III CAPITOLO

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Tornati sul pullman, Sam e Jessie iniziarono a parlare di ciò che era accaduto, mentre i professori (entrambi a parte la Marianne, che, poverina, doveva tenere sotto controllo Gaia, nonostante non fosse una sua alunna), si lanciavano sguardi d'amore, neanche riuscissero a parlarsi nella mente.

-Sei gelosa... ammettilo, Jess!-

L'accusò Sam mentre le sorrideva maliziosamente dall'alto della sua statura massiccia.

-No, non è vero!- tentò di proteggersi la ragazza, ma se ne pentì quasi subito, mordendosi il labbro inferiore e pensando:

"Ma brava, nega come fanno i bambini per farti scoprire!"

-Sicura?- Sam le diede una spallata amichevole che si propagò in tutto il corpo della ragazza, che rispose amabilmente:

-Come potrei essere gelosa di te quando non stiamo insieme, Sammy?-

-Okay, stavolta hai vinto tu. La prossima volta tenterò di essere meno raggirabile.-

-Mi hai appena svelato i tuoi piani diabolici.-

-Te ne dimenticherai presto, fidati.-

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-Al Diavolo, al Diavolo!! Deve andare al Diavolo!-

Una voce trapanó la testa di Moroni, che dopo una mezz'oretta di viaggio si era addormentato e continuava a dormire profondamente.

-Al Diavolo, strega!!- l'Arcangelo Mananiel continuava a urlare queste parole. Poverino, aveva vissuto una lunga vita, e ne vivrà ancora molta altra: gli Arcangeli erano immortali.

-Michael, quella ragazza deve andare al Diavolo! È una strega, una creatura del Demonio, al Diavolo! Al Diavolo!!-

L'Arcangelo sembrava aver perso tutte le staffe e faceva avanti e indietro nella mente del professore, che seguiva a stento quell'apparizione.

Le ali bianche di Mananiel fremevano impazienti mentre il corpo del vecchio tremolava nella mente di Moroni. -Sto per scomparire. Il legame è debole. Non puoi capire quanto c'ho messo a contattarti. Il segnale sulla Terra è debole, però ti dovevo assolutamente avvisare del pericolo corrente. Quella ragazza è un'alleata del Diavolo.-

Finalmente Moroni ritrovò la voce e chiese :

-Chi? Di quale ragazza stai parlando?- Ma ormai era troppo tardi: l'Arcangelo era sparito e Moroni risvegliato da quello strano sogno, o quello strano avvertimento.

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-Jessie, vuoi fare un gioco?- Sam richiamò l'attenzione della ragazza, che stava fissando il sedile davanti a sè, immersa in chissà quali pensieri.

-Eh? Cosa?-

-Ho chiesto, vuoi fare un gioco con me?-

-Devo dire sì o...?-

-Perfetto! Allora, il gioco consiste che io dico una parola, e tu ne devi formare un'altra con la sillaba finale della mia. Okay?-

-Okay...?-

-Allora, cominciamo. Topo-

-Posta.-

-Tavola.-

-Lavagna-

-Naso.-

-Sole.-

-Legno.-

-Okay, basta. È troppo semplice per noi questo gioco. Ne facciamo un altro?- propose la ragazza in tono malizioso.

-Okay... ne hai uno?-

-Sì, il gioco del silenzio.-

-Mi stai dicendo che ti ho rotto le scatole?-

-Esattamente. Ti voglio bene, Sam.-

Prima che il ragazzo potesse replicare, una risata sopraggiunse alle orecchie dei ragazzi, che spostarono lo sguardo verso il professore, che li guardava divertito.

Jessie avvampó dall'imbarazzo di aver fatto quella battuta squallida davanti al professore.

-Marco?- lo chiamó la Fray, e l'attenzione di Moroni si spostò dai ragazzi, alla donna, che gli chiese chissà cosa: Sam si era rivolto nuovamente a Jessie, concludendo il "discorso" lasciato in sospeso poco prima.

-Ti voglio bene anche io, Jess.- Sorridendo, la ragazza buttò la testa all'indietro chiudendo gli occhi, e pochi minuti dopo cadde nelle braccia di Morfeo.

Salvami, mio AngeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora