Capitolo 5 - Non leggo mai i messaggi altrui

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Alessandro

Finimmo il dolce e la seconda bottiglia di vino. Per fortuna l'alcool aveva contribuito a farmi rilassare un po'. Quando avevo visto quella ragazza per poco non mi era preso un infarto. Di tutte le persone che potevano esserci al mondo, proprio lei? 

La stessa che avevo trattato come una pezzente appena il giorno prima. E tutto perché ero frustrato e stanco, non perché fosse colpa sua. Certo, era rimasta impalata come una scema in mezzo alla strada, aveva anche lei una parte di colpa. Altra cosa, mi ero intestardito a trovare una bottiglia da aprire con Andrea e invece era chiuso. 

Tuttavia, non mi sentivo in difetto per i miei modi bruschi. Avrei voluto, ma non ci riuscivo. In qualche modo però la vita aveva voluto farmela pagare e farmi scoprire che Adelaide era la ragazza di Andrea. 

E se c'era una cosa che potevo affermare, solamente dopo un paio d'ore in sua compagnia, era che non c'entravano assolutamente niente l'uno con l'altra. Il giorno e la notte. 

Non ero presuntuoso, ma conoscevo Andrea molto bene e quella ragazza era troppo per bene per lui. Abbassava sempre lo sguardo dopo un po' che la guardavo, sbatteva le lunghe ciglia quando era in imbarazzo e non faceva che portarsi i capelli dietro alle orecchie quando doveva rispondere a una domanda. Sembrava molto introversa, sulle sue, anche se non aveva perso tempo a lanciarmi frecciatine da quando ci eravamo stretti la mano. Probabilmente ero sempre troppo frettoloso a giudicare le persone e sì, le analizzavo in ogni loro piccolo atteggiamento, ma Adelaide era proprio l'opposto di Andrea.

Poi lui l'aveva messa palesemente in imbarazzo davanti a me, non mi era piaciuto, perché non erano affari miei e oltre a non interessarmi, non mi piaceva trovarmi in mezzo a diatribe tra fidanzati. Lo detestavo.

Andrea era stato un vero stronzo con quell'affermazione, non potevo dire di no.

Mi veniva da chiedermi quali turbe mentali, come le aveva chiamate lui, potesse avere quella ragazza che sembrava una comune giovane donna dalla vita tranquilla.

C'era però qualcosa, uno strano buio in fondo ai suoi occhi, quando si adombrava tutto d'un tratto. Forse era semplicemente perché non si sentiva a suo agio a quel tavolo, infatti io non avevo fatto nessun gesto gentile per renderla tranquilla. 

«Sono pieno ragazzi, mamma mia quanto ho mangiato», Andrea interruppe i miei pensieri. In realtà ero stato io il maleducato che avevo passato gli ultimi cinque minuti buoni al cellulare per scappare da quella serata e trovare qualcuno con cui uscire al più presto.

Alzai lo sguardo su di lui. Aveva il volto arrossato ed era un po' brillo. «Mi fa piacere che ti sia piaciuto, dopo tutte le schifezze che ti sei mangiato in mia assenza».

«Adelaide ti è piaciuta la cena?» Si rivolse alla ragazza.

Lei stava bevendo un sorso d'acqua «Moltissimo, in realtà», rispose leccandosi le labbra e portando via la goccia d'acqua rimasta all'angolo del suo labbro inferiore. Distolsi lo sguardo istantaneamente.

«Mi fa molto piacere», dissi, «che programmi avete voi ragazzi?»

Andrea si strinse nelle spalle «Non saprei, io sono molto stanco. Rimarrei anche sul divano a vedere un film. Adelaide?»

La ragazza sembrava molto stanca a sua volta «Credo che tra poco me ne andrò a casa».

«Credevo saresti rimasta a dormire» affermò Andrea aggrottando la fronte e facendosi tutto d'un tratto freddo.

«Preferisco andare a casa» continuò lei.

«È per Ale? Guarda che per lui non ci sono problemi».

Fiori diversi nello stesso vasoWhere stories live. Discover now