Capitolo 3

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Il regalo che suo fratello non riusciva a tenersi dentro per altre due settimane era grandioso quindi comprendeva la sua eccitazione. Sirius era riuscito a farsi dare un processo sotto veritaserum che lo dichiarò innocente da tutte le accuse. Certo, sarebbe stato meglio se l'udienza sarebbe avvenuta prima, risparmiando così al loro padrino 12 anni di inutile sofferenza ma era impossibile tornare così indietro nel passato da poterlo effettivamente cambiare. 

Tuttavia, Sirius Black era un uomo che sapeva cosa voleva. Si era presentato all'udienza preparato e quando venne informato dall'attuale ministro che gli avrebbero fornito un risarcimento per il terribile errore commesso, l'uomo rifiutò. Chiese, invece, qualcosa che nessuno poteva rifiutare perché suo di diritto, qualcosa che hai suoi occhi valeva più di tutto l'oro del mondo.

<< Cosa? Smettila di rendere tutto così dolorosamente lento. >> si lamentò Daisy, tirando un pugno contro al braccio di suo fratello come rappresaglia.

<< Da oggi, niente più Dursley. >> le sorrise Harry, con le lacrime agli occhi. 

<< Sirius e Remus ci hanno adottato? >> chiese la ragazza, abbracciando suo fratello per la gioia.

<< Tecnicamente solo Sirius. >> sorrise tristemente Harry, ricordandole che non avrebbero permesso a Remus di adottare nessuno. Soprattutto non il prescelto.

<< Non importa, lui fa comunque parte della nostra famiglia. >> lo rassicurò Daisy, felice. << Spero solo che non si stia abbattendo per una sciocchezza come questa. >>

<< Sirius penserà a lui, tranquilla. >> disse Harry, sapendo quando la sorella fosse legata a Remus. << Vuoi rimanere qui questa sera? Sono sicuro che ai ragazzi non dispiacerà. >> 

La ragazza accettò prontamente, sapendo di non dover incontrare Theo quella sera. << Così possiamo parlare di come sta andando il nostro regalo per Moony e Padfoot. >>

<< Alla grande, manca poco al grande giorno. >> disse eccitato, mostrandole la foglia di mandragola ancora intatta. 

<< I sogni invece come vanno? >> chiese Daisy, accarezzandogli i capelli. 

<< Vanno e vengono, ma niente di preoccupante. >> la rassicurò Harry, pizzicandole il fianco quando le ricordò che non doveva fargli da madre visto che era più grande di soli 5 minuti. 

<< Bene, riposati. >> disse Daisy, ignorandolo e continuando ad accarezzargli i capelli sapendo quanto lo calmasse. << Ci penserò io ad avvertire gli altri una volta saliti su. >>

Harry si addormentò quasi all'istante ma il sonno non ebbe lunga durata. Poche ore dopo si alzò urlando e singhiozzando mentre continuava a ripetere agitato di aver bisogno di vedere il preside perché era successo qualcosa di orribile.

Daisy, non avendo mai visto suo fratello così distrutto, non fece domande e lo trascinò fino all'ufficio di Silente dove lo ascoltò esterrefatta mentre raccontava al preside quello che era accaduto nel suo sogno. Il preside gli credette subito, facendo capire a Daisy che l'uomo sapeva molto più di quello che era disposto a rivelare. Poteva chiudere entrambi gli occhi e fingere di non assistere a molte sbandate del vecchio ma non avrebbe permesso a Silente di usare Harry come una pedina ignara. 

<< L'ho ucciso, sono stato io. >> singhiozzò Harry, terrorizzato da se stesso.

<< Non puoi essere stato tu. >> lo rassicurò Daisy, abbracciandolo. << Stavi dormendo nel tuo dormitorio, come potevi essere da qualche altra parte e soprattutto in una forma che non è la tua? >>

Cosa avrebbe potuto essere | Theodore NottWhere stories live. Discover now