Il Mercato Nero pt.II

184 13 2
                                    

4. IL MERCATO NERO PT. II

“Per quanto ridicoli e improbabili possano sembrare gli eventi, il mondo è pieno di magia per quelli che si fidano di ciò che dice loro il cuore.”
(Sergio Bambarén)
 
Artemis stava sorseggiando il suo caffè amaro quando Miriam apparve dal nulla, facendola sobbalzare. Il ragazzo del bar la guardò con sospetto e lei si affrettò ad allontanarsi.
"Miriam, potresti evitare di spuntare all'improvviso?"
"Scusami, la prossima volta ti manderò un messaggio col mio cellulare inesistente." 
Artemis scosse la testa e bevve un altro sorso di caffè. Aveva a stento tre ore di sonno, tutta quella caffeina era necessaria per affrontare la giornata.
"Che ci fai qui?"
"Nel regno dei morti sta succedendo qualcosa. Non so bene cosa, ma so che è strano." 
"Cioè?"
Miriam attraversò un lampione come se nulla fosse, continuando a gesticolare come prima.
"Alcuni spiriti vengono risucchiati e nessuno sa dove vanno a finire."
"Risucchiati del tipo un vento fortissimo e poi boom? È già successo a Mystic Falls anni fa."
"Lo so, ero viva quando l'altra parte è esplosa. E anche quella di New Orleans non esiste più per colpa di Davina."
Artemis si sedette su una panchina e si stropicciò gli occhi, doveva sembrare in post sbronza.
"E allora che succede?"
"All'improvviso gli spiriti spariscono. Niente vento, niente fischi, niente magie straordinarie. Semplicemente svaniscono."
"È successo a qualcuno che conosci?"
Miriam si sedette accanto a lei, la cosa più umana che potesse fare, e accavallò le gambe come fosse una diva durante una intervista.
"Ho visto svanire un vampiro che conoscevo."
"Tutto qui? Mi aspettavo dell'altro."
"Mi dispiace se il gossip dei morti non è di tuo gradimento!" replicò Miriam.
Artemis ridacchiò, la sua sorellastra restava la stessa anche da morta.
"Facciamo così: tu cerca di scoprire cosa sta succedendo e io ti darò una mano quando avremo altre informazioni."
"D'accordo, ma questa collaborazione fra sorelle non mi piace per niente."
"Neanche a me."
 
"Potremmo avere un problema, Mikaelson!" 
Dal bagno proveniva il rumore dell'acqua e questo perché Klaus era sotto la doccia. Artemis si fiondò sul divano e si mise a scrollare la home di Instagram, invidiando Lauren perché era in vacanza in Grecia.
"Quale problema?"
"A quanto pare i morti stan..."
Artemis si interruppe: Klaus era uscito dal bagno con un asciugamano attorno alla vita e i capelli che gocciolavano sul pavimento. A proposito di Grecia, sembrava proprio un dio.
"Dicevi?" la incoraggiò lui.
"Ehm... sì...i morti stanno scomparendo misteriosamente."
"Te lo ha detto Miriam?"
"Sì. Dice che sta succedendo qualcosa nel mondo degli spiriti. Dovremmo chiedere a Freya."
Klaus rimase in silenzio, lo sguardo fisso sulla stoffa della moquette. Doveva dirle la verità prima che venisse a saperla da sola.
"Freya già si è accorta che c'è qualcosa di strano."
"Come?" domandò Artemis.
"Le ho chiesto di cercare tua madre per risvegliare la tua umanità, ma lo spirito di Yvette non si trova da nessuna parte."
La ragazza sbatté il bicchiere di caffè sul tavolino ai suoi piedi e puntò lo sguardo infuriato sull'ibrido.
"E cosa aspettavi a dirmelo? Nessuno ti ha chiesto niente. Io non voglio essere salvata."
Klaus sbatté le palpebre nella totale confusione.
"Sei arrabbiata perché ho cercato un modo per aiutarti? Ti ho appena detto che lo spirito di tua madre non si trova!"
"E quindi? Non mi interessa." Disse lei facendo spallucce.
Klaus fece un respiro profondo, non doveva perdere le staffe per una persona che non aveva alcuna emozione. Era una reazione normale.
"Allora perché ti interessa questa faccenda se non per tua madre?"
Artemis prese il bicchiere e finì il caffè producendo un rumore fastidioso.
"Perché nel Libro dei Morti c'era un incantesimo che riguardava gli spiriti. Non ti sembra una coincidenza?"
"Ma i fogli di papiro sono stati bruciati."
"Magari sono paranoica, ma credo che dobbiamo considerare l'ipotesi che il papiro sia stato salvato."
"Ci mancava un'armata di spiriti." 
 
Quella mattina faceva decisamente caldo. Artemis si era messa un cappellino di paglia per proteggersi dal sole e indossava un paio di occhiali di scarsa qualità comprati su una bancarella. Klaus, invece, era fresco come una rosa e il sole non sembrava scalfirlo neanche un po'.
"Dove pensi che sia nascosto il grimorio?"
Erano appena scesi da un taxi e si stavano dirigendo ai Giardini Majorelle, dove secondo Freya si trovava il grimorio.
"Potrebbe essere ovunque. I Giardini ospitano corsi d'acqua e appezzamenti erbosi di ogni tipo. Sarà difficile capire dove si trovi. Freya non può essere più precisa di così."
"Mai una volta che sia semplice." borbottò Artemis.
L'ingresso dei Giardini era maestoso con grossi blocchi di pietra che incorniciavano un cancello di ferro aperto. Una ragazza salutava tutti i nuovi arrivati e consegnava loro una guida del posto. Klaus la accettò con un sorriso e fece segno ad Artemis di seguirlo.
"Inizieremo dagli anfratti più nascosti."
"Ah, eccola la mente criminale di Niklaus Mikaelson!" 
Klaus le diede una spallata scherzosa ed insieme attraversarono l'arco di rose bianche che indicava l'accesso a uno dei percorsi.
"Stavo pensando alla magia oscura da cui Oscar ha attinto il potere. Come potremmo capire di quale si tratta?"
Artemis si mise le mani belle tasche posteriori dei jeans e scrollò le spalle.
"In teoria per saperlo dovremmo dedurlo dai segni che l'incantesimo ha lasciato, ma non è possibile tornare indietro nel tempo. Quindi proprio non lo so."
"Chiederò a Freya di fare qualche ricerca. Se risaliamo a quella magia forse possiamo trovare un modo per fermare Oscar."
"Non sarei così fiduciosa."
"Questo perché non hai emozioni." Disse Klaus.
"Questo perché Oscar è sempre cento passi davanti a noi." 
Klaus le fece strada verso la collezione di cactus, un vero e proprio allestimento di piante grasse che si estendeva per chilometri. Un piccolo ruscello scorreva sotto a un ponticello di legno che loro usarono per spostarsi.
"Klaus, alla tua destra.”
Fu allora che Klaus vide Patrick e un paio di uomini che si aggiravano per il parco. Non li avrebbero visti grazie all'occultamento, ma lasciarono il ruscello in fretta.
"Gli Esiliati sono qui per noi. È una trappola." Confermò Artemis.
Klaus le prese la mano e la spinse in un angolo nascosto fra alte canne di bambù.
"Il grimorio deve essere per forza qui come indica l'incantesimo di localizzazione. Lo hanno lasciato apposta per attirarci."
"Non avrebbe senso lasciare qui il grimorio col rischio che possa essere rubato. Credo che la localizzazione sia sbagliata."
Klaus si massaggiò le tempie cercando di venirne a capo. C'era qualcosa che sfuggiva alla loro comprensione.
"C hanno attirati qui con l'inganno perché cadessimo nella loro trappola. Ma perché Oscar è venuto in Morocco proprio durante la settimana del Mercato Nero? Ci deve essere un motivo per questo."
Artemis ripensò alla conversazione che aveva avuto quella mattina con Miriam e una lampadina le si accese.
"Per gli spiriti! Scommetto che al Mercato vendono un incantesimo per richiamare gli spiriti. Questo spiegherebbe perché i morti stanno scomparendo proprio in questa settimana."
"Certo, due piccioni con una fava. Oscar vuole prendere l'incantesimo e vuole farci fuori."
"Artemis! Artemis, carissima, dove sei?"
Artemis e Klaus rimasero immobili. Patrick aveva appena imboccato il sentiero dei bambù e cercava fra le piante.
"Lo so che sei qui. Anche se sei occultata, io avverto la tua magia. Tu sei una di noi, e noi sappiamo sempre dove ci troviamo."
Artemis strinse forte la mano di Klaus e imboccarono il sentiero delle fontane.
New Orleans
Freya scattò in piedi non appena la detective Maria Suarez entrò in cortile con uno scatolone fra le braccia.
"Eccoti! Grazie davvero, Maria."
Maria era un lupo mannaro del branco di Hayley ed era anche la detective del Quartiere Francese, perciò collaborava con i Mikaelson e loro in cambio l'aiutavano a risolvere i casi ogni tanto.
"Questi sono tutti gli omicidi irrisolti degli anni che vi interessano. C'è un bel po' di roba, vi auguro buona fortuna."
Elijah prese lo scatolone in consegna e lo portò nello studio di Klaus.
"Grazie mille. Ti sono debitrice." Disse Freya.
Maria sorrise e la liquidò con un gesto della mano.
"La prossima volta al Rousseau mi offri un drink e siamo pari. Ora vi lascio, ciao."
"Ciao!"
Freya si riunì al piano di sopra con il resto della famiglia, la bottiglia di bourbon già aperta e i bicchieri già mezzi pieni.
"Cosa cerchiamo di preciso?" Chiese Keelin.
Freya aprì lo scatolo e tirò fuori i primi fascicoli impolverati. Da alcuni si staccava addirittura la carta per quanto erano vecchi.
"Oscar ha attinto a una magia oscura e lo ha fatto per mezzo dei sacrifici. Di certo il sacrificio ha lasciato dei segni, perciò dobbiamo guardare le foto dei cadaveri e delle scene del crimine in cerca di qualsiasi simbolo insolito."
"Che bel modo di trascorrere la domenica." mormorò Hayley.
Elijah ridacchiò e le diede un bacio sulla tempia. Perlomeno erano insieme.
"Iniziamo, forza." disse Keelin.
Ciascuno prese un fascicolo, si misero comodi e iniziarono la ricerca. 
Dopo tre ore l'unica certezza era la stanchezza. Freya si era accasciata sul divano e sfogliava i verbali di malavoglia. Hayley aveva ordinato cibo tailandese e mangiava mentre leggeva. Elijah aveva perso il conto di bicchieri di bourbon bevuti. Ma ad un certo punto Keelin balzò dalla poltrona con lo sguardo spalancato.
"Questo! Questo mi sembra qualcosa di insoluto!"
Freya si riscosse e allungò il collo per vedere a cosa si riferisse sua moglie.
Il simbolo in questione era una linea verticale sopra un osso ed era inciso sulla mano delle vittime.
"Che significa?" domandò Elijah.
"La linea verticale è il simbolo della mente. L'osso è il simbolo del vudù." Spiegò Freya.
"Ha senso che Oscar abbia fatto ricorso al vudù, è nato nel Quartiere!" disse Hayley.
"Sì, ma questa è una forma arcaica di vudù che non viene più praticata nel Quartiere Francese." Obiettò Freya.
"Possiamo chiedere a Mabel, lei di certo ne saprà più di noi." Disse Elijah.
 
Klaus si fermò per controllare Patrick. Gli Esiliati erano ancora lontani e questo dava loro un vantaggio.
"Il grimorio era una trappola, definitivamente. Eppure quel dannato libro è qui." disse Artemis col fiatone.
"Non arriveremo mai al grimorio, di sicuro sarà protetto da una schiera di Esiliati. E come fa Patrick a percepire l tua magia?"
"Non lo so, ma forse la magia oscura di cui si serve Oscar serve anche ai suoi adepti."
"Dobbiamo andarcene. Qui non siamo al sicuro."
"Klaus, guarda."
Klaus imprecò a bassa voce: tra la folla si aggiravano individui sospetti, uomini e donne, giovani e vecchi, che stavano cercando loro.
"Ci serve un piano oppure moriremo qui." 
"Come raggiungiamo l'uscita? Quei bastardi sono ovunque e percepiscono i miei poteri." Disse Artemis.
Klaus stava per ribattere quando avvertì un'esplosione di dolore nella testa. Cadde in ginocchio, gli occhi chiusi, la mascella serrata.
"Oh, guarda chi si rivede!"
Patrick chiuse la magno a pugno e Klaus lanciò un urlo, la magia gli stava causando un'emorragia interna.
"Lascialo stare." Disse Artemis.
"Oppure? Mi vuoi picchiare per aver ferito il tuo fidanzatino?"
Ben presto Artemis fu circondata da una ventina di Esiliati, tutti vestiti in nero, che la fissavano come leoni pronti a gettarsi sulla preda. Doveva mantenere la calma e ragionare, intanto fece parlare Patrick.
"Il papino ha deciso di sguinzagliare i suoi schiavi per dare la caccia a me? Che sciocco, si è fidato dei seguaci sbagliati."
"Invece la sua fiducia è ben riposta. Ti abbiamo trovata." Sorrise Patrick.
"Lo avevo capito che era una trappola, non siete così furbi come pensate. E ho anche capito perché Oscar è a Marrakech."
"E perché? Spiegamelo."
"Perché vuole acquistare qualcosa al Mercato Nero della magia. Credo gli serva un incantesimo per richiamare gli spiriti."
Il sorriso di Patrick si spende e un mormorio di stupore serpeggiò fra gli Esiliati.
"Comunque non puoi fermarlo. Non puoi fermarci. Siamo un'armata invincibile."
"Siete solo quattro idioti al servizio di uno sciamano pazzo. Non siete niente." disse Artemis.
Intanto Klaus si era rimesso in piedi, barcollava ma stava abbastanza bene. Gli usciva il sangue dal naso ma ormai stava già guarendo. 
"Non sottovalutare la nostra forza, Artemis. Non penso tu voglia fare la fine di Miriam."
Artemis aiutò Klaus a reggersi tenendolo sotto braccio. Gli mise una mano sulla spalla e gli trasferì la sua calma. L'espressione dell'ibrido si rilassò all'istante.
"Patrick, fa attenzione a quella pietra."
"Quale pietra?"
"Vatos!" gridò Artemis.
Tutto intorno a loro esplose: le pietre rotolarono, il legno del ponte andò in frantumi, la pietra di una fontana volò dall'altra parte.
"Corri!" disse Klaus.
Artemis gli andò dietro e si ritrovarono fuori dalla zona fontane in pochi secondi. Alcuni Esiliati erano illesi e si stavano avvicinando.
"Fidati di me, Mikaelson."
Klaus annuì ed elargì un sorriso malizioso.
"Sempre."
Artemis si concentrò, isolò la mente e distese le mani nel nuovo. Stava per praticare un incantesimo che le aveva insegnato Vincent.
"Phasmatos siprum, emnis abortum, fasila quisa exilum san."
Dal nulla comparve una porta bianca con tanto di batacchio per suonare il campanello. Artemis la aprì e una folata di vento gelido la fece rabbrividire.
"Non so cosa ci sia dall'altra parte. Dovremo fare un atto di fede."
Non avevamo tempo, gli Esiliati li avevano raggiunti. 
"Io ho fede in te, Artemis."
Klaus l'avvolse in un abbraccio e insieme saltarono nel portale.
 
Artemis atterrò su una superficie dura, dopodiché scivolò e cadde a terra. Klaus andò a sbattere dritto contro una parete, rompendo i quadretti appesi.
"Che disastro!" inveì una voce.
Artemis aveva la vista offuscata per l'atterraggio brusco. Si mise seduta e piano piano mise a fuoco la stanza. In piedi davanti a lei c'era Lena con le braccia incrociate.
"Ma che è successo?"
Klaus si sedette a fatica sulla poltrona e si sistemò l'osso rotto del polso.
"Heidi controlla tutta l'attività magica di Marrakech. Quando si è accorta che qualcuno aveva aperto un portale, le ho chiesto di intercettarlo e di portare qui l'artefice."
"Scappavamo dagli Esiliati." spiegò Artemis.
Riuscì a mettersi in piedi e si rese conto che aveva una manica della t-shirt strappata e i capelli spettinati. 
"Aprire un portale è pericoloso." Disse Heidi.
"Sempre meglio che essere uccisi fra le canne di bambù."
Klaus si avventò sul Martini che Lena aveva abbandonato sulla scrivania. Non era il suo drink preferito ma era tutto ciò che poteva permettersi in quel momento.
"Poiché siete ricercati, vi consiglio di restare qui per la serata cubana. Ci sarà da divertirsi." Propose Lena.
"Preferiamo andarcene." Disse Artemis.
Heidi le sbarrò la strada, era così alta che Artemis doveva alzare il mento per guardarla.
"Non potete lasciare il locale, ho lanciato un incantesimo di confinamento per voi due. È per la vostra sicurezza."
"E io per la tua sicurezza ti suggerisco di farti da parte." 
Klaus si mise in mezzo prima che scoppiasse una rissa magica.
"Resteremo fino qui fino a fine serata, dopodiché saremo liberi di andarcene. D'accordo?"
"Affare fatto." Convenne Lena.
 
New Orleans
Il tramonto si rifletteva sull'acqua in meravigliose sfumature arancioni. Freya si prese qualche istante per ammirare quello spettacolo naturale, in attesa che la sua compagna di viaggio la raggiungesse.
"Da questa parte, siamo arrivate." disse Hayley.
In mezzo alle fronde, a pochi metri da un piccolo corso d'acqua, spuntava una cassetta di legno di quelle che ricordano le case infestate dei film. Era mezza distrutta, quasi impossibile da abitare, eppure dall'interno proveniva calore e odore di buon cibo.
"Mabel, sono Freya Mikaelson." 
La porta si aprì e Mabel comparve sulla soglia con la fronte corrugata.
"È successo qualcosa ad Artemis?"
"No. Siamo qui perché abbiamo scoperto qualcosa." 
"Entrate."
Mabel chiuse la porta e andò a sedersi su una vecchia poltrona consunta. Hayley si avvicinò al camino e si scaldò le mani ghiacciate.
"Questo simbolo cos'è?" 
Freya mostrò la foto del simbolo a Mabel, che avvicinò il telefono agli occhi per esaminare.
"Ancien Vudù, è così che si chiama la magia rappresentata da questo simbolo. È magia nera, una delle più pericolose al mondo e per questo bandita da molti secoli. A New Orleans non si pratica almeno dal Settecento. Le streghe venute dopo non ne conoscono neanche gli incantesimi."
"Beh, noi crediamo che Oscar abbia fatto ricorso a questa magia attraverso il sacrificio dei turisti."
Mabel si picchiettò l'indice sul mento, dopodiché si alzò e andò di sopra. Torno con un piccolo taccuino di pelle ormai rovinato dal tempo.
"Su questo taccuino mio marito appuntava di tutto. C'è una nota particolare, guardate."
Freya sfogliò le pagine e vide lo stesso simbolo con accanto scritto "controllare anima?". 
"Che significa?"
"Mio marito credeva che questo simbolo avesse a che fare con il controllo dell'anima, pensava che tramite questo Oscar era riuscito a manipolare Yvette. Ma non ha mai avuto occasione di approfondire perché le indagini sui turisti furono subito insabbiate."
"Sai come funziona?" Chiese Hayley.
"Purtroppo no. Non posso esservi d'aiuto. Nessuna strega di questa città conosce l'Ancien Vudù."
 
Artemis si sedette al bancone e alzò la mano per richiamare il barman.
"Vodka tonic." 
La serata cubana di Lena era un successo. Il Covo era gremito di vampiri, sciamani e streghe, e qualche licantropo. La band suonava una canzone dopo l'altra e la pista da ballo continuava a riempirsi. Lena si aggirava fra i tavoli a suon di saluti e passi di danza. Heidi, invece, era rimasta di sopra a vigilare sull'attività magica della città.
"Ecco a te." Disse il barman.
Artemis sorseggiò il suo drink e sentì l'alcol infiammarle le guance. Ci voleva proprio dopo quella giornata fallimentare.
"Mai lasciare una donna a bere da sola."
Klaus sorrideva e reggeva in mano un bicchiere di bourbon. Si era lavato la faccia dal sangue e si era sistemato i capelli.
Artemis gli lanciò un'occhiataccia e scosse la testa.
"Allora vai ad infastidire le altre donne."
"Preferisco infastidire te."
L'ibrido si accomodò sullo sgabello in direzione della sala e bevve a piccoli sorsi il suo drink.
"Qual è il piano? Perché un piano dobbiamo averlo." Disse Artemis.
"Pensavo di andare a fare un giro al Mercato Nero domani, è l'ultimo giorno e non abbiamo altre opzioni. Se Oscar è qui per un incantesimo che possa richiamare gli spiriti, allora è passato di certo per il Mercato."
Artemis ricordava che Mabel le aveva detto che al Mercato Nero della magia vendevano qualsiasi cosa, buona o cattiva che fosse.
"E tu credi che qualcuno al Mercato parlerà?"
"Per il giusto prezzo parlano tutti." ribatté Klaus.
Artemis finì la sua vodka e fissò il fondo del bicchiere come se la soluzione potesse comparire da un momento all'altro. 
"Il giusto prezzo è sempre troppo caro quando si tratta di magia."
"Ecco perché adesso dobbiamo goderci la serata."
"No, no, no!"
Klaus l'agguatò per la mano e la spinse sulla pista da ballo affollata. Artemis fece un paio di rapide giravolte e poi si ritrovò le mani dell'ibrido sui fianchi che l'aiutavano a muoversi. Erano così vicini che lei poteva ancora avvertire il vago odore di sangue. 
Per uno strano e insolito impulso, Artemis gli mise le mani intorno al collo e si sporse in avanti per baciarlo. Klaus la strinse ancora più a sé e continuarono a baciarsi mentre ballavano.
 
New Orleans
Elijah si sedette sul divano e si versò da bere, anche se quella sera avrebbe avuto bisogno del rifornimento alcolico di tutta la città.
"L'unica soluzione è chiedere ad Alaric di cercare informazioni su questa magia nera. Sicuramente nei suoi archivi avrà qualcosa di utile."
"Sì, vado subito a contattarlo." Disse Freya.
Keelin tornò in salotto con lo stetoscopio intorno al collo e una sacca di minerali.
"Ho controllato i parametri e sono nella norma. Stanno semplicemente dormendo."
"Dobbiamo sbrigarci a risvegliarli. Dovrà pur esserci un modo!" esclamò Hayley.
Erano quasi quattro giorni che Rebekah, Nate e Brenda dormivano. Sebbene fossero sotto controllo, poteva accedere di tutto e loro in quello stato erano vulnerabili.
"Non possiamo coinvolgere nessuno. Neanche Vincent. Le congreghe non devono sapere chi è la complice e cosa sta succedendo."
Hayley prese posto accanto a lui e gli posò la testa sulla spalla.
"Da Klaus nessuna notizia?"
"No. Ecco perché dobbiamo lavorare su più fronti."
"E se..." Incominciò Keelin.
Sul volto di Elijah si accese la speranza.
"E se?"
"E se entrassimo nella mente dell'Esiliato che abbiamo catturato? Lo so che la sua mente è forte, ma tu ed Hayley con l'aiuto di Freya potreste farcela."
"Proviamo." Acconsentì Elijah.
 
Freya immerse le dita nel sangue di Hayley ed Elijah mescolato in una ciotola. Seduto davanti a lui c'era lo sciamano che avevano imprigiona nelle segrete del palazzo. Era sporco di terra e polvere, pallido e insonne. La sua debolezza era un vantaggio per i vampiri affinché avessero accesso alla sua mente.
"Procediamo." Disse Freya.
Posò le dita sulle tempie dell'uomo, Hayley ed Elijah fecero lo stesso in contemporanea.
Era un turbinio la mente dello sciamano. Molte porte chiuse, altre semiaperte e altre spalancate.
"Quella!" disse Hayley.
Lei e l'originale avanzarono verso una porta nera con una 'E' bianca sopra. Al suo interno furono risucchiati in un ricordo. Loro rimasero immobili ad osservare la scena.
"Tu! Tu sei un mostro!" Gridava Alice.
"Smettila di urlare! È un segreto." Diceva Oscar.
Si trovavano nel salotto di una casa del Quartiere. Oscar era chino a scrivere sul suo grimorio e Alice gli puntava un dito contro.
"L'Ancien Vudù è il male. Come hai potuto usare una simile magia su Yvette?"
"Ho dei progetti per il nostro gruppo. Yvette è il primo passo per un futuro glorioso in cui noi Esiliati domineremo sulla città. Non capisci quanto è importante?"
"Se fosse così allora avresti detto a Yvette che le stai somministrando il sangue di un Originale."
Oscar si alzò di scatto facendo rovesciare sul pavimento il grimorio e la salvia che bruciava.
"Hai intenzione di dirglielo tu?"
"Che succede qui?" 
In quel momento lo sciamano entrò nella stanza e Oscar si rimise a sedere. Alice, invece, tremava come una foglia.
"Non succede niente. Alice ha una brutta giornata e le ho suggerito di fare quattro passi all'aria aperta."
"Non finisce qui." Lo minacciò Alice.
Il ricordo svanì in un lampo di luce. Hayley ed Elijah erano tornati nel mondo reale, frastornati da quanto appreso.
"Allora?" Incalzò Keelin.
Elijah, colto dalla rabbia, sollevò lo sciamano per il colletto della camicia e lo tenne sospeso in aria.
"Ti conviene parlare, oppure giuro che ti estraggo gli organi e ne farò un delizioso pranzo per i cani."
Lo sciamano, ormai stremato dalla prigionia, annuì e tornò sulla sedia.
"Io mi ero nascosto mentre Oscar e Alice litigavano. Dopo che Alice se ne andò, io la seguii per chiederle il motivo del litigio. Mi disse che Oscar faceva esperimenti su Yvette con il sangue di un Originale. Lei voleva indagare, voleva dire la verità a Yvette e a tutti gli altri Esiliati. Quella sera Alice stessa è morta."
"Di chi era quel sangue?" Chiese Hayley.
"Di Mikael."
Elijah si mise le mani in tasca e iniziò a camminare avanti e indietro.
"Come ha fatto Oscar a procurarsi il sangue di mio padre? Negli anni '90 Mikael non era a New Orleans."
"Oscar conservava il sangue di Mikael nella cripta di famiglia. Diceva che una sua antenata era riuscita a prenderne una fiala la notte dell'incendio."
Elijah ricordava bene l'incendio al teatro. Le urla. La paura. Marcel abbandonato e creduto morto. Scosse la testa per eliminare quelle emozioni dolorose.
"Riportiamolo giù, non ci serve al momento."
Hayley e Keelin spinsero via il prigioniero, mentre Freya si puliva le mani dal sangue ed Elijah si versava da bere.
“Domani andremo a perlustrare quella cripta.”
 
 
Salve a tutti 💕
Le cose si complicano sempre di più. Chissà quanti altri segreti ci sono da scoprire.
Fatemi sapere cosa ne pensate
Alla prossima, un bacio.
 
 
 

BLOODY WAR 3 || Klaus Mikaelson Where stories live. Discover now