Undici

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I giorni in casa McCall diventano ancora più pesanti: Stiles e Melissa non si parlano se non lo stretto necessario, lui e Scott sono obbligati a stare in casa dopo la scuola se non per andare in ospedale ma ad Isaac è permesso venire a trovare Scott mentre lui ha il cuore che batte furiosamente ogni volta che Melissa esce di casa senza dire dove va. Non vuole che la donna denunci Derek, lui non se lo merita. Sa che avrebbe dovuto starsene zitto e non dirle dei tre mesi ma gli è venuto proprio istintivo. Probabilmente a causa di tutte le fantasie che si sta facendo su quel momento. È venerdì e Stiles si sta già disperando per i due giorni che dovrà passare sigillato in casa quando vede Melissa con uno strano sguardo. Non sa bene perché ma Stiles cammina svelto verso di lei. “Si è svegliato” gli dice.

Stiles sente la testa girare. “Lui cosa?”

“Sì, Stiles. Sembrava impossibile eppure si è svegliato. Questa mattina.”

Ora Stiles sorride tra le lacrime e abbraccia di slancio la donna. “Come sta? Posso vederlo? Mi porti da lui?”

“Le funzioni vitali sono stabili. Dovrà lavorare un po' sulla muscolatura ma niente di irreparabile. È un po' confuso, non ricorda nulla della sparatoria ma ha chiesto di te.”

“Ed è un buon segno, vero?”

“Sì, lo è. Andiamo da lui?”

“Sì.”

Il viaggio in macchina passa in silenzio ma non è il solito silenzio pesante: è più un silenzio carico di speranze e timori. Arrivano in ospedale e Melissa lo conduce in un reparto diverso e Stiles non crede ai suoi occhi quando vede Noah con gli occhi aperti. È ancora steso ma i tubi sono decisamente diminuiti e il colore è meno pallido del solito. “Papà” lo chiama.

L’uomo si gira. Sembra metterci qualche secondo prima di riconoscerlo ma poi sorride. “Figliolo.”

Stiles gli si lancia addosso abbracciandolo come può. “Mi sei mancato tantissimo. E mi hai anche fatto spaventare. No-non farmi mai più una cosa del genere” lo sgrida tra le lacrime.

“Mi dispiace. Ma ora sto bene” lo rassicura. Poi si guarda ancora un po' attorno. “Derek? Pensavo venisse con te.”

Stiles si fa prendere un attimo dal panico: non vuole che Melissa gli dica qualcosa o che Noah si faccia un’idea sbagliata. “Credo sia ancora a lavoro” risponde.

“Quindi sei stato con lui?”

Stiles si sente arrossire pensando ad un altro senso di quella frase. “Solo per un po'. Poi… abbiamo deciso che era meglio stessi da Melissa e ora sto con lei” spiega.

“Gli hai reso le cose così difficili?” lo rimprovera.

Stiles alza le spalle. “Ti ricordo che ho i tuoi geni. Mi hai fatto tu con questo carattere.”

Noah ridacchia. “Credo proprio di dovergli delle scuse.”

“Lo farai quando passerà a trovarti. Ora credo dovresti riposare un po’.”

“Sì, mi sento davvero stanco.”

Stiles e Melissa escono dalla camera lasciandolo solo. Sono sulle scale quando la donna parla. “Non ho intenzione di permettere a Derek di venirlo a trovare.”

Stiles lo ritiene ingiusto. “Perché? Non è giusto. Papà non c’entra niente con noi due. Non puoi punire anche lui per colpire Derek. Sai perfettamente che papà è l'unica famiglia che gli resta” gli urla per poi chiudersi in un silenzio ostinato per il resto della giornata.

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Quando Derek vede il nome di Melissa apparire sulla schermata gli viene un po' da sudare. Vorrebbe quasi fingere di non aver sentito la chiamata ma deve fare l’adulto. Si schiarisce la voce prima di rispondere. “Pronto?”

“Noah si è svegliato. Pensavo volessi saperlo.”

Derek stenta a credere alle sue orecchie: l’ultima volta che era riuscito a parlare con un medico gli aveva detto che più i giorni passavano e più le sue possibilità di risvegliarsi diminuivano. Il suo pensiero va immediatamente a Stiles, alla felicità che deve aver provato e un po' gli dispiace non essergli stato accanto. “Può ricevere visite?” le domanda.

“Fosse per me ti direi di no. Ma Stiles ha insistito e, forse, in questi caso ha ragione. Si è preso la colpa per il fatto di non stare più da te quindi vedi di assencondarlo. E, ovviamente, non voglio vederti mentre lui è lì.”

“Ovviamente.”

“Bene” dice chiudendo la chiamata.

Derek sente la bile risalirgi fino alla gola, le mani gli tremano per la rabbia e vorrebbe poter fare qualcosa. Invece si limita a fare profondi respiri per calmarsi e si prepara per andare da Noah. Il risveglio dell’uomo gli fa ben sperare ma ha paura del suo giudizio una volta che saprà di lui e Stiles: deve tutto allo sceriffo e non vuole che pensi si sia approfittato di lui in alcun modo. Arriva in ospedale sentendosi un po' in ansia ma appena vede il sorriso che Noah gli rivolge, gli risponde immediatamente. “Ci hai fatto prendere un colpo. Come stai?” gli domanda.

“Sei già la seconda persona a dirmelo. Stanco ma i medici hanno detto che è normale e che dovrei rimettermi completamente.”

“Bene.”

“Mi dispiace.”

“Per cosa?”

“Per averti affidato Stiles. Mi ha fatto capire che non si è comportato molto bene con te.”

Derek si gratta il collo esattamente come fa Stiles quando si sente in imbarazzo. “È davvero un bravo ragazzo, sveglio e intelligente. A volte pure troppo. Ma era anche molto arrabbiato e tu più di chiunque altro puoi sapere cosa questo comporta.”

“Appunto per questo pensavo fossi la persona più indicata. E sono certo che se hai preso la decisione di lasciarlo a Melissa hai avuto le tue ragioni.”

“Era la cosa migliore per lui.”

“Ne sono sicuro. Cosa mi sono perso mentre ero incosciente? Hai finalmente trovato la ragazza? O il ragazzo?”

Derek è preso in contropiede da quella domanda ma poi ridacchia sedendosi sulla sedia a fianco del letto. Neppure ci prova a mentire all’uomo: è lo sceriffo e lo conosce meglio di chiunque altro. “Ho conosciuto qualcuno.”

“E?”

“Mi piace, mi piace molto. E piaccio anche a lui. È entrato nella mia vita come un uragano mettendo in discussione tutte le mie sicurezze.”

“Mi piacerebbe molto conoscerlo, sai? In dieci anni non ti ho mai sentito parlare così di qualcuno.”

Derek abbassa gli occhi sentendosi colpevole. “È una situazione un po'… complicata.”

Noah gli prende una mano. “Troveremo una soluzione, stai tranquillo. Sistemeremo tutto.”

E Derek vorrebbe davvero credergli.

AffidatiWhere stories live. Discover now