The end.

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''There is no real ending. It's just the place where you stop the story.'' - Frank Herbert.

POV DI BETH

Il telefono era stretto saldamente dalla mia mano sudaticcia mentre continuavo ripetutamente a fare avanti e indietro nel nostro appartamento. Doveva chiamarmi un'ora fa. Gli dissi, pregandolo insistentemente, di ricordarsi di chiamarmi prima della sua audizione, la quale si sarebbe dovuta tenere dieci minuti fa.

Sì, alla fine la testa di cazzo ha ceduto. Ha seguito la strada che gli stavo incitando di percorrere da tempo. Dopo quattro mesi a convincerlo di quanto la sua voce potesse essere straordinaria e talentosa, di quanto potesse essere una benedizione per lui sulla quale doveva trarre vantaggio, alla fine ci ha pensato su, dicendomi che l'avrebbe fatto solo per me.

Aveva solo paura di essere deriso, di essere degradato di nuovo. Non lo biasimai, in questi quattro anni ho avuto un forte impatto nella sua testa e i ricordi non si cancelleranno così facilmente. Disse che era una parte della sua vita e il mio cuore si gonfiò alle sue parole.

Continuavo a maneggiare il dispositivo, presa dall'agitazione. La speranza che stavo perdendo tornò a farsi spazio nel mio viso quando il suo nome apparve sullo schermo e mi fece tornare il buon umore.

''Harry! Ti avevo detto di chiamarmi prima del provino.'' Scoppiai appena rispose al telefono. Invece della voce di Harry, si sentirono solamente fischi irritanti e urla echeggiare dalla sua parte.

''Harry? Sei..''

''Isn't she lovely, isn't she wonderful. Isn't she precious, less than one minute old.'' La voce si interruppe, lasciandomi in uno stato di completa confusione. L'unico indizio che potevo assimilare correttamente era che quella era la voce di Harry mentre stava cantando con un microfono. Ricordavo anche la canzone, me la cantò il giorno in cui tutto questo ebbe inizio.

Chiusi gli occhi, ascoltando attentamente la voce rassicurante per cui ero desiderosa di sentire fin dal primo minuto della giornata. Tutti i ricordi di quei giorni passarono davanti ai miei occhi come un film. La riproduzione del nastro nella mia mente finì proprio quando la sua voce si fermò, un 'bip' esplose dal di lì invece. Sospirai a come il messaggio della chiamata terminata apparve sul mio schermo. I miei piedi mi trascinarono verso il divano, lasciandomi cadere su di esso in silenzio. Premetti il telefono contro il mio petto con le dita incrociate mentre fissavo il soffitto con impazienza ed in attesa che il mio dispositivo vibrasse nuovamente. La mia mente mi confortò, in quanto non vi era alcuna possibilità che Harry non ce l'avrebbe fatta.

Lo squillo del mio telefono catturò la mia attenzione e a quel punto sentii lo stomaco restringersi. Il mio respiro era già irregolare quando vidi il nome di Harry sul display, un'immagine provocante di lui lampeggiava con esso. Mi calmai e premetti il telefono all'orecchio.

''Buongiorno bellezza.'' Potevo immaginarmi da qui il sorriso compiaciuto sul suo volto mentre parlava.

''Sono le due del pomeriggio, Harry.'' Sottolineai, sentendo la sua risatina al di là della linea. Mi mancava il suono della sua risata, tanto.

''Ti amo.'' Disse Harry, così sorrisi.

''Ti amo anche io, ma dimmi cos'è successo?''

''Mi manchi. '' Harry rispose, prendendomi in giro di proposito.

''Harry! Dimmi cos'è successo? Sei passato?'' Piagnucolai. Fui così curiosa.

''Quindi non ti manco?'' Il pensiero di lui mentre sorrideva della mia lagna infantile era qualcosa di opprimente.

''Mi manchi, molto. Potresti per favore dirmelo? Ti prego.'' Lo scongiurai, sentendolo ridacchiare di nuovo. Aspettai impaziente la sua risposta mentre lui prese un paio di respiri profondi.

When we're 19. [Italian Translation]Where stories live. Discover now