febbre

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Di nuovo davanti alla tastiera, con la testa tuttora leggera dopo giorni di febbre e digiuno.

Un intervallo di intensa stanchezza, di crescente preoccupazione al continuo peggiorare del tasso di piastrine, che è la conseguenza più evidente della dengue, o febbre emorragica.

Ti guardi dentro e non trovi un briciolo di forza per fare nulla. Strana malattia, ti prosciuga e ti lascia a pezzi, ma fondamentalmente stai "bene". Nessun dolore, salvo il mal di schiena, nessun segno visibile. Solo un fil di voce. E un passo malfermo, trascinato e appoggiato al trespolo della fleboclisi, che funge da arido sostegno.

Per i corridoi dell'ospedale si aggirano queste figure incerte, tutte con lo stesso stelo a rotelle, con appesa la stessa sacca di elettroliti, con gli stessi visi pallidi e gli occhi incavati. Molti si riuniscono sotto una tettoia a fumare, sperano così di esorcizzare la malattia e fanno peggio.

E tanto, tantissimo tempo per pensare, mettendo in fila riflessioni e sensazioni. Che però poi sfuggono al ricordo e non lasciano traccia.

Quante volte ho letto delle febbri emorragiche che hanno spezzato le velleità colonialiste di migliaia di europei, sciamati nei secoli in Asia.

Quanti esploratori, biologi, botanici o solo avventurieri alla ricerca del loro Graal, sfiancati prima e spazzati via nel fiore degli anni, appena iniziato il loro cammino tra i misteri delle fitte foreste equatoriali. Quante speranze presto disattese, quante scoperte mancate per le febbri deliranti e spaccaossa.

Io ricordo la spossatezza della febbre alta, la nausea e l'astenia. I sogni foschi dopo sonni agitati, che lasciavano dietro sé pensieri bui, spiacevoli. Dicono che lasci anche un po' di depressione.

Poco di eroico e mitico, molto di prosaica contaminazione ambien-

tale dovuta all'incuria che la massificazione dei flussi turistici porta con sé. Non c'è traccia di un programma di eradicazione della malattia, attraverso pratiche di prosciugamento di aree acquitrinose o di spargimento di insetticida o di lotta integrata alla zanzara tigre.

Tra i vari sconquassi che il turismo causa a Bali, quello sanitario sta emergendo senza che gli amministratori studino contromisure efficaci. I casi di dengue sono raddoppiati dall'anno scorso, la malaria riprende forza, la rabbia sta mietendo ancora vittime umane, la Legionella ha fatto la sua comparsa nei luoghi affollati come hotel e centri commerciali.

Gli dei stanno diventando impotenti e faranno la fine dei loro colleghi dell'Olimpo, senza più influenza né potere sulle vicende umane, a poco a poco spariranno tra le nuvole e non torneranno più a incarnarsi nel corpo delle ragazzine nelle cerimonie di trance collettiva.

Giorni Balinesi  dieci anni a Bali e oltreWhere stories live. Discover now