Capitolo 6

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"Il mistero dell'attrazione mentale: due anime che si accarezzano"

La partita contro il Manchester è programmata per questo pomeriggio. Devo dire che oggi sono nel pieno delle mie forze, anche se al risveglio mi sono sentita un po' assonata, complice il fatto di essere riuscita a prendere sonno molto tardi ieri sera. Lo so, è stupido ma non riuscivo a pensare ad altro, Neymar sembrava non voler uscire dalla mia testa. Il gesto di andarsene senza nemmeno salutarmi mi ha scombussolato tantissimo, sono passate più di 24 ore e ancora non smetto di domandarmi il motivo dei suoi comportamenti. Una notifica mi distrae dai miei pensieri. Mi hanno appena aggiunto ad un gruppo su Whatsapp, ci sono tutti, anche l'allenatore. È stato lui ad inserirmi. Scorro tra i partecipanti per cercare il suo contatto. Eccolo, Neymar. Ha un immagine del profilo tipica di un atleta: di spalle mostra il numero della maglia, indicandola con i pollici. Guardo tutto: le spalle, le gambe muscolose, i tatuaggi.. Anche senza vederlo in viso posso rendermi conto di quanto sia affascinante. Fisicamente mi piace, non posso nasconderlo, ma la mia è solo un infatuazione che sicuramente passerà presto. Anzi, lo spero.

Ho raccolto i capelli in una coda alta, prima di uscire velocemente di casa. Adesso mi trovo qui, davanti all' ingresso secondario. Facendo parte del personale del Psg sono autorizzata a passare proprio dal lato opposto dello stadio. I tifosi si trovano dall'altra parte e non la smettono di urlare. Li sento fin qui. Oggi si gioca in casa e sono tutti particolarmente nervosi. Lo spirito competitivo c'è ovviamente in tutte le partite, ma quando si gioca nella propria città la gente va fuori di testa. Questo lo so da francese e da tifosa, soprattutto.

Entro nello stadio e rivolgo uno sguardo sugli spalti, le sedute sono già quasi tutte al completo. Diversi cartelloni e striscioni di circa 30 metri vengono esposti da tifosi scatenati. Sto camminando sempre più avanti, quando mi rendo conto di aver perso di vista l'ingresso. Un addetto alla sicurezza mi richiama, facendo cenno di entrare da quella parte. Scendo le scale e arrivo al mio spogliatoio. Sono pronta.

Sono seduta in panchina, precisamente mi ritrovo nel settore riservato al personale medico, in un area perfettamente in linea con il centro del campo. Questa distanza così ravvicinata mi permette di riuscire a vedere meglio i giocatori, mi consentirà di riuscire ad intervenire subito in caso di un eventuale infortunio. Sono veloce e scattante. Il mio fisico esile e poco robusto mi ha sempre agevolato, devo ammetterlo.

Al mio fianco c'è Gabriel e Damien che rimangono taciturni nel guardare la partita, appena cominciata. La partita prosegue tranquillamente fino a quando al 20' esimo minuto Neymar colpisce il pallone che finisce dritto verso il palo della porta avversaria.

"No, cazzo" sento le imprecazioni di Christophe che cammina nervosamente avanti e indietro, poi lo vedo rivolgere lo sguardo su Neymar che aveva appena commesso la deviazione. Lo vedo, è lì al centro della porta. Ha appena alzato gli occhi al cielo con fare nervoso, si prende la maglia e si asciuga il volto pieno di sudore. Sembra nervosismo.

Si ricontinua a giocare. I giocatori del Manchester gli stanno al fianco, è letteralmente accerchiato. Ad un tratto vedo Mbappé entrare in azione, rivolge un complice sguardo al suo amico che gli passa prontamente la palla. Avvengono una serie di passaggi tra loro due, fino a quando Neymar con un passaggio smarcante gli fornisce l' assist. Mbappé segna. Scatto in piedi e con me tutto lo staff che inizia ad esultare con una gioia incontenibile. Non smetto di fissare Neymar, era balzato in piedi sulla schiena di Mbappé. È ancora seduto sopra di lui, lo vedo aprire la bocca ed urlare qualcosa verso la tribuna per poi girare la testa, con il fine di cercare il mio sguardo. Faccio finta di non aver visto, continuo a parlare con il mio staff, nascondendo quella enorme sensazione di disagio

La partita si è conclusa con 3 a 1. Il Manchester aveva segnato e la cosa aveva reso ancora più nervoso Neymar che ha in risposta tirato in porta, dopo un minuto dal pareggio. Mi dirigo verso gli spogliatoi con la cassetta del defibrillatore in mano, quando mi accorgo in lontananza di una ragazza seduta sotto la tribuna. È alta, bionda, occhi chiari, sicuramente molto più giovane di me, me ne accorgo subito dai lineamenti, potrà avere 20 anni credo. Si trova abbracciata a Neymar, gli sta letteralmente appiccicata come una cozza. Una fitta di gelosia mi assalisce all'istante, non capisco cosa ci trovi Neymar in una ragazza come quella. Il suo abbigliamento è a dir poco discutibile: minigonna e top scollato. Veramente poco fine. Come se non bastasse, la vedo gesticolare con atteggiamenti da gatta morta, il che mi dà l'impressione di una ragazza disinvolta e poco seria. La vedo sbattere le extension e avvicinarsi al suo viso. Decisamente un orrore quello scopettone di ciglia finte. Oh mio dio! Lo sta baciando. Gli ficca la lingua in bocca in un modo talmente disgustoso che mi fa quasi vomitare. Lui sembra non gradire, ricambia con meno vigore, socchiudendo a tratti le labbra. Ho visto abbastanza. Mi dileguo con rapidità verso lo spogliatoio, con la speranza di riuscire ad eliminare almeno per un po' quella orribile visione dalla testa. 

Breccia nel mio cuore| Neymar jr.Where stories live. Discover now