capitolo 3 - Fiscaletto

51 2 1
                                    

Quando si preparava a cacciare Don Serafino era straordinariamente metodico,
la sera prima mangiava leggero perché la fame rende spietati!
E per un uomo di un metro e sessanta e oltre un quintale di peso il digiuno non è un opinione. Anche baddottola il suo fido furetto stanatore saltava il pasto. Inoltre puliva con cura la lupara e affilava lo scannalepre, poi prima dell' alba si lavava con acqua fredda per togliersi l'odore di morte che i conigli selvatici avevano imparato a riconoscere per sfuggirgli.
Don Serafino il cacciatore era conosciuto come "fiscaletto"  per via dei suoni simili a dei fischi che emetteva con gli incisivi metallici per richiamare il suo furetto.  Spesso però a causa del peso e dell'affanno , fiscaletto sibilava anche col solo muoversi e per camminare fra le campagne in cerca di conigli ci si doveva muovere assai.
Anche questo giocò a suo sfavore quando , quella caldissima mattina d'estate, incautamente infilò la canna di lupara in quel buco nascosto in mezzo alla creta all' ombra degli ulivi , pensando di trovare selvaggina, ma non sparò a nessun coniglio come sperava, invece il colpo sollevò la zolla di creta assieme alla vipera che vi dormiva sotto che finendo sulla faccia tonda e paffuta di fiscaletto lo morse tra le anse delle grosse guance .
Fu inesorabile, il veleno arrivo subito al cuore ed al cervello, steso a terra col pancione in aria, fiscaletto respirava a fatica e il suo fischiettio lentamente scemava sotto la penombra degli ulivi.
L'ultima cosa che vide fu ballottola che teneva in bocca la testa della vipera che lo aveva ucciso.
Magra consolazione per un grosso cadavere.
Furono trovati al pomeriggio, tutti e tre, baddottola , fiscaletto e la testa della vipera.
C'era un cadavere da piangere, un funerale da organizzare ed un grosso tabuto da vendere adesso. Aveva ragione Tina, col caldo si muore di più.
Avvisate come sempre prima di chiunque altro dalla famiglia del defunto, le tre sorelle erano già pronte, pizzi neri , rosario e facce bianche da moribonde di dolore che erano difficili da mantenere candide in estate.
Ma la farina bianca mescolata alla cipria faceva miracoli.
E prima di tutto e tutti ,pronte a servire il dolore più puro e sincero per le anime trapassanti.
Loro erano le migliori, le professioniste, nessuno sapeva piangere con la dolcezza inconsolabile di Fina o disperarsi agitando incredule le braccia come Nunzia ma soprattutto, nessuno sapeva unire lamento e litania intervallando ricordi che erano vere e proprie epigrafi d'autore come Tina.
Giá pronte a veglia attendevano che tutto il paese venisse ad omaggiare Fiscaletto, ma quella mattina in especial modo aspettavano L'altro protagonista della sceneggiata, l'arciprete, poco più che un debuttante.

-Sant'Umberto patrunu de' cacciaturi....3 ora pro Nobis
-San Domenico contro u muzzicuni ( il morso) de viperi....3 ora pro Nobis
-San Leonardo...patrunu de' ponchi ( persone in sovrappeso)...ora pro Nobis
- Chi Bestia Morti Ca fici!!! Lamenta Nunzia
Chi morti Bestia! ...rimarca Fina
-A morti è morti! Iu p'ammazzari e morsi! ( La morte è morte! Andò a uccidere e fu ucciso) sancí Tina.
In quel momento introdotto dalla perpetua mandata dalla padrona entrò il parroco , togliendosi il cappello accennò un saluto e disse: Buongiorno a tutti!
Buongiorno eccellenza! Si affrettò a dire subito la vedova di Fiscaletto accennando un inchino, si aggiunsero Fina e Nunzia in quest'ordine senza simultaneità. Senza farsi distrarre il chierico guardò dritto verso Tina attendendo il di lei saluto, ma dopo qualche istante di imbarazzo ruppe il ghiaccio:
- Voi non salutate Donna Tina? -

-Signore!-

-Prego!?-

-Buongiorno Signore- Vostra Eccellenza sbagliò vocale, io vedo nient'altro che 4 vedove qui dentro e bonu chiú , ma forse Vostra Eccellenza e di quei masculi  che pensa che un masculo venga prima de Fimmini macari da morto!?
In quel caso avrei aspettato che Fiscaletto vi salutasse prima per non offendere le gerarchie.
Padre Antonio tentò di ignorare il colpo non senza difficoltà, cambiando argomento:

-Donna Scavuzzo- disse rivolgendosi alla moglie di Fiscaletto , raccontatemi come è morto vostro marito.
-Morse picchí na vipera lo morse farfugliò la poverina in un continentale improvvisato (continentale è per i siciliani qualsiasi persona o lingua oltre lo stretto di Messina).
-Sentí dire che ci fu un colpo di lupara- incalzò il cappuccino
-Sua Eccellenza ha sentito dire giusto, ma vede il colpo di lupara Fiscaletto lo sparò alla vipera solo che quella non morí e morse lui- intervenne Tina
-Meglio cosí !- riprese Don Antonio, sapete che la benedizione estrema non è dovuta ai malavitosi- disse con solennità rivolta a tutti i presenti, ora preghiamo.
-Sua Eccellenza mi scuserà per prima a non averla salutata- si reintromise Tina

Con la faccia compiaciuta di colui che pensa di aver finalmente chiarito i confini, padre Antonio annuí incautamente.

-Ora sacciu Ca Masculi a parte u mortu , ca intra non ci ni stanu! (Ora ho chiaro che non ci sono altri maschi/ uomini qui dentro oltre al morto)

Colto di sorpresa il parrino fece cenno di non capire
Ma Tina aggiunse :- Preghiamo preghiamo -e in quel momento le sue sorelle istantaneamente -2Amen!!

Sorelle D'onoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora