Capitolo 24

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La mattina dopo la squillante voce di Liz ci sveglió. -giù dal letto ragazze! C'è la colazione! - urló passando per tutte le celle.

-Liz staij bona ca tenghe sonno- urlai prima di ficcare la testa sotto al cuscino. - ah Gaia, il tuo ammiratore segreto ti manda questo- disse la donna lasciandomi un bigliettino.

"Te aspetto abbascio piccrè" sorrisi alle parole.

Mi andai in bagno a lavare la faccia. Il bagno che disponeva la cella aveva solo un bidet, un lavandino con uno specchio, un cesso e un piccolo mobiletto. Le doccie erano comuni e stavano infondo al corridoio.

Mi misi una tuta nera e una maglietta over size, pettinai i capelli in uno chignon disordinato e mi misi gli occhiali.

-da quando tieni quelli- mi domandó Naditza indicando la montatura fine in oro.

-li ho sempre dovuti mettere, solo che ho le lenti a contatto e non me lo sono prese- dissi scuotendo le spalle.

Una volta arrivate in mensa una voce mi chiamó.

-Gaia, vieni- Pino mi fece spazio accanto a lui. Al tavolo ci stavano Ciro, Edoardo, Totó e Pirucchio. Chatillo e Carmine erano in disparte.

-buongiorno- dissi sedendosi con poca voglia. - come siamo eleganti oggi- scherzó Totó. -non avevo sbatta di vestirmi stamani- dissi masticando un biscotto inzuppato nel latte.

Per sbaglio mi venne da digerire. -vi presento Miss Delicatezza- rise Edoardo. -è scappato- risposi io bevendo dalla tazza.

-ora torno dalle ragazze prima che Liz si incazzi- risposi alzandomi, lasciai un bacio sulla guancia a Pino. -E a me nun me 'o raje nu o' vas?- mi provocó Ciro. -nah- dissi allontanandomi.

Nel pomeriggio avevamo laboratorio di letteratura, da quello che mi hanno detto le ragazze non era tanto noioso.

-bene ragazze, adesso vorrei che su questo foglio mi scriviate cosa significa per voi l'amore, l' amore tra fratelli, tra genitori... - ci diede dei fogli completamente bianchi.

Io iniziai a scrivere, andavo di getto, scrissi per metà in napoletano e per metà in italiano. Scrissi quanto amavo Alessandro, i sentimenti che provavo quando ci stava lui. Scrissi quanto volessi bene ad Anya, la gioia di vederla felice.

Dopo 30 minuti consegniammo i fogli e poi ci lasció andare in cortile.

-ma allora cosa avete scritto?- chiese Gemma. -io ho parlato del amore verso mio fratello- disse Silvia con una nota di rancore. -io ho scritto di quanto amo il mio ragazzo- dissi. -hai il ragazzo e noi non lo sapevamo?!- domandó Nad e annuì ridendo.

Una ventina di minuti dopo uscirono pure i maschi nel campetto. Erano ricoperti dalla pittura.

-Silvia! Hai un colloquio- Urló Liz prima che la ragazza se ne andó.

Mi avvicinai alla ringhiera e stessa cosa Pino. -Ca tenite cumbinato vuje guaglioni?- domandai visto che per metà era ricoperto da tempera gialla e verde.

-pitturato- scherzó lui.

Mi si avvicinó poi Edoardo cacciando via Pino.

-come staj?- mi domandó lui appendendosi alla ringhiera. -bene, sto meglio- risposi rassicurandolo con un sorriso. -Te staij truanne appost?- mi chiese. -si, tutto bene- sorrisi ancora.

-Conte! Esposito! Allontanatevi!- urló il comandante.

-a dopo piccrè- disse lui facendomi l'occhiolino.

Mi voltai per andare verso le ragazze.

Silvia e Naditza stavano parlando e mi indicavano. La castana stava in lacrime.

Mi marciarono incontro incazzate nere. -seje Na puttana!- mi urló Silvia. Fece girare tutti.

Mi saltó addosso facendomi sbattere contro la rete.

-t' accir comme tu haje fatte co frate mij- inizió a tirarmi cazzotti dritti al naso e occhi.
Mi urlava addosso e piangeva come una disperata.

Stefano Scacco... Dovevo capirlo prima cazzo.

Insieme a lei si aggiunse pure Naditza. Che cagnolina.

-oh oh Liz! Le ragazze!- il comandante e Beppe giunsero di corsa.

Non avevo più le forze di muovermi né reagire.

-ti ammazzo!- mi urlava addosso la ragazza sopra di me continuando a scagliarmi pugni al viso.

-Silvia fermati!- urlava Liz.

I ragazzi stavano a guardare impietriti la scena.

Non so che sembianze avessi potuto avere, ma mi sento uno schifo.

Arrivarono la direttrice e altre due guardie. Presero a forza Silvia e Naditza allontanandole da me.

-Gaia, Gaia mi senti?- mi domandó Liz, con quelle poche forze provai ad annuire.

-Beppe fammi uscire-ordinó una voce che non riuscì a riconoscere.

Poi... Vidi tutto nero. La mia fine?

AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Where stories live. Discover now