capitolo 54

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Entrai in cella salutando Ciro seduto sul suo letto intento a farsi un filtro.

Entrai in bagno guardandomi allo specchio, non mi accorsi che avevo ancora il sorriso. Mi passai un dito sulle labbra, erano arrossate e un po' gonfie ma ero felice del motivo per la quale erano così.

Solo poco dopo notai che sul mio collo c'era un segno viola, maledetto Edoardo. Non era nemmeno tanto grande fortunatamente ma decisi di non coprirlo.

-vi site vasat?- la voce di Ciro tuonò sulla soglia del bagno. Annuì posando le dita sul succhiotto.  -ringrazio il cielo, dopo decenni è successo- fece il segno della croce. -ma smettila scemo- risi uscendo dal bagno.

Mi sedetti sul letto insieme a lui che mi riempiva di domande. -ne ha avuto di lavoro- disse analizzandomi attentamente il collo. Alzai gli occhi al cielo. -sospettavo qualcosa, non vi vedevamo più- risi. -ma vi siete solo baciati?- mi guardò malizioso. -Ciro!- gli tirai uno schiaffo sulla testa.

Dei passa alla cella ci fecero voltare entrambe ed entrò il ragazzo. Sorrisi istintivamente. -ciao- salutò lui. -hey- ricambiai. Ciro ci guardò scioccati mentre Edo ci raggiungeva nel letto di sopra.

Mi sedemmo in una specie di cerchio mentre Ciro alternava lo sguardo da me al ragazzo al mio fianco. -lo sa vero?- domandò di punto in bianco. Annuì divertita. -ovvio che lo so, era scontato- rispose ridendo. 

-finalmente devo dire- rise lui. Roteai gli occhi appoggiando la testa sulla spalla di Edo. 

Restammo a parlare per un bel po', Ciro voleva sapere i dettagli del bacio che non gli didimo, ma sono sicura che appena loro due saranno soli Edo gli racconterà tutto.

-ragazzi, a mensa- Lino ci chiamò interrompendo la nostra conversazione.

Come un perfetto branco di pecore raggiungemmo la sala iniziando a servirci. Mi misi nel vassoio una moderata quantità di parta al ragù e andai a sedermi.

Iniziai a mangiare mentre nella stanza c'era un aria amichevole e tranquilla, tutti parlavamo tra di noi, Ciro stava "accettando" pian piano Carmine e Chatillo nel gruppo. Certo li odiava ancora ma io lo obbligavo a farli mangiare con noi.

-no ma una volta ci ho parlato con quello biondo- disse Pino. Stavamo parlando dei miei fratelli. -Riccardo? E poi quando?- chiesi scioccata. -quando stavano uscendo dopo il colloquio, erano passati lì vicini al bagno e io stavo uscendo, ci siamo rivolti due parole- -non voglio sapere cosa vi siete detti- risi.

Ovviamente avevo il suo sguardo sempre e costantemente puntato addosso. Con lo sguardo gli feci capire che doveva smetterla. Lui mi mimò con le labbra un "sei bellissima piccrè". Lecchino. Alzai gli occhi rassegnata.

-ma quindi...- oh no, sapevo già dove stava andando a parare Totò. -finisci sta tortura il prima possibile e fai al massimo 2 domande- lo guardai quasi supplichevole. -vi siete baciati?- chiese indicando me e il moro dagli occhi verdi, alzò le sopracciglia come per dire. "dillo te, io non apro bocca". Sospirai esausta e poi risposi con un semplice -si, contenti?- Totò iniziò  urlare di gioia. 

-quando è successo?- chiese. -quando sono andata a suonare- risposi. -e poi..- -no, basta hai finito le tue domande- gli risi in faccia. 

-dai ma io voglio i particolari del bacio- insistette Carmine. -che non avrete mai- continuò Edoardo.

-Sil, Nad ata sentute? 'a ragazzina si è fatta Conte- la voce fastidiosa della rossa mi entrò nelle orecchie, fu come un coltello che ti taglia i timpani. -Gaia, lascia perdere- disse Ciro notando che stavo stringendo insistentemente la forchetta tra le mie mani.

-a quindi ere è pure na' puttana, vedrai ca' si farà pure 'o boss primma o po'- risero tutte insieme. Non riuscì a trattenermi. Mi alzai sbattendo le mani sul tavolo facendo traballare tutti i bicchieri. 

La sedia era caduta all'indietro, Pino mi afferrò il polso provando a fermarmi ma lo scansai bruscamente.

Marciai verso la rossa, la stavo fulminando con lo sguardo. 

SI alzò pure lei venendomi incontro. Le afferrai i capelli scaraventandola indietro e poi le mollai un pugno dritto sul naso. -dillo nu' altra vota ca farò rimpiangere a te e a' tua famiglia e averti concepito- gli dissi a un centimetro dal suo viso prima di essere colpita in pieno volto da uno schiaffo proveniente dalla castana. 

-nun toccare Viola- mi minacciò. -sennò che mi fai?- lei mi tirò un altro schiaffo che non ritardò a ritornare con un pugno nello stomaco costringendola ad accasciarsi. Mi pulì il sangue che stava colando dal mio naso.

-nun toccatemi maje cchiù pecche' ve acciro co 'e mie mane- le minacciai prima di essere tirata indietro violentemente dalle braccia del comandante. -Ma sei impazzita?- mi domandò portandomi dall' altra parte della sala. 

-me àveno chiamate puttana Comandà- mi giustificai io. Mi toccai il labbro e anche questo stava sanguinando -vai dalla direttrice Gaia- mi condusse insieme alle altre verso l'ufficio della direttrice.

Mi voltai e vidi Edo che mi guardava mentre mi allontanavo, non riuscì a decifrare il suo sguardo. Non capivo se era deluso o meno...


AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Onde histórias criam vida. Descubra agora