8. Don't know who's in the mirror

Start from the beginning
                                    

Ma le lenzuola sotto le mie dita e sotto la pelle nuda delle mie braccia erano troppo lisce e il materasso troppo accogliente, e la visione di lui rivolto su di me era ultraterreno, e il suo profumo celestiale non aveva nulla a che fare con la puzza di disinfettante e ammoniaca di un posto come quello.

Avevo a fuoco solo i suoi occhi.
Poi, lentamente, attorno a quelle sfere d'acciaio apparve tutto il resto del mondo.

«Dove sono?»
Draven sembrò soddisfatto, all'idea che non fossi in catalessi e che stessi parlando.
«In uno schifo di hotel a tre stelle, l'unico che sono riuscito a trovare in questa campagna dimenticata da Dio.»

E a quel punto vidi la spalliera del letto in legno di ciliegio, qualche quadro astratto alle pareti, tende giallo ocra e un arredamento impersonale che mal si accompagnava al luogo dove probabilmente ci trovavamo.
Una quiete infinita, un luogo neutrale, e l'oscurità di Wysteria Wood era improvvisamente sparita.
Tutto troppo calmo e irreale per essere vero. 

«Avanti. Dimmi quello che devi dirmi.»
Mugugnai, preparandomi alla sua ramanzina.

«Hai fatto un buon viaggio?»
«Un viaggio di merda.»
«Capita, quando viaggi con uno stronzo.»

Mi ero svegliata da cinque minuti e già cominciai ad agitarmi, mentre sollevavo le coperte e mi accorgevo che avevo ancora addosso i miei vestiti del giorno prima.
«Lui..»
«Shhhh.»

Draven mi chiuse le labbra con un tocco lieve.
Sembrava immerso in quella placidità apparente che procede un maremoto, il mare piatto di quando sta per arrivare l'onda anomala.
«Raccontami un po'. Dove volevi scappare?»
«Non volevo scappare. Volevo solo vedere Londra.»

«E perché non l'hai mai chiesto a me, mh?»
«Draven. Tu mi detesti.» lo dissi col tono più scanzonato e ovvio di questo mondo.

Mi guardai attorno, non c'era l'ombra di nessun altro a parte noi.
Avevamo viaggiato circa un'ora, io e Arden, e mi chiesi a quel punto dove potessimo trovarci io e Draven.

«Sei stranamente calmo.»
«Diciamo che mi sono sfogato.»
Tutta quella pacatezza e imperturbabilità da parte sua mi inquietava non poco.

«Gremory è andato a prenderti qualcosa da mangiare, ma l'alimentari più vicino è a diversi chilometri da qui. È passato un medico e ti ha visitata. Tu dormivi tranquilla.»

Pronunciò le ultime tre parole con un tono che mi fece avvampare e si sciolse nel mio stomaco.
L'idea di restare così priva di coscienza di fronte ai gemelli era una cosa a cui ero ormai abituata, anche se ormai erano diventati due giovani uomini. Ma Arden.. pensai alla sua reazione nel vedermi in quello stato e mi chiesi cosa avrebbe potuto pensare di me.

«Non mi chiamavi in quel modo da tantissimi anni.» Gli feci notare.

«Come ti ho chiamata?»
«Bella addormentata.»

«Non ci ho nemmeno fatto caso. Lo hai sempre odiato.»
Lo odiavo quando tu mi volevi bene.
Adesso che mi odi, la storia è cambiata. 

Si stese al mio fianco, e io riuscii a sollevarmi leggermente sul cuscino. La testa girava e io dovevo avere un aspetto orribile. Tastai con la mano sul comodino e trovai una bottiglietta d'acqua, la bevvi tutta d'un sorso nonostante fosse ghiacciata, e all'improvviso qualcosa raggelò in quella stanza.

«Non c'è bisogno che io ti dica quanto cazzo sia stato pericoloso scappare con un uomo, Avalon.»

«Io non sono scappata con un uomo. Io sono uscita di casa, esattamente come fai tu.»

«Dio, cazzo!» Sbattè un pugno contro il materasso, affondando la mano in uno sbuffo di coperte.
«Giusto perché tu lo sappia. Quello lì ti si vuole scopare.»

𝑾𝒀𝑺𝑻𝑬𝑹𝑰𝑨Where stories live. Discover now