Away from you [pt.1]

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E' l'ora di dire una scomoda verità: mi piace il mio vicino di casa. L'ho detto. Il fatto è che per me non era semplicemente un vicino di casa, ma era la più grande cotta che abbia mai avuto. Era il mio affascinante vicino di casa che mi aveva vista nelle peggiori condizioni possibili negli anni. Forse è per questo che ha trovato una ragazza più bella di me. Quando eravamo più piccoli è stato facile diventare amici, abbiamo la stessa età e tanta voglia di socializzare.

La prima volta che li vidi insieme fu devastante. Non che io e lui potessimo davvero avere una speranza, ma vederlo insieme a un'altra ragazza molto meglio di me faceva comunque tanto male. Erano proprio davanti al portone di ingresso del nostro condominio che si stavano baciando, diciamo... animatamente. H/n non mi vide, ma la ragazza sicuramente e mi lanciò penso lo sguardo più minaccioso che potesse fare. Sta di fatto che per alcune settimane cercai di evitarlo il più possibile, dato che, per qualche strana e bizzarra ragione, avevamo orari molto simili.

Per mia sfortuna, la seconda volta che lo rividi, fu nuovamente insieme a lei. Erano seduti nella sua auto e stavano ridendo. Caso vuole che io quel pomeriggio estivo ero nelle condizioni peggiori possibili; avevo i capelli scompigliati in una coda, un crop con una stupenda stampa di Hello Kitty, i pantaloncini del pigiama, le ciabatte e, tocco di classe, il sacchetto della spazzatura in mano. Quale migliore outfit da sfoggiare per incontrare il tuo bellissimo vicino di casa che ti piace da una vita con la sua ragazza d'oro? Giusto per concludere la figura di merda, H/n mi vide da lontano e mi salutò dall'auto con la mano, ma non fece in tempo a scendere perché io sgattaiolai nel palazzo prima che potesse fare qualcosa.

La situazione purtroppo non giocava a mio favore e anzi, quell'anno fu uno dei più duri della mia vita; avevo perso tanti amici, avevo appena concluso il liceo e il ragazzo dei miei sogni si era appena fidanzato con una ragazza decisamente molto bella. Per questo quando dovetti decidere dove andare all'Università decisi di andare via, nel posto più lontano che potessi permettermi. Purtroppo non potevo andare troppo lontano, ma decisi che Firenze era abbastanza lontano per me e in poco tempo era tutto fatto. Mancava solo la mia partenza e poi avrei cambiato vita: niente più amicizie tossiche, niente più genitori opprimenti e niente H/n.

Quell'estate fu la più dura; vedere quasi tutti i giorni H/n che stava così bene con lei, faceva stare sempre peggio me. Per questo decisi di partire il prima possibile in modo da evitarlo definitivamente. Così una mattina di inizio settembre presi le ultime cose che mi rimanevano da portare nel mio umilissimo appartamento fiorentino e mi feci accompagnare in stazione, dove di lì a poco avrebbe avuto inizio un nuovo grande e fresco capitolo della mia vita. Finalmente.

His' pov

La ragazza con cui stavo era una brava ragazza. Era una mia compagna di classe alle superiori e nell'ultimo anno di scuola ci siamo avvicinati tanto, fino a metterci insieme poco prima degli esami di maturità. Tuttavia non riuscivo e non potevo allontanare il senso di colpa che provavo ogni volta che la guardavo in faccia. L'unica cosa che pensavo quando baciavo le sue labbra era quanto meglio quelle di Y/n sarebbero state sulle mie. Oppure a quanto ai suoi capelli sarebbero stati più morbidi di quelli della ragazza di fronte a me o a quanto Y/n era più spiritosa di lei. E questa era la cosa più sbagliata che potessi fare a una persona.

Y/n non la vedevo da un bel po' ormai, gli esami erano finiti ed ero sicuro che si stava divertendo con le sue amiche e con il suo potenziale ragazzo. Non sapevo sinceramente se si fosse fidanzata con qualcuno, ma la sola idea che qualche altro ragazzo poteva baciare quelle labbra, accarezzare quella sua pelle morbida e ridere a quelle sue battutine mi faceva serrare la mandibola e stringere i pugni dalla gelosia. Sì, lo ammetto ero geloso, perché sapevo che lei era troppo per me e meritava qualcuno alla sua altezza, la conosco e merita qualcuno molto meglio di ciò che sono io.

Alla fine dell'estate però i veri primi grandi sensi di colpa mi sorsero e mi resi conto di quanto amavo Y/n più di qualsiasi altra cosa. Così lasciai la mia ragazza che senza troppi problemi alzò le spalle e se ne andò via, lasciandomi solo. La settimana successiva fu un po' strana, infatti rimasi a casa da solo a rimuginare sui miei pensieri, ma non sentivo più la tipica musica che di solito Y/n teneva accesa per farle compagnia. Non ci pensai troppo su, sicuro che avesse effettivamente compagnia.

Una sera a tavola però il mondo mi crollò addosso e all'improvviso fu come se non riuscissi più a respirare. Stavamo parlando dei miei futuri studi, avevo deciso di continuare vicino casa perché ero convinto che lei avrebbe fatto lo stesso.

"Sai che Y/n si è trasferita per l'Università?" mi disse mio padre con una certa naturalezza.

Mi andò di traverso l'acqua e strabuzzai gli occhi e una volta ripreso iniziai a sbraitare.

"In che senso si è trasferita?! Noi dovevamo andare insieme- io sono qui... lei è- dov'è lei?!" iniziai seriamente a maledirmi per non aver prestato sufficiente attenzione a lei negli ultimi mesi. Tra esami, fine della scuola e la mia ex... non avevo prestato attenzione alla persona alla quale tenevo di più e ero ne stavo pagando le conseguenze.

"H/n, Y/n si è trasferita definitivamente a Firenze la settimana scorsa. I suoi genitori mi hanno detto che aveva bisogno di cambiare aria e ha deciso di allontanarsi... non te l'ha detto?"

No. No che non me l'ha detto. Forse perché ero troppo distratto a fare altro. Niente di rilevante e ora la 'mia' migliore ragazza era chissà dove. Perché non ho mai pensato di scriverle un messaggio? O di chiamarla? O di tenermela stretta finché potevo?

Quella sera piansi. Piansi a singhiozzi perché in quel momento lei era lontano da me e fino a quella sera non lo sapevo nemmeno. E' andata via a mia insaputa e per giunta senza nemmeno salutarmi. Capii di averle davvero fatto male e ora faceva male anche a me. L'unica cosa che avevo la forza di fare era piangere quella sera e così per i due giorni successivi. Fu mio fratello maggiore a risvegliarmi dal mio stato semi-depressivo che stavo vivendo. Entrò nella stanza quasi del tutto buia e si mise ai piedi del mio letto nel quale ero accovacciato negli ultimi giorni.

"Sai anche a me piaceva molto questa ragazza che conoscevo. Siamo stati amici tutti gli anni delle superiori, ma non ho mai avuto il coraggio di dirle quanto piacesse perché avevo paura di un possibile rifiuto" mi disse con un sospiro. Sinceramente questa storia non me l'aveva mai raccontata, nonostante io e lui siamo praticamente migliori amici. Così mi alzai e mi misi in posizione seduta con le gambe incrociate nella sua direzione.

"Non hai idea di quanto me ne sia pentito dopo" si interruppe con una risata priva di umorismo e anzi, carica di risentimento "ormai me ne sono fatto una ragione, ma ogni tanto la ripenso e rimugino su cosa potevamo mai essere se solo avessi avuto le palle mi ammettere i miei sentimenti" si girò per guardarmi negli occhi per poi aggiungere "so come ti senti; senti di averla persa per sempre, ma non è così, io ho visto il modo in cui vi guardate e credimi che anche lei prova qualcosa per te e poi l'ho vista e mi sono presentato, è davvero una bella ragazza e anche molto carina ed educata, per il mio bene, fai qualcosa a riguardo, non fartela scappare H/n" si alzò e mi strinse una mano alla spalla e concluse dicendomi "non commettere i miei errori fratellino."

𝘪𝘮𝘮𝘢𝘨𝘪𝘯𝘢Where stories live. Discover now