Dodici

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Noah torna a casa dieci giorni dopo, anche se per Stiles sembrano passate solo due ore da quando si è svegliato. È stato tutto frenetico, è tornato a casa a mettere in ordine e ha fatto di tutto per preparare il suo arrivo. Ha spostato il letto al piano di sotto, in una stanza inutilizzata, pur di non fargli fare le scale, e Scott l’ha aiutato anche a fare tutte le faccende arretrate. Distrarsi l’ha aiutato a non pensare a Derek, anche se, nei momenti in cui si è ritrovato da solo, non ha potuto evitare alle lacrime di scendere copiose e di chiedersi cosa stesse facendo. Melissa sembra avergli stretto una morsa intorno, se la ritrova ovunque e ha anche paura che ascolti le sue telefonate o gli controlli i messaggi; quindi, ha evitato ogni contatto con l’uomo, fino a farsi mancare l’aria per la mancanza. Ma va bene così, non vuole che lei vada a denunciarlo. Anzi, spera che non l’abbia già fatto.
Ora è in piedi nel salotto di casa, un palloncino stretto tra le mani con su scritto “Bentornato” e gli occhi lucidi quando sente le voci di Melissa e suo padre. Al suo fianco Scott mano nella mano con Isaac.

“Che bello tornare a ca-” Noah si blocca, appena vede i tre ragazzi che lo accolgono con sorrisi pieni di calore. “Ragazzi! Non dovevate!” dice, con gli occhi lucidi, mentre Stiles gli va in contro per abbracciarlo piano.

“Vieni papà, siediti sul divano, abbiamo preso i cuscini più morbidi e puoi anche appoggiare i piedi sul pouf” e lo guida piano, aiutandolo a sedersi. “Puoi bere questo e dopo una piccolissima fetta di torta al cioccolato!”

Noah lo guarda sconvolto. “Sei diventato un uomo in questi pochi mesi, bambino mio. Vieni, siediti qui vicino a me. E grazie anche a tutti voi, che gli siete stati vicini e- Scusate, ma Derek?” si interrompe, guardandosi intorno.

Stiles non sa cosa rispondergli, non gli piace mentire a suo padre. È Melissa che si fa avanti e spiega. “Aveva da lavorare tanto, non è potuto venire.”

“Derek che non viene alla mia festa di benvenuto? E lui non lavora mai di pomeriggio, passatemi il telefono che gli sarà successo qualcosa!”

Stiles non si aspettava che Melissa potesse sul serio passargli il telefono, ma dev’essere stato il tono pieno di agitazione e preoccupazione di suo padre a convincerla. Fa in fretta il numero e dopo due squilli Stiles riesce a sentire la voce di Derek. “Noah? Tutto bene?”

“Sto benissimo! Tu piuttosto, perché non sei alla mia festa di benvenuto?”

Stiles sente Derek zittirsi dall’altro lato, poi la sua risposta quasi lo fa piangere. “Ho pensato che magari volevi passarla in famiglia, sarei venuto domani.”

Derek ovviamente non è stato nemmeno invitato, ma continua a proteggere lui e suo padre.

“Anche tu sei la mia famiglia, ragazzo. Muovi il culo e vieni qui, che c’è anche la torta al cioccolato di Stiles. E porta anche Parrish. Veloce!”

Suo padre non gli dà nemmeno modo di rispondere e mette giù, rivolgendosi poi a Scott con un sorriso. “Quindi ti sei fidanzato? E raccontatemi, dai!”

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Derek crede di non essere mai stato così agitato: non sa cosa aspettarsi, ma sente che sarà una tragica scena imbarazzante. Parcheggia l’auto, con Parrish al suo fianco e si avviano sul vialetto, quando il collega lo blocca per un braccio.
“Derek, io non so come dirtelo, ma devo farlo.”

“Cosa?” chiede agitato.

“Cinque giorni fa è venuta Melissa McCall in centrale e ha voluto parlare con me.”

“Di cosa?” chiede, sapendolo già.

“Di te” spiega, “E di Stiles” aggiunge.

“Non è vero nulla” si affretta a dire, ma sa di essersi fregato da solo.

AffidatiWhere stories live. Discover now