Capitolo 6.

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                                   Gioia

Ma come si permette, venirmi a fare la morale.

Se lui si sente grosso non significa debba fare il grosso con me.

Spero di aver messo le cose in chiaro.

Il pomeriggio è passato abbastanza tranquillo e a cena sono rimasta in cella con la scusa di voler riposare.

Effettivamente ho un sonno tremendo, ma sono le 3 di notte e ancora sto a rigirarmi nel letto senza aver chiuso occhio.

Ogni volta che chiudo gli occhi e provo a dormire, ecco l'immagine di mio padre che prende a calci mamma...e io che gli infilo un coltello a metà schiena.

E così spalanco di nuovo gli occhi.

Vorrei dormire tranquillamente, come fa Silvia sopra di me, ma continuo a non chiudere occhio fino a che fuori non riesco ad intravedere qualche raggio di sole e così decido di alzarmi.

Mi siedo sul davanzale e guardo fuori.

Chiudo gli occhi mentre l'odore del mare mi invade le narici.

"Dai papà! Prendimi di nuovo in braccio!" urlo nuotando verso mio padre.

"Okay...sei pronta? 1...2...e 3!"

Mi lancia in acqua e quando risalgo girandomi non lo vedo più, fin quando non mi sento prendere dai fianchi per tirarmi di nuovo giù.

"Papà!" urlo ridendo quando riemergo.

"Gioietta ti ho fatto!" ride mentre mi fa il solletico sotto l'acqua.

"Ti voglio bene papi, tanto tanto." gli dico aggrappandomi alle sue spalle.

"Anche io Gioia, anche io."

Un sorriso amaro viene bagnato da una lacrima che scende.

Come ti volevo bene papà...ma poi sei cambiato.

                                 

                                  Carmine

"Ragazzi buongiorno! Avete dormito bene?" urla Beppe entrando in cella.

"Eh Beppe, hai vogl." ride Pino alzandosi dal letto sotto al mio per poi chiudersi in bagno.

"Dai Carmine, alzati che stamattina c'è l'attività della pizza." si avvicina Beppe lasciandomi una pacca sulla schiena.

"E ja Be, lascm rorm. Oggi nun teng propr vogl." dico a bassa voce con la bocca ancora impastata dal sonno.

"Dai Carmine, è importante. Sei anche stato scelto per aiutare quella nuova ragazza che è entrata...Gioia."

A sentire quel nome alzo la testa dal cuscino di botta.

"Ma comm, ij? E pcche?" domando mettendomi seduto.

"Carmine sei il più ragionevole, ti farà bene." dice Beppe uscendo.

"Ma ij a chella nun a support!" gli urlo scendendo dal letto.

Sarà una giornata infinita, lo so già.

                                    Gioia

"Allora ragazzi buongiorno!" urla quello che credo sia il pizzaiolo "Oggi abbiamo una nuova arrivata..." afferma guardandomi "ma la direttrice mi ha già detto che ad aiutarla sarà il nostro Carmine! Quindi mettiamoci subito a lavoro!"

No.

No.

No.

In questo carcere ci sono più di 20 ragazzi e ragazze, perché Carmine?

"Ma buongiorno principè!" si avvicina Carmine.

"Ciao." gli rispondo fredda scegliendo una postazione mentre Carmine mi segue.

"Senti...ij stamattin m stev p mett a chiagn pcche aggia sta cu te, ma a direttrice è decis accussi, quindi vrimm e nun fa tantell." mi dice Carmine guardandomi.

Sembra serio quindi io non posso che annuire.

"Allor, vrimm...l'impasto è già fatto, nuij l'amma sul mpasta e po condi." mi spiega infilando le mani nella ciotola.

"Okay..." faccio quello che sta facendo lui e dopo qualche minuto il suo impasto è pronto mentre io lo tengo tutto appiccicato sulle mani.

"Aspett" ride lui prendendomi le mani.

Nel momento in cui mi prende le mani sento un brivido percorrermi la spina dorsale. Incomincia a levarmi i residui di impasto mentre io guardo le sue mani sulle mie.

All'improvviso alza lo sguardo e io faccio lo stesso, i nostri visi sono ad un palmo di distanza fino a quando lui non mi da un pizzicotto sulla mano.

"Ahia! Ma sei stupido!?" urlo ritirando la mano.

"No...sono un camorrista." mi guarda mentre si allontana facendomi un occhiolino.

"Vaffanculo." sussurro tra me e me mentre mi vado a lavare le mani.


Una vita gialla, insieme. -Carmine Di SalvoWhere stories live. Discover now