capitolo 72

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POV'GAIA

Uscì dalla doccia e mi avvolsi nel mio accappatoio.

Mi misi dei ciclisti corti neri e una maglietta oversize sempre nera, mi asciugai i capelli con un asciugamano e poi li pettinai attentamente. 

Raccattai tutte le mie cose e ritornai in cella.

-jamme frate, aggio fatte po' vostro bbene, fenevene tutte cca dind- Ares? Dentro la mia cella?

Mi misi in un angolino ad ascoltare la conversazione tra lui ed Edoardo. Poi improvvisamente sentì un corpo sbattere contro una parete. Edoardo...-haje fatte spia e nu membro. L'hai mandato direttamente nell'inferno a Poggioreale- La voce del moro era dura, si capiva benissimo che era molto nervoso dalla situazione creatasi. 

-preferivi ca fenemmere tutte a galera? o ca ce finisse solo Demo?- poi calò il silenzio e il silenzio in Edoardo significava solo una cosa.

-ti prego Edoardo stai fermo- implorai sussurrando. -Demo ere fondamentale pe continuare e mo sta a Poggioreale- continuò il ragazzo.

-e essere cuntente ca sta a Poggioreale, si veneve cca 'a tua belle guagliona fosse stata all'inferno- parlava di me? Ma io cosa c'entro? Non stavo capendo nulla...

-cosa intendi?- domandò non capendo. -quanne Pietro l'ha portata a' tavolata isso nun faceve altro ca provarci co leje- Improvvisamente le immagini di quel giorno mi offuscarono la mente.

Ricordavo di un ragazzo moro che ci provava con me... I suoi occhi ghiacciati, il suo sguardo che ti penetrava la pelle...

Lui... quel ragazzo era lui, era Demo...

-lui come fa a conoscerla?- domandò improvvisamente Edoardo. -secondo te perché Stefano voleva ammazzare Riccardo?- Riccardo... mio fratello?

Non riuscì a trattenermi e sbucai dalla porta, gli occhi pizzicavano dalle lacrime...

I due si voltarono verso di me. Il moro provò ad avvicinarsi a me ma lo respinsi. -Piccrè...- provò a parlare ma lo bloccai subito.

-tu lo sapevi vero?- fu una pugnalata al cuore. -sapevi che volevano uccidere mio fratello- iniziai a singhiozzare. -Piccrè, ti giuro io non ne sapevo nulla- fece un altro passo verso di me ma io ne feci altrettanto indietro.

-fottiti Edoardo- dissi sconvolta prima di andare a cercare Ciro.

Appena mi vide in lacrime gli saltai addosso liberandomi del mostro che avevo dentro. -Ciù ciù, che hai?- mi chiese stringendomi tra le sue braccia. Non riuscivo a parlare, singhiozzavo e basta, non potevo sopportare che Edoardo sapeva che volevano ammazzare mio fratello e non ha fatto nulla per impedirlo.

Mi sedetti accanto a Ciro, attorno avevo Pino, Pirucchio e Carmine che anche loro cercavano di capire cosa avessi.

-quando te la senti ce lo dirai. Ora stai calma e non piangere più- mi massaggiò i capelli a lungo, avevo smesso di piangere e mi stavo quasi addormentando sulle sue braccia ma Lino venne a chiamarci per ritornare nelle nostre celle.

Io e Ciro andammo nella nostra ma vidi il ragazzo già steso a letto, completamente immobile che dormiva.

Andai in bagno e poi quando ritornai Ciro mi aveva fatto spazio nel suo letto. -vieni- mi invitò. Salì e mi accoccolai accanto a lui.

Lo guardai dritto negli occhi, mi sorrise prima di stringermi a se. Era a petto nudo e potevo sentire il calore della sua pelle. Era letteralmente una stufa.

Appoggiai la testa al suo petto, sentivo il suo battito irregolare e sotto quel bel suono mi addormentai.

AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora