Tunnel vision e Kernel panic

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«Troppo figa» ripeto, mettendo la moto di Lori sul cavalletto.

«Te l'ho detto...» continua lui, tutto elettrizzato, poi appende il casco al manubrio e si siede sul ciglio della strada. Io appoggio il mio sulla sella del motorino e mi vado a mettere di fianco a lui. «Quand'è che cambi sta carretta scassata, tu?»

«Non insultare la mia carretta scassata. Va ancora bene»

«Sì, vabbè, io ho cambiato quattro moto da quando tua sorella ti ha dato sta ciofeca»

«Vogliamo veramente parlare della fine che ha fatto quel povero Fantic? No, perché se ne vuoi parlare, ne parliamo, eh»

«Era colpa della strada»

«E perché, allora, io con la mia ciofeca non sono caduto benché fossi esattamente dietro di te?»

«Sì, non fare il figo che ti sei ribaltato anche tu»

«In un altro punto, ancora più di merda, e in quell'uscita sei volato pure tu. Solo che io mi sono sbucciato il gomito, tu ti sei rotto un piede. E il mio motorino si è fatto un graffietto, il Fantic l'hai preso e l'hai buttato via». Mi fa una smorfia scocciata e non risponde. Tanto non deve farlo, so benissimo che ho ragione.

«Vabbè, comunque, dovresti prendertene una così pure tu.» ripete. «Oppure buttati su un KTM»

«Sì, certo, me li dai tu i quindicimila euro che servono per il Duke»

«Tua mamma, tutti i soldi che avevo li ho spesi per questa» brontola. «Ruba il Kappa di tuo padre»

«Quella è una cazzo di trappola della morte. Un due e cinquanta due tempi, quella roba mi ammazza di sicuro»

«Oh, piccino, non la vuole se non ha le comodità moderne come le valvole...» mugola, sarcastico.

«Io voglio una moto con lo scaldaculo, come la tua» lo provoco.

«Ma sparati» bofonchia. «Devo ammettere che non è il top per andarci in due, però...»

«Non porti altra gente su una sportiva, dai...»

«Eh, lo so, ci ho provato, ma non è stata una grande idea...»

«E chi ci hai portato, scusa?» chiedo, con un sorrisetto. So con assoluta certezza che mi ha lanciato quella mezza frecciatina per raccontarmi della sua ultima conquista. Lo lascio sfogare, così è contento e non mi rompe.

«Rebecca, ci stiamo sentendo, guarda, ti faccio vedere una foto...» inizia, prendendo il telefono e passandomelo. Mi ritrovo davanti a una ragazza, capelli chiari, faccia tonda, sorriso ampio. La donna angelo stilnovista, miseria.

«Ma ha tredici anni, Lori...» mormoro, continuando a notare una certa "gioventù" nei suoi lineamenti.

«Ma che cazzo dici, brutta merda, ha vent'anni!» sbotta.

«Sembra andare in terza media»

«Fa lettere moderne...» brontola, strappandomi il cellulare dalle mani e incrociando le braccia al petto. Ridacchio e allungo le gambe sull'asfalto.

«E hai già concluso?» domando, lanciandogli un'occhiatina.

«No, ha detto che vuole aspettare. Non è... nel senso, ha già fatto sesso con altri, ma mi ha detto che di sicuro dopo un caffè e un giro in moto non me la dà»

«Wow, tu che aspetti più di tre ore... e la vuoi ancora sentire?»

«Massì, è carina, simpatica... ci sta, insomma. Me l'ha presentata il mio compagno di controlli automatici, sono coinquilini»

Show me how good life can beWhere stories live. Discover now