La strega Luna

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Parole generate: SPADA, MUSICA, NOTE, LUCE, SCIA, LUCCHETTO, CATENE, PRESENZA, RABBIA, FASHION

In un paese in collina, la strega Luna viaggiava da sola per raggiungere la città di Oltre I Monti. Aveva da poco scoperto che il suo acerrimo nemico le aveva mandato un invito-sfida. Lei non era mica intenzionata a tirarsi indietro e, perciò, si era messa in cammino per sconfiggere una volta per tutte lo stregone Filippo.
Tutti coloro che usavano la magia erano fatti così: per qualsiasi sfida, amichevole o meno, era buona educazione mandare prima un invito allo sfidante. E Filippo, per quanto malvagio fosse, non era però vigliacco nè maleducato. Era intenzionato a sconfiggere Luna con le sue nuove magie segrete. Ciò che non sapeva, però, era che anche Luna conosceva nuove armi per distruggerlo.
Arrivata ad Oltre I Monti, Luna percepiva già la presenza magica di Filippo. Adesso doveva trovare il suo nascondiglio.
Ma dov'era?
Dove si stava nascondendo?
Luna prese l'invito-sfida e lo lesse con attenzione; poi lo girò e lesse anche quell'altro lato. Ma il luogo preciso non c'era scritto.
Luna strinse il foglio accantocciondolo, e poi lo lanciò per terra, con rabbia. Filippo era a conoscenza di alcune sue debolezze, tra cui la timidezza. Non sapendo il luogo esatto, Luna avrebbe dovuto chiedere informazioni agli oltremontesi. Farlo, però, le sarebbe costato non poche energie.
Si chinò per terra e raccolse l'invito-sfida. Lo buttò nel cestino della carta e proseguì il suo cammino vagando in ogni direzione, quasi a giocare ad 'acqua e fuoco' in base a quanta presenza maligna di Filippo percepiva o meno.
Finalmente trovò il suo nascondiglio per nulla nascosto: era un immenso castello brilliantato. Luna avrebbe potuto semplicemente osservare meglio la zona. O portare con sè gli occhiali da vista.
Ma ormai nulla l'avrebbe fermata: nè il piano malvagio di Filippo, nè la sua miopia.
Varcò l'entrata del castello e trovò il suo sfidante già lì ad aspettarla. Aveva cambiato stile: non indossava più un vecchio mantello di camoscio. No. Era finalmente riuscito a vestirsi bene. Ad essere dannatamente fashion.
Luna si sentiva già svenire. Debole ed
impotente. Avanzava verso Filippo, ma sentiva i suoi movimenti come se fossero limitati. Come se Filippo l'avesse legata con delle catene d'acciaio e chiuso il loro lucchetto.
Ma Luna sapeva di essere in vantaggio. Aveva anche lei delle magie segrete.
«Finalmente» esordì Filippo. «Quest'oggi scopriremo chi è migliore tra noi due.»
Luna sorrise. «Bene. Allora,» estrasse la sua bacchetta dalla borsa «cominciamo!» E subito lanciò uno tra i suoi incantesimi migliori: una scia di note una dietro l'altra, fino a creare della musica meravigliosa.
Filippo era negato nel canto e nel ballo: quella magia lo colpì  profondamente. Ma non cadde per terra. Rimase dolorante davanti a Luna. Com'era possibile, si chiedeva Filippo, che il suo piano per farle esaurire le energie non aveva funzionato? In ogni caso, aveva già in mente che incantesimo usare: degli occhiali sporchi che le si appiccicarono sul viso.
«Maledetto!» strillò. Non poteva toglierli nemmeno con la magia. Si sentiva sfinita, perché gli occhiali sporchi, pieni di ditate, la indebolivano parecchio.
Cadde con le ginocchia per terra, mentre Filippo si avvicinava a lei.
«Ho già vinto?» chiedeva lui deridendola.
«Non abbassare la guardia» bisbigliò Luna. «Non ho ancora finito.» Infatti era il momento giusto per realizzare il suo incantesimo segreto, ovvero una maestosa spada di luce.
Luna la afferrò e tagliò in due Filippo.
«Peccato,» concluse lei «avevi davvero un bell'abito all'ultima moda.»

Filippino si alzò e, piangendo, corse da sua mamma.
Luna lo senti dire: «Non è giusto! Non può strappare in due la mia figurina dello stregone inventandosi una magia del genere!»
Ma Luna era la sorella maggiore, e poteva permetterselo eccome.

10 parole 1 storiaWhere stories live. Discover now