Capitolo 7

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"Non so esattamente cosa spinga due persone a legarsi. Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole. Probabilmente l'incominciare a condividere qualcosa in più, a parlare un po' di sé, a scoprire piano piano quel che il cuore cela. Imparare a volersi bene. O forse accade perché doveva accadere. Perché le anime sono destinate a trovarsi, prima o poi."

Sono le 21:45. Fuori si è fatto buio e io sono ancora in infermeria per sistemare alcune cartelle. Avevo detto a Gabriel che sarei rimasta ancora qui per portarmi avanti il lavoro di domani, mi aveva guardato sorpreso e se ne era andato, consapevole del fatto di non riuscire a farmi cambiare idea. Ci conosciamo da due giorni e ha già capito quanto io sia testarda. Ma adesso sarà meglio andarmene, è ormai sera e vorrei tornare a casa. Spegno le luci e mi avvio verso l'uscita. Arrivo sul campo e rimango paralizzata. Vedo Neymar in tuta, con il pallone tra i piedi. Noto i capelli ancora bagnati, segno che sicuramente era appena uscito dalla doccia. Lo vedo scalciare ripetutamente il pallone per segnare dritto in porta. Rimango per un secondo a guardarlo tra la rete. Faccio per andarmene quando sento lui che mi chiama.

"Ehi"

Dannazione, mi aveva visto. Non so cosa inventarmi. Gli dico la verità, è la miglior cosa

"Scusami. Stavo uscendo, ho sentito dei rumori e mi sono affacciata. Complimenti sei bravissimo"

Ma come mi è saltato in mente?! Gli ho appena fatto un complimento

"Grazie. Volevo esercitarmi. Da rigorista, va così" mi risponde allargando leggermente le braccia.

"Vuoi provare?" mi indica la palla che si trova al fianco del suo piede.

"No grazie. Ti guardavo meravigliata perché non ho mai visto nulla di simile.. non hai sbagliato un tiro. Ma grazie no, troppo difficile per me"

"Guarda che non è difficile, se ti avvicini un po' di più alla porta lo vedrai. E comunque come vuoi" mi fa un accenno di sorriso, porgendosi in avanti per riprendere la palla.

Devo approfittare di questo momento in cui lui è calmo. Ho bisogno di parlargli

"Scusa Neymar posso farti una domanda?"

"Certo, dimmi" mi risponde, voltandosi verso di me

"Ieri mi sei sembrato infastidito. Ho notato una certa tua freddezza nei miei confronti. Nessun'altro dei tuoi compagni mi ha fatto questa impressione. Quindi deduco che sia solo tu ad avere un problema con me"

"Nessun problema. È solo che il tuo discorso mi è sembrato un po'.."

"Un po' cosa?"

"Non so come spiegartelo...Un po' da persona vanitosa. Non sono abituato a circondarmi da persone con così tanta cultura. Solo che il tuo discorso mi è sembrato di una bambina viziata"

"Non è così. Tu non mi conosci. Non ti hanno insegnato a non avere pregiudizi o per lo meno a non dare giudizi affrettati ? " faccio per alzare la voce.

"Si scusami, non volevo offenderti."

"Sai qui al Psg siamo una famiglia, stiamo tutti con i piedi per terra. Abbiamo fatto tutti la gavetta, io ho dovuto faticare il doppio per entrare in serie A. Ma va bene così perché quando vieni dal basso dai ancora più valore a tutto. Ti dà ancora più soddisfazione... Scusami se mi sono dilungato, non voglio annoiarti"

"No anzi."

Lo vedo avvicinarsi nella mia direzione, poi si ferma con il pallone in mano. Lancia la palla verso di me. La prendo al volo tra le mani, senza capire le sue reali intenzioni.

"Dai prova"

Asserisce al tiro in porta, dovevo immaginarlo.

"No, ti giuro non sono brava"

"Prova che ti costa, che c'è hai paura?" ridacchia divertito, con quegli occhi furbi che si ritrova.

Eccolo il vero Neymar. Il tono serio gli era durato pochissimo, in realtà fare il serio non gli si addice per niente, lo preferisco così. Mi piace vederlo sorridente perché quando sorride in quel modo mi sembra di sognare. E comunque si, ho paura. Una fifa tremenda di fare una figura di merda davanti a uno dei più forti giocatori del mondo.

Decido comunque di tentare, mi metto in posizione e calcio con tutta la forza che ho in corpo. Come previsto non riesco a fare goal, la palla mi viene troppo alta e finisce sopra la traversa.

"Bel tiro, ma non hai dosato bene la potenza. Prima di tutto fatti più avanti perché per te questa distanza è troppo lontana" mi da le indicazioni con il dito senza smettere di sorridermi. Leggermente impacciata, mi riposiziono più in prossimità della porta. Sono in piedi pronta a calciare, poi mi blocco. Ad un tratto vengo percorsa da un brivido proprio nel momento cui mi accorgo della sua presenza dietro di me. Sento il suo corpo massiccio appoggiarsi alla mia schiena. Respiro profondamente, mi sembra di non avere più fiato. Dopo avermi sfiorata un braccio, lo sento avvicinarsi al mio orecchio: 

" Tranquilla ci sono io. Posiziona bene il piede d'appoggio, cerca di non bilanciarti troppo in avanti altrimenti ti viene troppo alta. Lascia la caviglia sciolta. Rilassati, non essere troppo rigida" mi dice piano.

Forse ha percepito il mio stato di agitazione. Non ha capito niente che è lui che mi crea ansia. Il solo pensiero di averlo alle mie spalle è una cosa che mi fa pietrificare

Prendo coraggio e tiro. Con piacevole sorpresa, questa volta faccio centro. Goal! Esulto come una bambina, alzando le braccia al cielo, poi mi giro verso di lui che d'istinto abbraccio. Mi aggrappo a lui, inalando il suo odore, un profumo così buono che mi fa quasi perdere i sensi. È il tocco del suo braccio appoggiato alle mie spalle, che mi fa tornare alla realtà.

"Scusami" gli dico staccandomi dal suo petto

Lui rimane ancora lì, ad un centimetro da me.

"È stato divertente.." faccio una breve pausa , poi aggiungo: "Devo andare"

Sono le uniche parole che mi escono dalla bocca.

"Anche io devo andare. Ci vediamo Charlotte" mi sorride, consapevole del suo fascino

"Ci vediamo"

Cammino a passi svelti e mi dirigo verso l'uscita del campo. Spero non mi segua con lo sguardo. Non voglio essere guardata mentre esco da qui alla velocità della luce. Non mi sento molto bene e ho bisogno di farmi una doccia fredda. Deve essermi alzato il sangue al cervello perché mi sento leggermente accaldata, una sensazione che fino ad ora non ho mai provato con nessuno. Resta il fatto che questo incontro ravvicinato mi ha fatto bene : ho imparato a calciare e ho conosciuto un Neymar diverso da quello che credevo. Mi è sembrato sincero quando gli ho accusato di aver pensato male di me, è stato così carino a scusarsi.. avevo bisogno di risolvere questa questione perché non riesco a lavorare serena se mi sento addosso le sue occhiatacce. Almeno, adesso posso averci un rapporto civile. È già qualcosa. Se mi guardo dentro, non so dire ciò che provo, provo delle emozioni contrastanti, che mi fanno perdere la lucidità mentale.

L'unica cosa che so è che non vedo l'ora di rivederlo, anche solo per un minuto.

Breccia nel mio cuore| Neymar jr.Where stories live. Discover now