Capitolo 27.

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CARMINE

Siamo in macchina da più o meno 5 minuti, passati completamente in silenzio.

A spezzarlo però, è proprio la madre di Gioia.

"E la madre di questa bambina dove sta?"

Gioia sbarra gli occhi, girandosi poi di scatto verso di me, chiedendomi scusa con lo sguardo.

"È morta." sospiro io, non scomponendomi minimamente "L'hanno investita il giorno del nostro matrimonio."

"Ah." la madre si lascia andare quel monosillabo, non aspettandosi la mia risposta così cruda e diretta "Mi dispiace."

"Si...anche a me dispiace tanto." annuisco io "Ma mi ha lasciato Futura, che è la mia vita. E poi quando ho conosciuto sua figlia, ho imparato ad amare di nuovo."

La madre sembra tirare un sospiro di sollievo, mentre Gioia le lancia uno sguardo di fuoco.

Dopo qualche minuto l'auto si ferma e tutti e tre scendiamo. Rimonto la carrozzina e in silenzio saliamo di sopra.

La madre apre la porta entrando.

Sto per fare lo stesso, fin quando non vedo Gioia ferma davanti alla porta.

"Oi nennè...è tutto okay?" le domando portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Lei scuote la testa, mentre gli occhi le si fanno lucidi.

"No...è la prima volta che entro qui dopo...dopo che ho ucciso papà...però sono felice di farlo con te." mi sorride tra le lacrime, mentre io gliele asciugo.

Insieme, lentamente, entriamo in casa e quando giungiamo nella cucina sento un brivido attraversarla.

Lei però continua a sorridere alla madre, che le sta illustrando tutte le cose che ha preparato per noi.

"...e poi ho fatto la tua amata crostata, con la marmellata di fragole!" esclama la madre, mettendo in tavola biscotti e torte di ogni tipo.

"Grazie mamma...non dovevi." sorride Gioia felice "Vado un attimo in bagno, e poi mangio tutto!" esclama uscendo dalla cucina, lasciando soli me e la madre.

"Carmine...scusa per prima." sospira all'improvviso la donna "Sono stata molto sgorbutica con te, fin dall'inizio...ma ho così tanta paura per Gioia. Ha sofferto tantissimo e per lei voglio solo il meglio."

"Non si preoccupi signora, non fa niente. Per Gioia vogliamo la stessa identica cosa."

"Oh ti prego! Non chiamarmi signora, mi invecchia! Chiamami Anna, solo Anna."

"D'accordo...Anna."

Le sorrido mentre lei prepara una bottiglietta di latte per Futura.

La ringrazio, facendo mangiare Futura, mentre Gioia torna e felice, comincia a mangiare un po' di tutto.

Faccio lo stesso, e verso ora di pranzo decidiamo di andarcene.

La porto in un ristorante famoso di Napoli.

Mangiamo e dopo di che facciamo una lunga passeggiata, che dura tutto il pomeriggio.

Verso ora di cena la porto ai Quartieri Spagnoli, per mangiare una semplice pizza.

Dopo aver mangiato ci incamminiamo verso casa mia, entriamo e Gioia fa l'intero giro della casa, cercando il letto. Una volta trovato ci si butta sopra, stanca morta.

"Ti ho fatto stancare, eh?" le sorrido lasciando Futura nella piccola culla nell'angolo della stanza.

Lei annuisce chiudendo gli occhi.

Mi stendo di fianco a lei, guardandola con la testa poggiata su una mano.

Lei all'improvviso apre gli occhi, girandosi verso di me.

"Che c'è?" domanda ridendo.

"Nulla, sei bella."

Lei arrossisce e io mi butto sulle sue labbra, trasformando da subito un bacio casto in un bacio passionale.

Le nostre lingue si rincorrono e una mano mi cade sul suo fianco.

Lei si stacca per qualche secondo, guardandomi dritto negli occhi.

Non è sicura, glielo leggo scritto in faccia.

Annuisco e lei capisce, ma inaspettatamente riprende a baciarmi portando la mano che avevo sul fianco sul suo sedere. La prima a chiudere la bocca questa volta è lei che si avvicina sempre di più a me.

Le nostre intimità si sfiorano, e io sto per impazzire.

"Gioia..." la fermo, portando la mano sulla sua schiena "non perché non mi piaccia, ma nessuno ci corre dietro. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo."

Lei annuisce, nascondendosi tra le mie braccia.

"Carmine...ma io e te stiamo insieme?" domanda all'improvviso diretta.

È tesa, lo percepisco.

"È ovvio, che domande sono." sorrido io.

Lei però inizia a giocherellare con un mio riccio, insicura se continuare o meno.

"Sai...prima in macchina hai detto una cosa."

Io annuisco, incitandola a parlare.

"Hai detto che con me, hai ricominciato ad amare. Io volevo dirti...che io con te invece ho imparato ad amare. Sei il mio primo ragazzo, e anche il mio primo amore."

La bacio, spingendo con forza le mie labbra sulle sue.

"Ho una voglia matta di farti completamente mia, non vedo l'ora di farlo." le sussuro sulle labbra ganfie.

"Ti amo." rompe il silenzio lei all'improvviso.

"Anche io, tantissimo." le dico prima di abbracciarla, e di cadere entrambi in un sonno profondo.

Una vita gialla, insieme. -Carmine Di SalvoWhere stories live. Discover now