Lost in thoughts

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La pioggia era quasi impercettibile, ma era fitta; la si vedeva solo alla luce del lampione. L'aria non rendeva giustizia al tipico caldo mese di giugno per via di quella fresca arietta che faceva venire i brividi lungo la schiena. Ma Y/n non sembrava disposta a spostarsi dalla sedia sul balcone. Guardava la pioggia con sguardo assente, ascoltava il flusso di coscienza nella sua testa e la musica nelle cuffie. A volte i pensieri le offuscavano così tanto la mente da farla sembrare una statua di marmo, fredda e impenetrabile. Venne risvegliata da una sensazione di calore sulle sue spalle e voltò la testa verso la sua sinistra.

"Ho pensato sentissi freddo"

Y/n alzò lo sguardo verso la voce e riconobbe dai familiari tratti il viso di H/n, gli fece un debole sorriso come per ringraziarlo e strinse la coperta sulla spalle.

"Ti va di parlare?"

Lei aveva davvero intenzione di parlare con H/n, di raccontargli cosa stava succedendo nella sua piccola mente laboriosa, ma non le uscì niente. Parlare era un'azione impossibile. Non voleva risultare pesante, o lamentosa e nemmeno irritante. Di solito sprizzava allegria e parlava di qualsiasi cosa «per riempire il silenzio vuoto», ma non quella sera.

Scosse la testa e tornò a guardare il cupo cielo davanti ai suoi occhi. Rimasero in un silenzio inusuale per una decina di minuti, prima che H/n si alzò per tendere una mano a Y/n. 

"ti va di entrare?"

Stavolta fece un accenno di assenso con il capo e insieme si recarono in camera da letto per prepararsi ad andare a dormire. H/n non si era mai trovato in quella situazione, di solito era Y/n a doverlo consolare, era lei il raggio di sole nella coppia, era lei che sprizzava gioia e allegria e che metteva di buon umore tutti. Per questo H/n si sentiva un po' perso; non sapeva bene cosa dire o cosa veramente annebbiava la sua testa, ma era determinato a rimetterla nella sua usuale condizione.

"Ho paura" disse lei flebilmente.

H/n si girò per osservare la ragazza negli occhi e dentro di questi vide non solo la paura, ma l'incertezza, lo sconforto e l'ansia. "Di cosa hai paura, Y/n/n?"

"Ho paura che un giorno tutto questo finisca e che io rimarrò sola" Y/n alzò lo sguardo verso di lui rivelando un velo di lacrime nei suoi occhi grandi e verdi. "Ho paura che tu ti renderai conto di chi sono veramente e che troverai qualcuno di più adatto a te."

Per una manciata di secondi i due si guardarono intensamente negli occhi e in quel frangente le parole non sarebbero riuscite a colmare quel silenzio straziante. Nessuna parola sarebbe stata adeguata in quel momento. Era percepibile il dolore che quelle parole stavano causando a entrambi. H/n era rimasto per davvero senza parole, come se tutte quelle contenute all'interno del suo dizionario fossero all'improvviso sparite dalla sua testa, lasciando solamente il vuoto. Cercò per radunare quei pochi pensieri concreti e non lasciare la ragazza con troppi dubbi ancora più a lungo.

"Y/n... non ti ho dimostrato abbastanza amore? Non sono stato in grado di farti percepire l'importanza che hai per me?" Ora era H/n ad avere paura di dire la cosa sbagliata, per questo le parole gli uscirono lentamente e quasi sussurrate, come per non spaventarla ulteriormente.

"No, hai dimostrato perfettamente i tuoi sentimenti... è questo il problema" prese un bel respiro prima di continuare "e che io non sono capace, non sono in grado di dimostrarti cosa veramente provo, indipendentemente da tutto" lo guardò nuovamente "tu meriti un amore puro, semplice, meriti una ragazza che sappia dimostrare senza timore i suoi veri sentimenti, che ti renda la vita semplice e che sappia davvero renderti felice e non sempre dubbioso o triste solo perché ha dei problemi e non riesce a farlo. Sei la cosa migliore che mi sia capitata e qui con me ti sto solo rovinando".

"Mi hai mai chiesto perché sono con te? Perché tutti i giorni sto con te anche quando sono stanco morto? Perché non esiste un giorno da quando ti conosco che non sento la necessità di sentire la tua voce?" domandò invece lui. Lei scosse la testa e abbassò lo sguardo, come se la vergogna avesse preso il comando delle sue azioni. Ma H/n che era ancora in piedi si sedette accanto a lei ai piedi del letto e con la mano le accarezzò la guancia facendole alzare la testa verso di lui.

"Se non sto con te, se non so come stai, se sei triste o silenziosa è come se mi mancasse l'ossigeno per respirare e ho la sensazione di annegare. Vedere il tuo viso, accarezzare la tua pelle e sentire il tuo profumo, stare vicino a te, ammirarti, amarti, è un bisogno che sento dal profondo del mio cuore, della mia anima. Nessuno è riuscito a farmi provare quello che mi fai provare tu ogni giorno. Mi sentivo destinato a qualcosa di banale, di mediocre, ma tu Y/n, mi hai fatto ricredere in tutto, anche nell'amore."

Mentre H/n parlava dolcemente, le guance di lei erano ormai intrise da grandi lacrime che si stavano man mano asciugando con il movimento dei pollici del ragazzo. La guardava ammirato anche quando aveva il mascara colato e guance rosse, con i capelli scompigliati e la maglia di Pucca.

"Non ci sarà nulla che mi farà cambiare idea su questo, sulla tua unica bellezza, la tua unica personalità e complessità. Non c'è niente che aspetto di più che conoscere ogni tua sfaccettatura, perché non c'è persona più meravigliosa di te, amore."

Proprio in quel momento Y/n sentii gli ultimi brandelli di muro, quelli che aveva costruito pezzo dopo pezzo intorno al suo cuore, frantumarsi, come cenere. 

"Scusami, io non volevo- non era mia intenzione renderti triste H/n... è che è questo quello che sento e si fa sempre più martellante. Io ho bisogno di te. Sei la persona più importante per me, non voglio perdere ciò che c'è tra noi." Per quanto Y/n si sentisse sollevata aveva ancora incertezze e tante paure.

"Vuoi lasciarmi?" disse con calma H/n.

"NO! Assolutamente! Sei pazzo?"

"E allora va tutto bene, io non ti lascerò. Non voglio e non posso. Godiamoci ciò che abbiamo e non lasciamo che questi brutti pensieri ci annebbino la testa, va bene?" rispose lui abbracciandola forte e prendendola per i fianchi, appoggiandola sulle sue cosce.

"Si, va bene. Scusa ancora per questo sproloquio..." disse nascondendo il suo viso nel suo collo.

"Non scusarti più per esprimere i tuoi sentimenti, qualsiasi essi siano. Ti starò accanto per il tutto il tempo che lo vorrai" e aggiunse "e poi i tuoi sproloqui mi sono mancati oggi."

"H/nnn..." si lamentò Y/n "come farei senza te?" abbandonandosi completamente nelle sue braccia.

"niente, come io farei senza te."

"

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𝘪𝘮𝘮𝘢𝘨𝘪𝘯𝘢Where stories live. Discover now