Capitolo 22.

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CARMINE

Sento la gioia esplodermi in petto.

E non solo perché sto stringendo la manina di Futura mentre la tengo in braccio, ma perché Gioia sta appena entrando dal cancello in un macchina.

Stringo Futura ancora più forte a me mentre lei apre la portiera.

Salta giù dalla macchina e si guarda intorno, appena incontra il mio sguardo un sorriso le nasce sul vivo prima di venirmi incontro.

"Carmineee!" mi abbraccia, stando attenta a Futura.

Si stacca dall'abbraccio e lascio un bacio sulla testa a Futura, che la guarda con un sorriso sdentato.

"Pccrè...finalment saij ca!" le sorrido, lasciandole un bacio a stampo sulle labbra.

Lei arrossisce e si guarda di nuovo intorno.

"Mi mancava questo posto...sono stata via poco, ma è sembrata un'eternità."

"Sei mancata a tutti quanti qui, soprattutto a me e a Futura."

Lei mi sorride, baciandomi la guancia.

"Ora vado, devo salutare anche gli altri."

Io annuisco mentre lei se ne va.

È così bella, così pura.

Ecco, adesso devo entrare in azione io. Poso Futura nella carrozzina avviandomi verso la sala comune.

Spero solo Silvia faccia quello che le ho detto.

GIOIA

"Ammor mij!" urla Silvia abbracciandomi quando entro in cella "Nun o fa maij chiu, m'è capit?"

Io annuisco, ridendo.

Mi stringe ancora forte a sé e qundo mi lascia andare mi guarda negli occhi, i suoi sono lucidi.

Lei però fa finta di niente, sedendosi sul mio letto.

"Vieni qui." lei mi fa segno sul letto e io mi siedo vicino a lei "Ci hai fatto spaventare tanto Gioiè, però mo stai ca, e so accussi felic!"

La abbraccio, facendoci stendere entrambe. Ci sistemiamo una di fronte all'altra, mettendoci di lato.

"Ti devo raccontare una cosa..." le dico prendendole le mani tra le mie.

Lei annuisce, invitandomi a parlare.

"È successo." dico io sorridendo mentre lei mi risponde con un sopracciglio alzato.

"Io...io e Carmine." sospiro, lei spalanca la bocca, sorpresa e felice allo stesso tempo "Lì all'ospedale ci siamo baciati, e siamo stati insieme tutto il tempo. Lui è stato dolcissimo, ma adesso..."

"Adesso cosa Gioiè?" mi domanda lei fissandomi.

"Ecco...lì eravamo fuori da qui, ora è diverso. Non so se ora avremmo modo di stare insieme, cioè...ora stiamo insieme? Mi considero fidanzata?"

"Ma siii!" mi urla lei dandomi uno schiaffetto, poi torna seria "Vabbuo Gioiè ma adesso è da vedere, ora è tutto da scoprire. Non farti sempre mille paranoie...vivi la vita, così come va te la prendi!"

Silvia ha sempre ragione, incredibile.

"Hai ragione Silviè." la abbraccio e lei ad un certo punto sussulta.

"Oddio!"

La guardo, interrogativa.

"Ehm...mi sono dimenticata che dovevamo andare a fare l'attività di musica, muoviamoci!" scatta in piedi, tirandomi con sé.

CARMINE

Ma aro sta chesta!

Ho imparato 'na cosa, nun fidarmi di Silvia.

Mentre penso male di Silvia in cinquanta modi diversi ecco che le vedo spuntare, da dietro alla tenda rossa.

Siamo tutti nascosti qui dietro, ho preparato una sorpresa per lei.

La vedo guardarsi intorno stranita: "Ma non dovevamo fare lezione di musica?"

Ma che cazzo le ha detto?

"Ehm...no, guarda qui!" Silvia si avvicina e ci scopre, tirando la tenda.

"Sorpresa!" urliamo tutti in coro.

Lei spalanca la bocca, sembra scioccata: "Oddio! Ma...ma siete pazzi!"

Mi avvicino a lei, baciandole una guancia.

Sia chiaro, l'avrei limonata volentieri, ma non qui, davanti a tutti. E poi ci avrebbero staccati tutti, comandante, direttrice, educatori...che casino!

Lei mi guarda, con gli occhi lucidi, indicandomi.

Annuisco e lei si lancia addosso, abbracciandomi.

"Ragazzi...non esage...vabbe fate come volete." ci prova a staccare Beppe, ma nel momento in cui vede che non siamo per niente disposti a farlo ci rinuncia.

"Gioia..." la direttrice si avvicina, e io sono costretto a lasciarla andare, per farla abbracciare anche alla direttrice "sei tanto forte, siamo felicissimi per te. Ti abbiamo preparato anche una torta!"

Gioia felice va a tagliarla a fette, per poi distribuirle a tutti.

La vedo avvicinarsi con due fette, mentre io mi siedo ad un tavolino. Me ne passa una, mentre lei comincia a mangiare la sua.

La guardo, sorridendo come un ebete.

"Che c'è?" mi domanda lei, ridendo e lasciandosi un po' di panna al lato delle labbra.

"Niente." sospiro io piegandomi leggermente sul tavolo, per poi poggiare le labbra sulle sue sporche di panna e cominciare a succhiarle per pulirgliele.

Subito però mi stacco, visto che siamo in mezzo a tutti, e che le sue guancie a contatto con le mie risultavano caldissime.

"Sei uno stupido!" ridacchia continuando a mangiare la torta.

"Si hai ragione, sono tutto stupido." le dico continuandola a guardare.

Non potrei mai smettere di guardarla, è la mia nuova droga.




Una vita gialla, insieme. -Carmine Di SalvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora