Capitolo 4 - Cene indigeste

49 13 34
                                    


Adelaide

«Perchè sei così nervosa?», chiese Lara, «Insomma è solo una cena», continuò mentre si stava provando l'intero armadio. E meno male dovevo essere io quella nervosa, lei sembrava molto più in ansia per la festa di quella sera.

«Non lo so», giocherellai con la coperta sul suo letto dove mi trovato seduta, «Suppongo sia perché c'è sempre stato questo Alessandro e mi sento un po' in soggezione, come se dovessi piacergli per forza».

Lara si voltò verso di me con espressione stizzita «E avere la sua approvazione magari? Chi è il padre eterno? Andrea ha scelto di stare con te con o senza l'approvazione del suo amico. Insomma, ma dove siamo nel medioevo?»

Sbuffai «Credimi, Andrea non fa che parlare di lui per fare ogni tipo di paragone,  Alessandro di qui, Alessandro di là, di quanto sia simpatico, in gamba e tutto il resto. Questo mio atteggiamento è proprio da persona immatura, ma già le cose con lui non vanno benissimo, non voglio altri motivi per creare distanza». Mi alzai per chiudere la lampo del vestito viola di Lara. Era un tubino grintoso e sensuale che arrivava appena a metà cosce e lasciava le scapole scoperte. Avrebbe fatto scintille sicuramente.

Lei sbuffò portando in avanti la cascata bionda di capelli «Le cose che non vanno ci sarebbero state comunque, anche senza questo Alessandro. Devi risolverle tu con lui. E poi mi spieghi chi è questo? Fammi vedere il suo profilo Instagram». Si provò anche un paio di tacchi neri vertiginosi e ammirò il risultato nello specchio. Era stupenda.

Afferrai il cellulare «Non so come si chiami su Instagram».

«Vuoi dirmi che non hai mai fatto un po' di ricerca per vedere chi fosse? Le basi proprio Adelaide» alzò gli occhi al cielo, prendendo a suo volta l'iPhone posato sulla scrivania.

La vidi smanettare per qualche minuto con assoluta concentrazione, per poi rimanere di sasso e con la bocca semiaperta di fronte allo schermo.

«Hai visto una svendita improvvisa da Gucci?», la sbeffeggiai sorridendo.

Lei venne a sedersi accanto a me con un leggero tonfo «No Adelaide, non puoi capire. Non ci credo, il tuo Andrea è il coinquilino di Alessandro Ristori?»

La guardai come un alieno «E quindi? Chi sarebbe?»

Mi porse il cellulare mettendomelo davanti agli occhi. «Capirai, non esiste neanche una foto sua, tutti paesaggi e disegni». Questi ultimi molto belli dovevo dire, sempre che fosse stato lui a farli. E poi foto del Giappone, di un sacco di posti sparsi nel mondo. Di persone qualunque sulla metropolitana, sguardi, emozioni. Il profilo di una persona sicuramente molto artistica e dalle larghe vedute. Interessante. Non volevo dirlo, ma mi piaceva. 

Andrea invece aveva il profilo pieno di sciocchezze, serate con gli amici e qualche viaggio. E nessuna foto in mia compagnia. Diceva che teneva troppo alla sua privacy eppure quello che voleva, lo condivideva. A me stava bene per l'amor del cielo, nemmeno io era un tipo molto social, soprattutto quando erano stati proprio i social a giocarmi un brutto scherzo.

«Insomma vuoi dirmi chi è questo tizio?» Chiesi spazientita. Adesso veniva fuori anche che era uno conosciuto, magari con una nomea affermata che non mi sarebbe piaciuta o mi avrebbe condizionata. Ci mancava anche quello.

«Praticamente è uno dei ragazzi più affascinanti e interessanti del circondario, lo sapresti se avessi sempre vissuto qui. Comunque uno di quei ragazzi di buona famiglia che non passa di certo inosservato, sempre perfetto».

«Perciò immagino che tu ci abbia già provato», dissi accennando un sorriso malizioso. Era proprio la descrizione del tipo di Lara.

«Oh no, non ho mai avuto il piacere di conoscerlo. È comunque un tipo molto sulle sue, poi dopo la storia con quella donna è partito per il Giappone e nessuno l'ha più visto», si strinse nelle spalle alzandosi poi dal letto e tornando a provare un nuovo abito per la serata. «Adesso è tornato invece».

Fiori diversi nello stesso vasoWhere stories live. Discover now