IX CAPITOLO

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-Annie.- l'uomo si staccò dalla Fray che lo guardò interrogativa.

-Sento... oh, Cielo, è potente... troppo potente.- Moroni si alzò dal letto fissando gli occhi in quelli azzurri della professoressa.

-Devo andare.- mormorò mettendosi la felpa per coprire la ferita sul braccio.

-Vengo con te.- affermò la Fray afferrandogli il braccio ancora sano.

-Annie.- Moroni le prese il viso tra le mani, baciandola e poggiando la fronte su quella della donna. -È troppo pericoloso per te. Ti prego di rimanere qui.-

-No. Starei più in pericolo da sola. Se stessi con te avrei qualcuno che mi protegga, n...?-

La Fray lasciò sospesa la frase e dalla sua gola uscì una specie di mugolio stupito: il professore si era piegato in due dal dolore. -Sam...- gemette. -il dolore di un Arcangelo, quando è sincero, profondo, si avverte anche in lontananza. Dobbiamo sbrigarci.-

Senza altri indugi, Moroni riprendendosi prese per mano la Fray trascinandola fuori dalla stanza. Raggiunsero di corsa, stranamente senza essere visti, l'Arcangelo e Jessie.

-SAM!- urlò Moroni, capendo il pericolo che stava correndo il ragazzo, che girò lentamente il capo, il volto in una maschera di dolore.

-Prof., se ne vada... l'aura si sta impossessando di Jessie perché è debole. Lei, che è un Angelo Vendicatore, rischia di essere impossessato a sua volta. Se ne vada!-

-No.- la mano di Moroni si staccò da quella della Fray e il professore si allontanó poco da loro.

Guardandosi bene attorno per capire se non ci fossero sguardi estranei, il professore sfilandosi la felpa si inginocchiò per terra e chiuse gli occhi.

I presenti non capirono bene cosa stesse accadendo: due ali nere come la pece, maestose, spuntarono dalla schiena del professore illuminate da un bagliore bianco-oro.

Le piume scintillavano al Sole, e le ali erano così grandi che se l'uomo le avesse ripiegate avrebbero potuto fargli da mantello. Con un gemito, il professore si alzò e tastó piano con la punta delle dita le piume pure.

-Mi è mancata questa parte di me.- sospiró piano.

-Bene, ora dobbiamo salvare Jessie. Allontanati, Samuel.-

-Chi...?- la Fray aveva iniziato quella frase, ancora sgomenta dell'apparizione delle ali, ma Moroni l'azzittì alzando il dito indice e intimandole con lo sguardo di non proferire parola, non era momento di domande.

A malincuore, Sam si allontanò dal corpo della ragazza depositandola delicatamente sull'erba e quindi si avvicinò al professore, che gli mise le mani sulle spalle, guardandolo serio.

-Tu ora non sei Sam. Sei Samuel, l'Arcangelo che metterà fine alle sofferenze di Jessie. Mostra la tua potenza, ragazzo.-

Una lacrima calda scese sulla guancia di Sam, che si inginocchiò come aveva fatto il professore poco prima. Dalla sua schiena spuntarono due ali bianche, possenti, candide, pure. Ali d'Arcangelo.

La Fray rimase per la seconda volta a bocca aperta davanti a questo evento:

Non le era mai capitato di vedere uno spettacolo del genere, neanche nelle scene televisive o nei film che aveva visto.

Le faceva strano vedere due ali spuntare da un corpo umano. Il suo cervello le diceva che era tutto finto, una messa in scena a scopo ludico, mentre il suo cuore le diceva che era tutto vero, e ovviamente la professoressa scelse di seguire il suo cuore, come sempre.

I due Angeli si avvicinarono al corpo della ragazza scosso ogni tanto da brevi spasmi.

Quest'aura doveva essere davvero molto potente: niente o nessuno poteva impossessarsi degli Arcangeli e degli Angeli Custodi, mentre gli Angeli Vendicatori erano a rischio, in Terra infatti non avevano avuto una condotta esemplare. Un peso in meno, no?

Salvami, mio AngeloWhere stories live. Discover now