capitolo 71

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-e si vince ancora- Edoardo esultò alzando i pugni godendosi la faccia sconvolta di Gaetano. Allora è davvero così imbattibile questo ragazzo.

-Pirù 'a smetterai e sfidarmi? Te batterò ogni juorno ca passerà- io risi dalla sua fierezza.

Seduti sul divano, con le gambe distese per tutto il divano, io tra le sue gambe, ridevamo come pazzi. 

La sera in sala era sempre la più bella, tutti tranquilli e rilassati.

Le ragazze ci fissavano da lontano, la cosa mi irritava molto. Possibile che sono ancora arrabbiate?

-ragazzi, un po' di torta, c'è una fetta a testa- Beppe arrivò con un grande vassoio che conteneva dei triangoli di torta. Li diede uno ad uno.

-grazie- dissi prendendola tra le mani. La morsi. Era davvero buona, cioccolato e vaniglia.

-Beppè, è buonissima, chi l'ha fatta?- chiesi con la bocca piena, scaturendo in Edoardo una risatina.

-Maria, la nuova cuoca- disse sedendosi al tavolo. -smettila- dissi divertita. Il ragazzo dietro a me non faceva altro che ridere e questo gesto lo fece ridere ancora di più.

-ma la smetti di prendermi per il culo?- mi girai verso di lui. Stava morendo dalle risate. Aveva tutta la bocca sporca.

-mamma mia un bambino- dissi pulendo via i residui di torta. Lui si zittì osservando attentamente le mie mani. Poi puntò gli occhi sui miei e mi sentì andare a fuoco.

-che carina, sei arrossita- disse lui toccandomi il naso. Sbuffai sorridendo e roteai gli occhi al cielo.

-dai scherzo- mi diede un bacio, semplice, a stampo. Ormai tutti lo sapevano e non avevamo nulla da nascondere. I ragazzi esplosero in un "ohhhhhhhhhh" e io arrossì più di quel che ero. Mi nascosi il più possibile tra le braccia di Edo.

La sera ritornammo nelle nostre celle.

-Ciro mi passi la nutella?- chiesi io. Lui mi guardò storto. -no- disse brusco. -daiii- lo implorai, feci gli occhioni e lui cedette. Andò a frugare nell'armadio tirando fuori il barattolino di nutella.

Sorrisi felice e con un cucchiaino di plastica iniziai a prenderne alcune cucchiaiate.

-non troppa però- disse Ciro prendendomi il cucchiaio e mangiandone uno. Poi me lo riporse e io lo porsi a Edo che rifiutò. -sei a dieta?- lo presi in giro scherzando e lui mi fece la linguaccia.

Finito di mangiare la nutella mi alzai dal letto e annunciai -vado a docciarmi, a dopo- presi tutto quello che mi serviva e andai nelle docce. Fortunatamente erano vuote e quindi lasciai tutto lì.

Entrai e lasciai scivolare il getto bollente lungo la mia pelle. Mi accasciai a terra piegando indietro la testa permettendo all'acqua di sbattere violentemente sul mio viso.

Improvvisamente l'immagine di Edoardo mi venne in mente. Possibile che mi sia innamorata di quel ragazzo in così poco tempo? Con me è sempre dolce, protettivo ma spesso mi provoca.

Ammetto che adoro quando lo fa, quando mi guarda con quegli occhi maliziosi e il suo sorrisino, mi fanno andare in tilt ogni volta.

Sorrisi a pensarlo...

POV'EDO

Aspettammo che Gaia uscì e Ciro non si lasciò scappare l'occasione.

-cotto amico mio, sei cotto- mi diede due pacche sulla spalla vedendo che sorridevo come un ebete. Si...sono cotto, completamente.

Scossi la testa per cacciare via quel pensiero e ritornai a concentrarmi sul mio migliore amico.

-quando lascerai Carmela?- disse lui. Cazzo.

Sbuffai e mi alzai incamminandomi verso la finestrella come per trovare una via di fuga, un modo per scappare.

Sentì il moro alzarsi alle mie spalle.

-non può vivere così nella menzogna Edo, devi lasciarla- aveva una voce autoritaria, come il resto delle volte che parlava con qualcuno.

Mi accesi una sigaretta e feci una grande boccata. Il sapore amaro mi avvolse la bocca ma chiusi gli occhi a quella strana sensazione.

Buttai fuori il fumo e poi annuì. -va bene- dissi soltanto. feci un altro paio di tiri e spensi la sigaretta sul davanzale lasciando una macchia più scura di cenere.

-io vado dagli altri- disse Ciro uscendo dalla cella, lasciandomi lì, sdraiato sul mio letto immerso nei miei pensieri.

Carmela è una brava ragazza, dolce e innocua, non si merita di essere trattata così. Ma io voglio Gaia, mi ha incuriosito sin dal primo momento.

Ero talmente concentrato a pensare a come lasciare la donna senza farle male che non mi accorsi nemmeno che c'era una presenza appoggiata allo stipite della porta a guardarmi.

-resti lì impalato a fissarmi o te ne vai?- dissi freddo continuando ad analizzare le crepe del soffitto. -preferisco restare qua- sghignazzò con il suo solito modo fastidioso.

-che vuoi- dissi brusco. Lui avanzò verso di me. Forse un po' troppo così lo spinsi via. Lui alzò le mani. -nun te arricurdave accussi' cattivo- scherzò. -e ij nun te arricurdave accussi' traditore- sbottai alzandomi in piedi.

Lui fece alcuni passi indietro sorpreso.

-jamme frate, aggio fatte po' vostro bbene, fenevene tutte cca dind- si difese lui. -haje fatte spia e nu membro. L'hai mandato direttamente nell'inferno a Poggioreale- lo spintonai ancora contro la parete.

-preferivi ca fenemmere tutte a galera? o ca ce finisse solo Demo?- mi puntò quegli occhi color ghiaccio negli occhi. Mi vennero i brividi. 

-Demo ere fondamentale pe continuare e mo sta a Poggioreale- strinsi i denti contenendo i miei istinti omicidi. -e essere cuntente ca sta a Poggioreale, si veneve cca 'a tua belle guagliona fosse stata all'inferno- il suo sorriso si tramutò in un ghigno malizioso.

-cosa intendi?- domandai non capendo. -quanne Pietro l'ha portata a' tavolata isso nun faceve altro ca provarci co leje- il sangue comincio a ribollirmi nelle vene -lui come fa a conoscerla?- il ragazzo al muro non staccava gli occhi da me.

-secondo te perché Stefano voleva ammazzare Riccardo?-

Strinsi i pugni... pezzo di merda.



AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Where stories live. Discover now