5- Il tuo nome

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"Lasciamo fare al tempo."
Jane Austen.

~ 𝓒𝓱𝓻𝓲𝓼 ~

Ci sono molti modi per poter svagare il tempo.
Io ho sempre preferito fare qualcosa che mi mettesse adrenalina nel corpo.
Ad esempio la musica. Quando canto riesco a sentirmi come se nessuno potesse scalfirmi.
Almeno per un po'...

Entro in bagno a passo spedito.
Spalanco la porta di una cabina ed ecco che mi ritrovo di nuovo qui.
Piegato in due a rigettare tutto quanto.
"Merda..." sibilo sfiancato con il cuore accelerato.

"Lo sai che così non andrai da nessuna parte vero?"
Una voce alle spalle mi fa tornare alla realtà.
E purtroppo la conosco fin troppo bene.
Mi volto e intravedo Esther. È la sorella gemella di Jasper che lavora qui come spogliarellista.

I suoi capelli rossi vengono puntati subito dai miei occhi azzurri.
"Perché invece di stare qui a cercare di farmi da babysitter non te ne torni a rompere i coglioni a tuo fratello?" le domando nel frattempo che tiro lo scarico del wc.

Esther inclina la testa.
"E tu perché invece di fare cazzate come quella che hai fatto quindici minuti fa, non torni in te e cerchi di accantonare il passato e andare avanti?" ribatte e continua. "Credi che non ti abbia visto prima Chris?"
Roteo gli occhi annoiato.
"La vita è mia e faccio quello che mi pare. Vedi di non starmi tra i piedi. Non siamo una coppia, mettitelo in testa."

Quest'ultima si avvicina a me.
"Già non stiamo insieme, ma questo non significa che io non debba smettere di preoccuparmi per te..." Dichiara poggiando una mano sulla mia spalla che scaccio con ribrezzo.
"Ti sbagli e smettila. È stata solamente una scopata, non ti ci fissare. Non ho bisogno di nessuno, tanto meno di una donna." ribadisco e senza lasciarle il tempo di parlare esco dal bagno.

Cammino mentre sfilo dalla tasca dei pantaloni il mio pacchetto di sigarette fin quando non vedo la ragazza di ieri sera quasi cadere.
Già ho detto quasi, perché le ho appena impedito di ritrovarsi con il culo a terra e fare la figura dell'imbranata che è.

I suoi occhi oceanici incontrano i miei.
E come schifata si stacca dalla mia presa.
Sinceramente dovrebbe solamente ringraziarmi invece di fare quella faccia.

"Non stai mai attenta eh?" la prendo in giro e lei subito non si fa demordere che mi risponde: "Non avevo visto...il pavimento bagnato. E adesso spostati."
Ma tu vedi questa. È qui da soltanto da due giorni e già si permette di dare ordini. Tra l'altro a me?
La fermo da un braccio prima ancora che possa andarsene.

Deve capire che non può fare di testa sua.
Ma soprattutto che non mi faccio mettere i piedi in testa da una ragazzina patetica.
"Ehi! Molla il mio braccio Chris!" sbraita intanto che cerca di liberarsi dalla mia presa.

"Non dimentichi qualcosa?" domando irritato ma anche divertito dalla sua reazione.
"Che cosa?" chiede smettendo di dimenarsi.
"Ho fatto si che tu non ti facessi male, mi merito un grazie non credi?"

Ad un tratto si libera interrompendo il nostro contatto e risponde: "Non te lo meriteresti per come mi hai trattata ieri, ma grazie. Contento?".
Non contenta si pulisce anche il braccio toccato precedentemente da me.

Che caratterino.
"Qual è il tuo nome?" Sono proprio curioso di sapere quale sia. Di sicuro qualcosa con un significato insulso come la sua personalità.
La ragazza socchiude gli occhi e aggrotta le sopracciglia.

"Lilith."
Rimango un po' di stucco.
"Lilith?" ripeto osservandola. Sposta dietro le spalle i suoi lunghi capelli corvini e con tono infastidito chiede: "Sì, hai qualche problema con il mio nome? Che c'è ti aspettavi un qualcosa sentito e risentito come Jennifer?"

Mi trattengo dal ridere per il suo atteggiamento infantile. "Nah, stranamente forse il tuo nome è l'unico pregio che hai." preciso ridacchiando.
Lilith spalanca leggermente le labbra e socchiude gli occhi presa dalla collera.
Sta per dire la sua ma la interrompo e chiedo: "Lilith, la prima donna di Adamo. Sai cosa dicono di lei?"

"Non lo voglio sapere."
"Dicono che Lilith incarni l'aspetto della donna che non vuole sottomettersi." la informo osservando la sua reazione.
"Wow, qualcuno ha fatto i compiti a casa. Oh bravo, adesso se permetti professore, devo tornare al mio lavoro invece di stare qui a perdere tempo con te."

Immediatamente mi faccio più serio.
"Vedi di stare al tuo posto e di non creare guai. Non mi importa un fico secco se sei la nipote di Bill. Potrai pure essere la figlia del presidente d'America,  ma non ci metterò poco a farti licenziare e sbattere fuori da questo locale. Hai capito?".

Incredibilmente non ha distolto nemmeno un istante gli occhi dai miei. Si avvicina a me e il suo viso e pochi centimetri di distanza dal mio e risponde: "Sicuro che non sia il contrario?"
L'angolo della sua bocca si alza leggermente lasciando la visione di un ghigno compiaciuto nel suo sguardo.

Mi lascia lì.
E mentre torna alle sue mansioni mi rendo conto di quello che è appena successo.
Se pensa davvero di poter giocare con me. Non sa contro chi si sta mettendo. Potrà pure pensare di aver vinto una battaglia ma non la guerra.
Avrà pane per i suoi denti.

~ 𝓛𝓲𝓵𝓲𝓽𝓱 ~

Che idiota.
Pensa davvero di spaventarmi? Dovrà impegnarsi di più perché solo di una cosa vado d'accordo a quello che è uscito dalla sua bocca.
Io non mi farò mai e poi mai sottomettere da un uomo.

Torno al bancone.
"Lilith ti vedo tesa come una corda di violino, va tutto bene?" mi domanda Luke nel mentre prepara uno dei suoi speciali cocktail.
"Sì...ehm io vado cinque minuti in bagno. Va bene?"
"Certamente, vai pure. Ma sbrigati." risponde accennando un piccolo sorriso.

Annuisco e mi avvio verso il bagno.
Una volta entrata mi avvicino allo specchio e mi sciacquo le mani. Mi bagno la nuca e i polsi ed espiro abbassando lo sguardo.
Non pensavo che sarebbe stato così tanto stancante fare la cameriera.

All'improvviso sento della musica.
Sono loro. I Rock Thunder hanno dato inizio al loro concerto. Mi asciugo velocemente le mani e proprio quando sto per uscire mi scontro con qualcuno.
"Oh ma stai attenta? Certo che ti diverte scontrarti con me ogni volta eh?" domanda la ragazza dai capelli rossi.

Poi leggo il suo cartellino sul reggiseno pieno di paillettes che indossa. "Esther..." mormoro tra me e me pensando di averlo detto solamente dentro la mia testa. "Sì è il mio nome. Ora evapora." afferma agitando la mano come a dire di andarmene.
Alzo un sopracciglio e quest'ultima con tono acido mi domanda: "Be'? Cosa non hai capito? Vattene. Anzi visto che ci sei, fai prepare un vodka lemon. Cameriera."

"Il personale non può bere. Specialmente una cubista che deve ballare per ore e ore. Quindi cara, niente vodka lemon per te." ribatto e cammino verso l'uscita del bagno. Sto per uscire e poi mi fermo continuando: "E il mio nome è Lilith."
Esco dal bagno. Guardo verso il palco e Chris canta mentre alcune ragazze allungano le mani come se volessero tirarlo tra di loro.

Tornata al bancone continuo per qualche secondo a guardarlo. Per essere uno stronzo...canta davvero bene. "Luke..." lo chiamo senza distogliere lo sguardo da Chris.
"Chiedi pure Lilith, ma sbrigati perché devi tornare ai tavoli."
"Sì sì, volevo chiederti...tu cosa sai di Chris?" domando e non ricevo risposta.

Mi volto verso di lui.
Noto che ha uno sguardo abbastanza serio. Ma che gli prende?
"Luke sai per caso-..." non mi lascia continuare che risponde: "Meglio non parlarne. L'unica cosa che ti posso dire è...vedi di stargli lontana."
Confusa torno a guardare Chris. Perché mai dovrei stargli vicino? È letteralmente un narcisista pallone gonfiato.

Anche se non posso negare che la reazione di Luke non mi abbia incuriosita. Chi è veramente Chris Tucker?

continua...

Stairway to HeavenWhere stories live. Discover now