Nove

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La mattina seguente Derek accompagna Stiles a scuola. Dovrebbe andare in centrale ma non ne ha davvero voglia. Passa solo un momento per prendere dei documenti su cui lavorare, si fa aggiornare da Parrish sulle ultime novità e poi torna a casa. Sistema velocemente la cucina decidendo di lavorare sul grande tavolo. Si versa una tazza di caffè e apre il primo fascicolo quando il campanello suona. Derek si alza, apre la porta e si stupisce di trovarsi davanti Melissa. “È successo qualcosa a Noah?” le domanda subito allarmato.

“No. Ma vorrei entrare.”

Il sesto senso di Derek gli dice che quella non è una visita di cortesia ma deve mantenere la calma. Si sposta per lasciarla passare e Melissa si posiziona al centro del salotto, le braccia incrociate. Si guarda attorno mentre Derek ringrazia la sua fissazione per l’ordine. “Dove dorme Stiles?”

L’uomo la conduce fino alla sua camera. “Abbiamo ricavato una stanza dal mio studio. So che non è proprio il massimo ma aveva bisogno del suo spazio.”

“Quindi mi garantisci che non dorme con te?”

Derek è preso in contropiede e si mette sulla difensiva. “Cosa stai insinuando, Melissa.”

“Vi ho visti. Ieri. In ospedale. Ho evitato scenate o di venire direttamente qua mentre c’era anche Stiles.”

“Non è come sembra.”

“No, Derek, può attaccare con un ragazzino fragile ma non con me. So chiaramente quello che è. Ti stai approfittando di lui e della sua situazione. Stiles è sempre stato troppo buono e io ho il compito di proteggerlo. Lo stesso che avevi tu.”

Derek si sente colpito da quell’accusa come se avesse preso uno schiaffo. “Melissa ti giuro che io ci tengo a lui, molto. Non mi sono approfittato di lui. È successo tutto negli ultimi due giorni e…”

“Non voglio sapere altro. Sono qui solo per l’affetto che provo nei confronti di Noah. Ti sto dando una possibilità: non ti denuncerò a patto che tu rinuncia alla tutela di Stiles in mio favore e sparisca dalla sua vita.”

Derek si sente in trappola: da una parte vorrebbe difendersi, spiegare a Melissa quello che prova per Stiles, combattere per loro due ma… c’era davvero qualcosa per cui combattere? Derek riusciva a capire perfettamente Melissa, probabilmente al suo posto avrebbe agito allo stesso modo. Non vuole complicare le cose e non vuole creare problemi a Stiles. Si arrende. “Va bene.”

“Puoi raccogliere le sue cose e darmele subito. Ci penserò io a spiegarlo a Stiles.”

Derek lo trova ingiusto: sperava davvero di poterlo almeno vedere un’ultima volta, di poter essere lui a spiegarglielo, rassicurarlo in qualche modo. Invece si sente esausto, senza forze, incapace di reagire. “Il suo borsone deve essere ancora di sopra. Lo vado a prendere.”

Nemmeno dieci minuti dopo Melissa stava uscendo da casa di Derek portandosi via ogni traccia di Stiles.
Nonostante l’occhio ancora un po' gonfio e gli sguardi curiosi dei compagni Stiles pensa che quella sia proprio una bella giornata: il sole splende e tra circa due ore si sarebbe messo ai fornelli per preparare una bella cena e, poi, sperare di essere lui il dolce. È uscito di scuola e si sta dirigendo verso l’ospedale quando sente Melissa chiamarlo. Sorride avvicinandosi a lei per salutarla. “Ciao, sei venuta a prendere Scott? Ha allenamento oggi.”

“Sì, lo so. Sono qui per te.”

“È successo qualcosa a papà?” le domanda allarmato.

“No. Ho bisogno di parlare con te.”

Ora Stiles è confuso. E anche un po’ preoccupato. “Oh, va bene.”

Salgono in macchina e Stiles resta stranamente in silenzio nonostante la gamba che non vuole smettere di muoversi. Melissa guarda la strada davanti a loro senza distogliere gli occhi da essa nemmeno quando comincia a parlare. “Siamo riusciti a trovare un accordo con i servizi sociali. Da oggi sei sotto la mia tutela.”

Solo qualche settimana prima Stiles ne sarebbe stato entusiasta ma in quel momento è come ricevere una doccia fredda. “È successo qualcosa?” domanda.

“Ho semplicemente parlato con Derek e abbiamo convenuto che fosse la cosa migliore per te. Speravamo tutti che Noah si risvegliasse presto ma visto la situazione noi siamo una famiglia migliore per te.”

“Derek è la mia famiglia” sussurra.

“Derek non è stato abbastanza responsabile. Tuo padre ha sempre riposto troppa fiducia in quel ragazzo e mi si spezza il cuore al solo pensiero di quello che ha fatto.”

In quel momento Stiles ha la certezza che Melissa sa. “Derek non ha fatto nulla.”

“Infatti si è detto subito d’accordo sul tuo trasferimento. Ti ha già anche preparato tutte le sue cose. Sono nel baule.”

Stiles non ci crede, non vuole crederci. Non vuole pensare che Derek non si sia opposta ma se tutta la sua roba è davvero in quella macchina vuol dire… Ricaccia indietro le lacrime chiudendosi in un mutismo ostinato. Arrivano a casa di Melissa e Stiles scende dall’auto. Apre il baule sperando di non trovare il suo borsone ma, invece, è proprio lì. Lo prende quasi con rabbia ed entra. “Ti ho preparato la camera degli ospiti anche se so che finirai a dormire con Scott. Ma almeno le tue cose puoi sistemarle lì.”

Stiles vi si chiude dentro sbattendo la porta. Vorrebbe urlare, spaccare tutto eppure si accascia sul letto, un dolore sordo al centro del petto. Apre il borsone solo per prendere il cavo del telefono ed è proprio lì che trova un biglietto. Lo apre con mani tremanti trattenendo il fiato davanti alle parole scritte chiaramente di fretta.

Ne vali la pena. Porta pazienza. Risolveremo tutto. D.

Stiles non riesce più a trattenere le lacrime anche se, in quel momento, non sono solo di sconforto. Resta steso sul letto fino all’arrivo di Scott. “Fratello ho saputo la grande notizia. Sono così contento. Mentre tu evidentemente no. Cos’è successo?”

Stiles si fida ciecamente di Scott, lo considera praticamente suo fratello ma ha paura della sua reazione. “Potrebbe esserci una cosa che non ti ho detto.”

“Non mi hai mai nascosto nulla. Hai commesso un reato?”

“Più o meno.”

Scott si siede al suo fianco. “Ora mi sto preoccupando.”

“Giurami che non ti arrabbierai.”

“Non potrei mai.”

“Hai presente quando ti ho raccontato di Danny?”

“Quell’idiota che ti ha fatto credere di non essere abbastanza? Ancora mi chiedo perché mi hai impedito di picchiarlo.”

“Perché le avresti prese” dice Stiles alzando gli occhi al cielo. “Comunque ho cominciato a… frequentare qualcuno che mi ha fatto sentire abbastanza. Che poi forse frequentare non è il termine adatto.”

“Oh. E lo conosco?”

“Sì” risponde Stiles abbassando lo sguardo colpevole. Sa che Scott lo conosce abbastanza da capire. Scott che sgrana gli occhi. “Ti prego dimmi che non è Derek.”

“È Derek. E tua mamma lo ha scoperto e chissà che idea si è fatta.”

“La stessa idea che si sarebbe fatto chiunque al suo posto. Non puoi biasimarla, Stiles e lo sai.”

“Lo so. E ho anche fiducia in Derek ma… vorrei dirglielo, vederlo anche solo cinque minuti per poterlo salutare. Ho bisogno di farglielo sapere.”

Scott lo abbraccia. “Troveremo un modo. Anche a costo di guadagnarmi una punizione a vita.”

AffidatiWhere stories live. Discover now