VIII CAPITOLO

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Jessie non avrebbe mai creduto che Sam le avrebbe potuto ferire il cuore, profondamente, in quel modo.

Dopo essere "esplosa" davanti alla Fray, si era andata a rifugiare vicino al ristorante, e si era accucciata raccogliendo le gambe in un piccolo abbraccio dietro un muretto, dove nessuno poteva vederla.

Le lacrime cominciarono a sgorgare accarezzando delicatamente le guance, e fu felice del fatto che non ci fosse nessuno a guardarla. Non le piaceva piangere davanti agli altri.

Ripensò a tutte le cose che si erano detti su Gaia, prima del camposcuola. Sam diceva sempre che non le piaceva, che sarebbe sempre stato insieme a Jessie, e che non l'avrebbe mai abbandonata per una come Gaia, ma d'altronde, cosa sono le parole senza i fatti?

È come dire, cos'è il giorno senza la notte, il mare senza la sabbia, il nero senza il bianco, il male senza il bene, o almeno questo era quello che pensava Jessie, mentre singhiozzava sommessamente per non farsi sentire dai suoi compagni, che schiamazzavano felici giocando a pallone.

La ragazza ascoltava con attenzione il cinguettio degli uccellini che le volavano attorno, ignari di tutto quello che accadeva sulla terra, e Jessie pensava a quanto sarebbe stato bello essere una di quelle piccole creature alate, libere nel vento, libere di essere ciò che volevano, libere di andare dove volevano.

La ragazza pensava questo, ma soprattutto pensava a dove potesse essere Sam.

Poteva succedere di tutto, ma quel ragazzo, ne era certa, sarebbe rimasto per sempre nel suo cuore, qualunque cosa avesse fatto.

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Dopo aver intimato a Sam di lasciare Jessie da sola, la Fray era ritornata nella sua stanza, pensando a cosa potesse dire a Moroni per fargli capire che se avesse continuato a omettere informazioni, per quanto potesse fare male, tra loro non poteva andare.

La professoressa sedeva sul suo letto, il viso nascosto tra le candide mani, mentre piangeva lacrime calde al solo pensiero di perdere il suo Amore. Lo amava troppo, ne era consapevole, e non avrebbe permesso a niente e nessuno di separarli, solo non capiva il perché del comportamento di Moroni: si dicevano sempre tutto, prima del camposcuola.

Erano inseparabili, ogni cosa che pensavano lo dicevano l'uno all'altra, senza censura e menzogne.

La mente intelligente della donna lavorava per capire il perché di tutto quel distacco, e le venne in mente che Moroni aveva trovato un'altra, o che volesse proteggerla da qualcosa di più forte, di più pericoloso.

Si ritrovò a pensare quello che il professore le aveva detto in pullman:

"Sento qualcosa che non va" aveva affermato.
"Sento che c'è un'aura negativa qua intorno."

Forse... forse il professore non scherzava, e la sentiva davvero, e aveva paura per lei, per la sua incolumità.

"Se è davvero così, sono stata davvero molto fortunata ad incontrarlo. Oggi gli dirò tutto, del mio ragionamento, e di quanto io lo ami, sperando che accenni a qualcosa. Tutta questa omertà mi sta uccidendo!"

La donna represse i suoi pensieri non appena qualcuno bussò alla porta. La Fray si alzò velocemente e si asciugò i residui delle lacrime, e tirando su di naso aprì la porta, sperando di trovarsi in uno stato decente.

Salvami, mio AngeloWhere stories live. Discover now