capitolo 11- la vestizione prima parte-

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Alla notizia della morte di Pinu u Picuraro, i presenti furono presi dal panico.

-Vogliate scusarmi , ma come avrete sentito, ho urgenza di andare a prepararmi- Esordí Padre Antonio

- Sua Eccellenza è scusatissimo, anche per noi come ha sentito è necessario andare- Rispose Tina con tono inconsuetamente accomodante

Quando venne il turno di Don Calogero, i presenti si accorsero che il Cravatta già si era dileguato, poi lo sentirono imprecare a voce alta con dei picciriddi ( bambini) che aveva sorpreso ad esplorare il trinacria non sorvegliato dal macchinista che nel frattempo , era andato a fare i suoi bisogni fra le campagne.

Insomma Tutti si accomiatarono frettolosamente allo scopo di reagire in qualche modo al luttuoso evento .
Ma mentre i maschi stentavano a riorganizzarsi, le tre prefiche coordinate ed efficienti come un branco di leonesse che cacciano, si diressero immediatamente verso le stalle del loro palazzo dove trovarono incredibilmente giá pronto con carretto e mula Don Tano avendo questi giá saputa la notizia da Mariannina, prima che la mischina entrasse in chiesa ,per via della confidenza che l'orso concedeva eccezionalmente alla donna in quanto cieca.
Accortasi del trambusto, anche Pippina la perpetua si fece trovare di fronte alle stalle per ricevere eventuali disposizioni, che infatti ci furono.

-Pippina, prendi tempo con padre Antonio ci serve arrivare prima di lui- le disse al volo Tina , mentre per ultima saltava sul carretto già in movimento

La perpetua annuì, e si diresse subito in sagrestia dove sapeva che l'arciprete si preparava alla seconda visita di condoglianze in meno di un mese. Si moriva eccome d'estate! Specialmente considerando che si era ancora a luglio.

Sull'uscio della sagrestia la povera muta ne scosse lo stipite, sempre aperto, per annunciarsi.

- Chi è? Ah Donna Pippina giusto voi stavo cercando! Sapreste dirmi dove ho messo la stola e le sacre unzioni?- rapidamente la perpetua si diresse verso la vetrinetta di fronte la scrivania dove in bellavista stavano le cose che Don Antonio cercava ma che la fretta e la concitazione gli impedivano di trovare.

- Oh grazia cara, davvero non potrei fare a meno di voi, dovrei chiedere a qualcuno un passaggio per Montechiaro, magari le prefiche mi faranno posto sul loro carretto-

Pippina fece segnale portando indietro la testa che no, non si poteva e poi gesticolando con le mani specificò che le prefiche erano già partite

-Allora devo correre non saranno lontano a passo svelto magari le raggiungo!- disse il l'arciprete pensando a voce alta, ma tanto a Peppina bastava il movimento delle labbra per carpirne la buona idea , che andava sabotata.
Postasi di fronte al parroco per ostruirgli il cammino , la perpetua iniziò a fare gesti inequivocabili, necessitava confessarsi.
- Adesso??- disse Padre Antonio

Con un gesto di assenso ripetitivo la sordomuta fece capire che fosse improrogabile!
Padre Antonio si arrese, d'altronde la confessione di una viva è certo più impellente che onorare le esequie di un morto.
Ma la cosa non fu affatto facile date le circostanze , dopo una mezz'ora di gesti e gioco dei mimi si era arrivati ad un punto :

- quindi ricapitolando, passeggiavate nei pressi del Mulino e dietro i cespugli avreste visto Titta la zingara che impastava filoni con il mugnaio per denaro? ...Ma scusate perché dovevano impastare fuori dal mulino? - Ma la perpetua sbattendosi una mano sulla fronte fece intendere al confessore che non aveva capito nulla.

In quell'istante colto da una illuminazione Padre Antonio capì o perlomeno credette di capire

- Ahhhh !!! Non stava impastando il filone con il mugnaio , ma DEL mugnaio!-
La perpetua spalancò gli occhi e arricciò la fronte.

Sorelle D'onoreWhere stories live. Discover now