piano, guidato da un insegnante di alto livello, chissà quante monete costerà.
"Potresti diventare il nuovo Mozart, suoni divinamente!" si complimenta la mia insegnante e io faccio un cenno col capo, segno che è congedata. Ho suonato ininterrottamente per due ore, le mie dita chiedono pietà e devo assolutamente sgranchirmi le gambe.

Giro per i corridoi, che so a memoria, e cerco di non soffermarmi a guardare le mura, tappezzate di disegni di mia madre, uno in particolare: è un disegno, più che altro un autoritratto, mia madre che suona il violino e mio padre la accompagna col pianoforte.

I miei occhi si inumidiscono, avrò visto questo quadro un milione di volte, eppure ogni volta che lo guardo è come se mia madre fosse ancora qui, con i suoi lunghi capelli neri che mi sollecitano le guance mentre mi da la buonanotte.

Eravamo una famiglia felice, prima che un gruppo di giovani rivoluzionari attaccasse la mia famiglia, nel tentativo di distruggere questa famiglia hanno distrutto il cuore di mia madre, che si è porsa davanti a mio padre nel tentativo di proteggerlo dai proiettili.

Da quel giorno mio padre sembra come impazzito, aspira al potere più di chiunque altro, è il vice creatore, essendo il fratello di mio zio.
Nonostante questo qualcosa mi dice che mio padre è cambiato, da quando mia madre è morta non è più lo stesso, è nemmeno io, il bambino felice che regalava girasoli a ogni membro di questa casa è diventato freddo all'età di soli quindici anni, invece dei girasoli regalava sguardi gelidi, invece dei sorrisi, occhiatacce, invece di mostrare altruismo mostrava superiorità.
Forse sono proprio come mio padre, senza cuore, senza calore, senza colore, di ghiaccio, proprio come il colore degli occhi della donna che portava l'amore in questa casa. Forse se lei fosse ancora viva avrebbe convinto mio zio a smettere di far giocare ragazzi innocenti, forse ci saremmo fermati al cinquaquattresimo anno di gioco, eppure, eccoci qui, altro anno, altre vittime, altri lutti.

Mi avvicino alla porta dell'ufficio di mio padre, ho intenzione di chiedere come vanno le prime ore dei nuovi giocatori visto che vengono monitorati, e anche perchè sarò la loro nuova guida finchè saranno nella fase del pregioco.
Proprio mentre sto girando la maniglia per entrare sento le parole di mio padre: "Lo sai, ottengo sempre ciò che voglio" aggrotto la fronte, che intende?
"Come ha ordinato il ragazzo è stato estratto, e ora è nel pregioco, non pensiamo durerà molto" dice uno dei support, sono gli aiutanti dei creatori, lui in particolare si chiama Tobias, è un bravo support sa fare il suo lavoro, anche se è leggermente paranoico e complottista, ma a me sta antipatico perchè ogni volta che lo vedo ha sempre i capelli oleosi, sembrano sporchi! E io odio le persone sporche.
"Bene, mio nipote deve morire dentro il gioco, e assicurati che nessuno scopra che è figlio di mio fratello" spalanco gli occhi, mio zio non ha figli, non è possibile non ricordo nemmeno abbia mai avuto una fidanzata.
"E se qualcuno venisse a scoprirlo?" si azzarda a chiedere Tobias.
"Beh, fai quello che sappiamo fare meglio, chiudigli la bocca, fai quello che devi fare" in poche parole mio padre gli sta dicendo di uccidere chiunque possa ostacolare la sua futura ascesa al potere.

La porta scricchiola.
Maledizione!
Devo ricordarmi di dire di oleare bene le porte, stavo per andarmene ma la mano è scivolata sulla maniglia che ha fatto scricchiolare la porta.
Mi affretto a recuperare lucidità e logica.
"Permesso?" chiedo facendo sbucare la testa alla porta, individuo mio zio, in piedi dietro la scrivania, le profonde occhiaie scure gli contornano i suoi occhi verde scuro, spento come sempre.
Davanti a lui c'è Tobias, e proprio come pensavo anche questa volta ha i capelli oleosi, sporchi!
Ho capito che gli regalerò uno shampoo... e magari anche un balsamo, non si sa mai.

"Figliolo entra!" mi sprona mio padre, cercando di mantenere un tono vivace ma so benissimo che smania dalla voglia di sapere se ho sentito tutto.
"Si...ehm avrei solo una domanda, quando inizierò a entrare in contatto con i giocatori? Insomma il gioco è iniziato ieri, quindi volevo tenermi al corrente" spiego entrando e avvicinandomi a mio padre, a distanza di sicurezza da Tobias, più o meno tre metri di distanza ma riesco comunque a sentire la puzza.
"Verrai avvisato il giorno prima, sta tranquillo, hai per caso sentito qualcosa prima?" mi chiede mio padre con la fretta di chiudere la conversazione e di arrivare alla parte che gli interessa più di tutti.
"No, mi dispiace ma appena arrivato ho subito aperto la porta, non ho pensato a bussare, anche perché tra poco ho un appuntamento e avevo abbastanza fretta" mento egregiamente.
"Va bene va bene, ora sei congedato se non hai altro da dirmi" conclude mio padre facendomi segno con la mano di andarmene, come si fa quando una mosca ti gira intorno e ti dà fastidio, con la speranza di farla allontanare, perciò me ne vado.

Devo scoprire a chi si riferiva mio padre, quindi mi metto a meditare tra me tutti i nomi dei nuovi giocatori maschi che potrebbero avere un qualche legame con la mia famiglia, nel mentre cammino per i corridoi tappezzati di guardie vestite totalmente di nero.
L'aumento delle guardie vuol dire solo una cosa, mi sto avvicinando al luogo dove si trova mio zio, e questo corridoio porta solo da una parte: il giardino dove mia madre è sepolta, circondata da un campo di girasoli.

Il 2239 il terzo giorno del mese di agosto.
La data di morte di Maira Paris, mia madre e con lei, le speranze di tutte le persone che questa carneficina potesse finire, confidando nel suo buon cuore, nella sua saggezza, nella sua bontà.
Tutte queste speranze sono state vane.
È ora siamo bloccati in questi eterno ciclo, di cui forse in futuro sarò a capo.
L'unica speranza che mi rimane è confidare nel trovare mio cugino, lui è l'unico che può fermare tutto questo, l'unico che può far cambiare idea a suo padre, ed è per questo che lo devo trovare.

Porterò la rivoluzione, è quello che vorrebbe mia madre.

The game to die (The Game - 1^)Where stories live. Discover now